27 settembre 2010

Incontro ASI a Colle Spina: i cittadini annullano le strategie della maggioranza


Riteniamo doveroso commentare il ridicolo ed inutile comunicato stampa che ha seguito l’incontro di sabato 25 settembre a Colle Spina. Un comunicato in cui non si è raccontato nulla dei fatti avvenuti in quella sede e che si è limitato a riportare le populistiche dichiarazioni di Sindaco e Assessore al Bilancio. Così, in una nota del Gruppo Cambiare e Vivere Labico, intervengono i consiglieri Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano.

Ci sembra patetico, da parte dell’amministrazione, continuare ad affermare la volontà di coinvolgimento della popolazione labicana nelle decisioni che riguardano l’ASI. L’iniziativa di Colle Spina - tutt’altro che spontanea - è arrivata, infatti, dopo quasi un anno dall’avvio dell’iter per la realizzazione dell’Area di Sviluppo Industriale, due delibere di giunta ed una di consiglio. L’obiettivo, quindi, non era certo quello di informare, ma quello di convincere i cittadini della bontà dell’operazione attraverso una conferenza monocorde, in cui si puntava soprattutto sul ricatto occupazionale, e una bella presentazione video.

La nostra presenza però – e qualche cittadino (arrabbiato) in più del previsto – ha scompaginato non poco i piani della maggioranza, che puntava ad una platea bendisposta e ad una ben precisa strategia comunicativa: evitare l’utilizzo di parole che potessero portare qualche preoccupazione (chimica, rifiuti, emissioni inquinanti, polveri sottili) e porre l’accento su altre, e più positive, locuzioni: “posti di lavoro”, prodotti agricoli, attività florovivaistiche…

Il trucchetto però non è riuscito, soprattutto per merito dei cittadini presenti, che avevano già le idee abbastanza chiare e che, sin dai primi minuti dell’assemblea, hanno chiesto che fosse un vero confronto e non il comizio a senso unico della maggioranza con informazioni incomplete o manipolate. Sappiamo bene ormai che questa amministrazione rifugge come la peste ogni ipotesi di confronto, vuoi per carenza di argomenti, vuoi per manifesta incapacità. Per fortuna il presidente del consorzio Colle Spina, Giovanni Olivo, non ha accettato questa impostazione – volontà particolare del vicesindaco che ha tenuto a precisare che “non erano questi gli accordi” - ed ha cercato di garantire a tutti, anche a noi dell’opposizone, il diritto di intervenire.

Avremo di certo di spiegare in modo approfondito le conseguenze della realizzazione di una nuova zona industriale a Labico, ma intanto registriamo il totale fallimento del tentativo di suggestionare gli abitanti di Colle Spina con qualche bella parola e qualche falsa promessa. Noi del gruppo consiliare Cambiare e Vivere Labico siamo disponibili sin da ora a nuovi appuntamenti con i cittadini per spiegare la nostra posizione sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio e saremo ben lieti di poter dialogare con i cittadini e di ascoltare le loro considerazioni. Non a caso abbiamo proposto di riportare la delibera in un consiglio comunale da tenersi di sabato a Colle Spina, in modo da consentire la più ampia partecipazione dei cittadini. Ma siamo abbastanza certi che non si farà, così come temiamo non si faranno più le iniziative pubbliche promesse sull’ASI.


Cambiare e Vivere Labico

19 settembre 2010

Se quattro minuti vi sembran pochi


Ho fatto un conto. Ho preso in considerazione quanto tempo ha dedicato il nostro sindaco ai suoi cittadini, nell’unico momento di confronto pubblico previsto dal nostro ordinamento: il consiglio comunale. Un momento importante, un momento nel quale si dibatte in presenza dei cittadini sulle scelte da operare nell’interesse del Paese e ogni consigliere comunale, che rappresenta la collettività, esprime le proprie valutazioni, motiva le scelte, manifesta le proprie perplessità. Inutile dire che nei comuni dove non temono questo momento di partecipazione democratica i consigli si convocano nel tardo pomeriggio o il sabato. Da noi i consigli si tengono rigorosamente nei giorni feriali, con l’evidente – anche se non dichiarato – intento di tenere il più possibile i cittadini all’oscuro di quanto viene deciso nel Palazzo. E questo importante appuntamento è talmente mal digerito dal nostro sindaco che vi dedica ben poco del proprio tempo.
Ho fatto un conto, dicevo. Ho preso in considerazione i quattro mesi estivi e ho messo insieme le ore di consiglio comunale fatte in questi quattro mesi. Ho diviso il totale per il numero di giorni. Ne è uscita la quantità di tempo che il nostro sindaco ha dedicato al confronto con noi cittadini. Il risultato: quattro minuti. Andrea Giordani ci dedica quattro minuti al giorno del suo tempo. Non fa meglio il vicesindaco che ci ha dedicato solo due minuti del suo tempo in questi quattro mesi. Si dirà che questa è demagogia e che i nostri amministratori lavorano alacremente per il paese nelle altre 23 ore e 56 minuti di cui si compone la giornata. Può darsi.
Peccato che i risultati non si vedano. A partire dai conti, che non tornano, come dimostra il rendiconto del bilancio che ha evidenziato un disavanzo di cassa di 146mila euro, ridotti a circa 96mila, grazie all’attivo dell’anno precedente. Ma il dato contabile è solo la cartina di tornasole di un paese completamente fermo e abbandonato a sé stesso.
Tornando all’estate e fatte salve le iniziative legate ai festeggiamenti di S. Rocco, l’unica iniziativa che ha visto una massiccia partecipazione ed operosità dell’amministrazione – con il sindaco in prima linea, ovviamente – è stata la sagra delle nocciole: un vero e proprio trionfo dell’ipocrisia sul buonsenso. L’avevo già denunciato alla prima edizione e il mio giudizio non può certo essere mitigato dal tardivo, quanto fasullo invito ai produttori labicani di nocciole. Per non parlare della cena di gala, sulla quale ho affidato la mia valutazione alla lettera con cui ho cortesemente declinato l’invito a parteciparvi.
Ritengo un insulto all’intelligenza delle persone disquisire per due ore sull’importanza dell’agricoltura, sulla necessità di tutelare il territorio, sul valore dei prodotti agricoli di qualità e poi perseguire un modello di sviluppo che si basa proprio sulla cancellazione di queste prospettive. Le stesse chiacchiere che si sono sentite nel dibattito blindato della seconda sagra – blindato e falso, perché, non ammettendo voci fuori dal coro, più che un dibattito era un’autocelebrazione solipsistica di dubbio gusto – si erano sentite – tali e quali – nel (finto e blindato) dibattito della prima sagra. E in un anno (non in tre giorni) vogliamo provare ad immaginare cosa sia stato fatto per dare seguito ai tanti buoni propositi dichiarati? Qualcuno starà pensando – ingenuamente –: “Nulla! Non è stato fatto nulla”. Magari! Invece, ad aggiungersi ad altre piacevolezze di devastazione del territorio, come la variante al piano regolatore che farà raddoppiare la popolazione labicana, hanno pensato bene di destinare un bella fetta di territorio agricolo alla realizzazione di un polo industriale, con buona pace delle nocciole e della produzione agricola di qualità.
Un anno dopo il nostro sindaco - con la spigliatezza tipica di coloro per i quali non sono facilmente distinguibili i glutei dalle guance – sale sul palco a discettare con rinnovato candore su quant’è buona la nocciola labicana. Sarebbe quasi divertente se – per farlo – non avesse attinto generosamente alle casse pubbliche.
Ovviamente nei quattro minuti quotidiani che ci ha dedicato non ha trovato il tempo per spiegare alcune cose su cui abbiamo chiesto delucidazioni. Per esempio ci siamo chiesti come sia stato possibile decidere di realizzare un’opera pubblica come la ciclabile, già posizionata in modo tale da avere una modesta fruibilità e che avrebbe dovuto essere terminata da dieci mesi, ma che rimane lì a simboleggiare l’incapacità di portare a termine un lavoro. Abbiamo fatto un po’ di domande su questioni che riguardano gli interessi privati del sindaco: dalla strada che attraversa la sua proprietà e di cui si sono perse le tracce all’istituzione di una commissione personalizzata per permettere l’avvio degli spettacoli di Caput Lucis, solennemente celebrati dall’assessore alla cultura, a cui sfugge di ricoprire l’incarico per il comune di Labico e non per il borgo di Fontana Chiusa. In compenso l’assessore ha risposto alla nostra interrogazione in cui chiedevamo come mai si destinassero in men che non si dica 1780 euro ad un’associazione di Cave (però, ha tenuto a specificare, non era di Cave, ma di un paese del frusinate) per una mostra di quadri che non ha visto quasi nessuno. Nella risposta ha ammesso che era tutto già concordato (evviva la faccia) e ha aggiunto che io e Spezzano non capiamo nulla d’arte. In sostanza essere contrari alle pratiche clientelari denota uno scarso senso artistico. Buono a sapersi. Se vale questa correlazione possiamo dire, con convinta fierezza, di essere amministrati dall’accademia delle belle arti. Sono soddisfazioni.

10 settembre 2010

Interrogazione sul campo di calcio


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg

I sottoscritti consiglieri interrogano il sindaco, per sapere, premesso che:

-          dopo diversi anni di assenza, finalmente a Labico si nuovamente costituita una squadra di calcio;
-          per gli allenamenti e le partite è necessario poter usufruire degli impianti sportivi presenti nel nostro comune, la cui manutenzione negli ultimi tempi è sempre stata curata in modo particolare proprio dalle persone che stanno dando vita alla squadra di calcio di Labico;
-          il gruppo di persone è lo stesso che ha organizzato il memorial che si è tenuto a giugno e che, in tale circostanza, ha provveduto a pulire e sistemare sia il campo (sia gli spogliatoi);
-          sembra però che l’amministrazione comunale abbia già consentito – per l’anno sportivo 2010-2011 – l’utilizzo del campo di calcio ad una squadra di Rugby di Palestrina per tre giorni feriali alla settimana, penalizzando così la nascente squadra labicana, alla quale resta la disponibilità di soli due giorni feriali;

se quanto esposto risponda a verità e, in tal caso, quali procedure siano state seguite per stabilire l’assegnazione del campo alla società prenestina;
con quale atto sia stata assunta tale decisione e se vi sia un accordo di carattere economico tra l’ente locale e la società sportiva;
per quale ragione l’amministrazione, pur essendo a conoscenza della nascita della squadra di calcio di Labico, non abbia tenuto conto delle legittime aspettative dei ragazzi labicani che – volontariamente e in modo disinteressato – si stanno impegnando per offrire un’altra opportunità a chi vuole praticare attività sportiva nel nostro paese.

BERLENGHI, SPEZZANO

9 settembre 2010

La storia infinita del fabbro...



 Ho letto, sul sito "Eccolanotiziaquotidiana", una lettera che mi sarebbe stata inviata (arriverà, ne sono certo) in merito alla lunga vicenda del fabbro nel centro storico, che merita una brevissima replica.


La lettera di Antonio Marrocco non aggiunge molto alla realtà dei fatti. Se l’ASL ha imposto lo spostamento dell’attività vuol dire che aveva ragione chi sosteneva che essa non poteva essere svolta all’interno del centro abitato. Non c’è altro da dire. Vorrei fare solo qualche precisazione:

  1. Il nostro foglio informativo non è un giornale e non ha bisogno di un direttore responsabile. Del contenuto degli articoli si assume la responsabilità civile e penale chi li scrive. Di quelli non firmati e non siglati la responsabilità me l’assumo io.
  2. Bene ha fatto Marrocco a fare riferimento all’inerzia dell’amministrazione comunale (“e alla non risposta del comune”) che è la vera responsabile di quanto accaduto, perché non si può accusare chi chiede semplicemente il rispetto delle leggi mentre chi ricopriva il ruolo di amministratore prima tollerava l’illegalità e poi si rifugiava nel silenzio per evitare di affrontare le proprie responsabilità.
  3. L’affermazione sbagliata la fa Marrocco quando dichiara: “dire che Alfredo Galli abbia fatto chiudere la nostra attività è un’affermazione completamente sbagliata e priva di alcun fondamento”. La frase del mio articolo è invece la seguente “Per completezza di informazione credo sia utile dire chi aveva – ben prima di noi – vietato lo svolgimento dell’attività all’aperto: l’allora sindaco Alfredo Galli, con propria ordinanza, nel lontano 2003.”. Non quindi “regolamentazione” come sostiene Marrocco, ma divieto, che è cosa ben diversa. Poi chiunque è padronissimo di credere qualunque cosa e di negare anche l’evidenza. E non si tratta di opinioni, ma di fatti. Ed è sufficiente leggere il testo dell’ordinanza per sapere come stanno le cose.

7 settembre 2010

Interrogazione sulla commissione grandi eventi


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg

I sottoscritti consiglieri interrogano il sindaco, per sapere, premesso che:

-          in data 7 settembre 2010 è stata approvata la deliberazione n. 51, recante “Nomina commissione comunale grandi eventi per il pubblico spettacolo”;
-          la delibera è del tutto priva di un elemento essenziale di ogni atto amministrativo, quale la motivazione, facendo un generico riferimento al quadro normativo vigente ed ad una non meglio precisata “urgenza”, legata all’attuazione di una norma di legge risalente al 1931;
-          i riferimenti normativi sono spesso impropri, imprecisi o completamente sbagliati, contribuendo a rendere incomprensibile la ratio dell’atto;
-          la composizione della commissione sembra rispondere più all’esigenza di “riempire le caselle” che ad una vera e propria individuazione delle figure tecniche da associare alle funzioni della commissione;
-          la prima – e presumibilmente unica - riunione della commissione sembra essersi tenuta il giorno stesso in cui aveva inizio una rassegna di spettacoli dal vivo denominata “Caput Lucis” presso il ristorante Fontana Chiusa di proprietà del sindaco Andrea Giordani, proprio per dare il parere in merito;
-          non risulta che il verbale della commissione sia stato protocollato, né che sia stato approvato un regolamento di funzionamento della commissione;

se, ad avviso del sindaco, sia stata correttamente rispettata la normativa vigente per l’istituzione della commissione e la nomina dei membri e nello svolgimento delle attività della stessa;
se non riconosca la dubbia opportunità di approvare in una ristretta riunione di giunta l’istituzione e nomina di una commissione che doveva esprimere il parere su un argomento che riguardava il proprio interesse economico personale;
per quale ragione non sia stato approvato un regolamento di funzionamento della commissione.


BERLENGHI, SPEZZANO

4 settembre 2010

Le cene di gala mi fanno venire l'orticaria


Non me ne vogliate: è proprio la locuzione "cena di gala" che mi causa effetti collaterali indesiderati come l'orticaria. Dopo averci pensato un po' ho deciso di rinunciare all'ambito evento mondano. Nella lettera al mio sindaco spiego anche perché...

Labico, 3 settembre 2010

Alla cortese attenzione
di Andrea Giordani, Sindaco di Labico

Oggetto: invito cena di gala

Gent.mo Sindaco,

desidero ringraziarla per l’invito al dibattito ed alla cena di gala di questa sera, arrivato a meno di 24 ore dall’iniziativa. La sensazione che ho avuto è che l’idea di estendere la partecipazione a me – ed all’opposizione tutta – non sia stata del tutto spontanea e convinta. E la tardiva comunicazione – gli inviti erano partiti da diversi giorni – ne è una chiara conferma. Comprendo che l’intensità dello scontro politico renda talvolta difficili i rapporti istituzionali, ma non può portare al punto di mettere in discussione la dignità ed il ruolo dell’intero consiglio comunale, i cui membri – per la legge e per la logica – sono tutti uguali. Ho molte perplessità sul modo in cui è organizzata questa iniziativa che, quest’anno come l’anno scorso, assomiglia più alla celebrazione ed alla promozione di un’azienda agricola privata che non ad una vera e propria sagra di paese; festa che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera cittadinanza, a cominciare dai produttori di nocciole, anch’essi confinati nel ruolo di spettatori e non di protagonisti come sarebbe stato doveroso. Non mi soffermo ulteriormente sugli elementi di perplessità, che avrò modo di esporre in altre sedi ed in altre occasioni, a cominciare dal consiglio comunale, se avrà la compiacenza di lasciare che se ne svolga uno, dopo oltre due mesi di vuoto amministrativo.
Non verrò alla cena di gala. Non per le ragioni che ho in parte accennato o, perlomeno, non soltanto per quelle. Non verrò alla cena perché non mi convince una sagra di paese in cui si prevedono due livelli. Due livelli ben sottolineati da una involontaria fusione della metafora e della realtà, con un piano alto destinato ai potenti e agli amici dei potenti ed un piano terra per il volgo. Per cultura e per sensibilità – e magari un po’ per la pigrizia di inforcare le scale - mi trovo sempre più a mio agio al livello del suolo, dove ho anche la certezza di essere in buona compagnia. Declino quindi garbatamente il suo invito e le auguro una piacevole serata.
Cordiali saluti.

                                                               Tullio Berlenghi

2 settembre 2010

Interrogazione sulla strada pubblica nella proprietà di Giordani


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg



I sottoscritti consiglieri interrogano il sindaco, per sapere, premesso che:

-          in data 6 febbraio 2009 era stata inserita d’urgenza nell’ordine del giorno del consiglio comunale una proposta di delibera recante “formalizzazione a titolo di permuta di aree tra il comune di Labico e la TAV S.p.A.”;
-          il provvedimento è stato rinviato alla seduta successiva, tenutasi il 20 febbraio 2009, durante la quale è stato disposto un ulteriore rinvio;
-          da allora nessuna notizia si ha in merito, mentre l’esame della proposta di delibera ha permesso di scoprire che la tenuta di proprietà del sindaco, Andrea Giordani, è attraversato da una strada demaniale preclusa all’uso pubblico;


come sia stato risolto il contenzioso con la TAV S.p.A. per la definizione della convenzione relativa ai terreni interessati dalle opere dell’alta velocità ferroviaria, ivi compresa la particella ricadente nella proprietà del sindaco;

se intenda fornire chiarimenti sulla strada demaniale che attraversa la sua proprietà e spiegare se e in che modo sia passata alla sua disponibilità, se e quando e ad opera di chi sia stata deciso il declassamento della strada e se e in che misura il comune abbia ottenuto un equo corrispettivo per il bene fondiario di cui sembra si sia persa la pubblica disponibilità e fruibilità.


BERLENGHI, SPEZZANO

1 settembre 2010

Il “vuoto” estivo e le nocciole del Sindaco


Doverosa replica alle amenità di sindaco e assessore alla cultura di Labico sull'estate labicana

È surreale che in un comunicato stampa diffuso in queste ore l’amministrazione comunale continui a vantarsi e rallegrarsi di un’estate labicana, di fatto, inesistente. Gli eventi estivi di un paese non possono limitarsi ad un paio di serate musicali e alla festa del santo patrono - tra l’altro mancante di una visione d’insieme (i pochi eventi sono stati spezzettati nelle diverse giornate: domenica l’unica manifestazione realizzata è stato il concerto serale), di fantasia, di entusiasmo e di novità (stesso identico programma da anni). Le manifestazioni promosse dall’amministrazione sono state talmente poche che l’assessore alla cultura ha sentito il bisogno di citare – oltre alla tre giorni di “Insieme è già festa”, il cui contributo comunale è stato minimo e “difficoltoso” - gli eventi organizzati da Andrea Giordani nella sua tenuta. Eventi a pagamento, sui quali il sindaco avrà avuto sicuramente un tornaconto personale, e non certo riconducibili ad iniziative pubbliche.

Anche la “sagra delle nocciole”, annunciata nella stessa nota, ha il sapore di un evento che riguarda soprattutto Andrea Giordani in qualità di produttore di nocciole, visto che gli altri produttori sono stati chiamati all’ultimo momento e col programma già definito. Speriamo che non si replichi la scandalosa messinscena dell’anno scorso, in cui una festa pagata con i soldi pubblici si è trasformata in una festicciola privata e blindata nel palazzo del Comune. Saremmo ben lieti di avere un’amministrazione comunale che si preoccupa sul serio di valorizzare e salvaguardare il territorio e le produzioni di qualità, come la nocciola labicana. Peccato che la politica urbanistica – con centinaia di migliaia di metri cubi di cemento in arrivo -, quella infrastrutturale – con la previsione di una bretella autostradale e di un casello proprio nelle zone agricole ancora integre – e quella industriale – con la realizzazione di un’enorme area in cui è previsto un impianto per la termodistruzione dei rifiuti – vadano esattamente nella direzione opposta e le uniche nocciole labicane a salvarsi potrebbero essere proprio quelle di Giordani. Questo le renderebbe sicuramente più pregiate, ma ad un prezzo altissimo per il nostro territorio e per la qualità della vita dei labicani.

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura