22 ottobre 2013

Stiamo decisamente migliorando

Sabato scorso si è tenuta un’iniziativa pubblica per illustrare ai cittadini il progetto per organizzare una ricettività turistica nella nostra cittadina. L’idea, di per sé, potrebbe anche essere valida. Bisogna solo cercare di capire in cosa consiste e come si intende attuare. Siamo andati ad ascoltare e queste sono le nostre considerazioni.
A quanto pare un’azienda privata – la Terravision – sta cercando di realizzare una rete di turismo low cost in tutto il territorio nazionale, coinvolgendo 100 città. Per promuovere il proprio progetto sta contattando le amministrazioni locali, alle quali propone un protocollo d’intesa per inserirle nell’elenco delle 100 città fortunate. Su internet non c’è molto e nel sito di Terravision ancora non si parla del progetto. Per capirci qualcosa dobbiamo fare riferimento alle spiegazioni date dai referenti della società e da Alfredo Galli, che, in qualità di sindaco, ha accolto con sospetto entusiasmo il progetto. Tra i promoter va segnalata la presenza di Angelo Miele, già sindaco di Valmontone, già consigliere regionale della maggioranza Polverini-Fiorito, che rimarrà nella storia per l’oculata gestione delle risorse pubbliche. Miele ha fatto un discorso che abbiamo faticato a capire, ma è un nostro limite. Miele da un lato ha affermato di avere un ruolo tecnico e non politico e di essere stato incaricato di selezionare i 100 comuni più adatti per questo straordinario progetto. Dall’altro ha affermato, senza alcun imbarazzo, che la scelta di Labico era motivata dall’amicizia che lo lega ai nostri amministratori. Per fortuna, sempre a detta di Miele, Labico avrebbe proprio le caratteristiche adatte: un treno che ti porta a Roma in mezz’ora (e si capisce che lui non lo prende), un’antica tradizione di produzione agricola da valorizzare (ma fino ad ora a Labico la valorizzazione del territorio significava coprirlo di cemento), la necessaria riscoperta di prodotti locali, come il pisello labicano (del quale si sono ormai perse le tracce). Ovviamente la realizzazione del progetto porterà a Labico straordinari benefici, impulso all’economia locale, occupazione, fondi regionali e altre piacevolezze.
La sensazione era un po’ quella di quando l’imbonitore di turno illustra le prodigiose qualità del servizio di pentole nelle tv locali. In teoria sembra tutto bello e rassicurante, ma, sotto sotto, ti chiedi se c’è qualche fregatura. Noi qualche dubbio ce l’abbiamo e proviamo a mettere in fila le – poche – cose che sono emerse fino ad ora:
  1. Un soggetto privato si rivolge ad un soggetto pubblico per avere un aiuto nella realizzazione di un progetto con mere finalità di lucro. Il soggetto pubblico (che è il nostro comune) mette subito a disposizione i locali (pubblici) per la presentazione, la stampa e l’affissione dei manifesti (con soldi pubblici) e la collaborazione dell’amministrazione (pubblica, salvo prova contraria).
  2. Tra i due soggetti (pubblico e privato) verrà stipulato un protocollo d’intesa, del quale si ignorano i contenuti. L’unica cosa che si sa è che il protocollo comporta un onere per il soggetto pubblico di 12mila euro (soldi pubblici, a carico dei cittadini labicani).
  3. Il progetto consiste nella stipula di contratti di locazione di appartamenti situati nel centro urbano di Labico per un totale di 200 posti letto ad un prezzo di circa la metà del valore di mercato: si è parlato di 1800 euro annui per un appartamento di quattro posti (al netto delle tasse un ben magro profitto).
  4. I vantaggi per l’amministrazione (e per il paese) sono tutt’altro che certi e alcuni di quelli descritti lasciano perplessi. Secondo Miele, ad esempio, la Regione Lazio avrebbe una maggiore propensione a finanziare i progetti e le iniziative dei comuni che aderiscono a questa proposta. Se fosse vero, sarebbe preoccupante. Zingaretti sa che il nome della Regione viene speso con questa disinvoltura?
  5. Ci sono dei costi aggiuntivi dell’operazione, come i corsi di aggiornamento del personale del comune e maggiori oneri per i servizi, che saranno, presumibilmente a carico dell’amministrazione pubblica.
  6. Nella scorsa consiliatura avevamo chiesto all’amministrazione comunale di fare il censimento degli immobili inutilizzati, ma, ovviamente, si sono guardati bene dal farlo. Prima di dare il via ad un’operazione del genere sarebbe quantomeno doveroso uno studio sullo stato del patrimonio immobiliare all’interno del territorio comunale, in modo da far prevalere l’interesse della collettività. L’assenza di informazione potrebbe avvantaggiare i professionisti del settore immobiliare rispetto ai semplici cittadini. Ma a Labico sarebbe la prima volta che questo accade.
  7.  Sul sito del comune di Labico non c’è alcuna traccia di atti relativi al progetto. Non una delibera, non una determina, nulla di nulla.


In ogni caso dobbiamo formulare i nostri sinceri complimenti a chi ha avuto l’idea. Di solito per avviare un progetto di questo tipo sono necessari discreti capitali iniziali e bisogna ricorrere a prestiti e conseguente esposizione debitoria con le banche. Invece, senza alcuna fatica, gli operatori turistici si ritroveranno con 1,2 milioni di euro a fondo perduto (12mila euro per 100 comuni) da utilizzare per anticipare le prime spese in attesa dell’arrivo dei turisti low cost. E se dovesse saltare tutto, cosa ne sarà di quei soldi? Probabilmente faranno la fine dei soldi che i prodighi (con i soldi nostri) amministratori labicani avevano generosamente elargito per un progetto naufragato miseramente, come l’area di sviluppo industriale a Colle Spina. In quel caso i soldi buttati erano 20mila euro. Se adesso ne buttiamo 12mila ne risparmiamo 8mila. Stiamo decisamente migliorando. 

Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano

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