10 aprile 2009

Quando il dialogo si chiede con un monologo


Durante la seduta dedicata al bilancio il vicesindaco ha improvvisato un interessante monologo sui rapporti tra maggioranza e opposizione e sulla correttezza degli strumenti che possono venire utilizzati nella disputa politica. Non entro nel merito delle affermazioni del vicesindaco per due ordini di ragioni. La prima è di carattere procedimentale. Il vicesindaco - che in passato, in più circostanze, aveva tolto (o cercato di togliere) la parola ai consiglieri dell’opposizione per una più che rigorosa interpretazione del regolamento consiliare, per presunta estraneità all’ordine del giorno - si è permesso il lusso, approfittando del ruolo di presidente dell’assemblea, di una digressione priva di ogni attinenza con le questioni in esame, senza che si potesse dare vita ad un contraddittorio. La seconda è che abbiamo chiesto al vicesindaco di impegnarsi per inserire all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale proprio la questione sollevata in modo da poter avviare un sereno confronto e dare la possibilità anche all’opposizione di esprimere la propria posizione. In quella sede – se la maggioranza vorrà garantire una dialettica democratica – diremo le nostre ragioni.

Con l’acqua alla gola


 La politica economica del Governo penalizza i comuni: tagli al bilancio e aumenti delle tariffe.

Il 31 marzo abbiamo approvato il nostro secondo bilancio comunale. Una seduta “fiume” dedicata interamente al documento di programmazione economica del nostro piccolo paese.


Una seduta però che è stata caratterizzata dal dibattito e dal confronto politico. Certo è stata un’assise impegnativa, ma la complessità e la vastità del tema meritavano indubbiamente che i consiglieri comunali vi dedicassero un’intera giornata.


Qualcuno magari ha dedicato ancora più tempo all’esame dei documenti contabili. E chi ha avuto modo di assistere al consiglio ha avuto anche modo di notare che, tra i banchi della maggioranza, erano in molti ad avere idee piuttosto vaghe dell’esatto contenuto della corposa documentazione messa a disposizione dagli uffici. Noi di Cambiare e Vivere Labico abbiamo voluto esaminare con attenzione il bilancio. Come sempre metteremo a disposizione sul nostro sito gli atti ufficiali per chi desidera approfondire, ma riteniamo utile fare anche qualche considerazione di carattere generale sulle scelte contabili dell’- amministrazione.


Il bilancio preventivo per il 2009 si caratterizza per alcuni aspetti importanti. Intanto bisogna segnalare un aumento del 5 per cento del titolo I – entrate tributarie – che consiste praticamente in un significativo aumento della pressione fiscale. Dopo l’entrata a regime delle misure del Governo Berlusconi si evidenzia in modo chiaro che la tanto sbandierata cancellazione dell’ICI sulla prima casa è stata compensata - come era prevedibile e come sottolineato dagli stessi documenti contabili e finanche dalla relazione dell’assessore - con aumenti di altre imposte. Con una piccola considerazione aggiuntiva: ad essere beneficiati sono soprattutto i proprietari di immobili di pregio, per i quali l’ICI poteva raggiungere somme ragguardevoli, mentre i proprietari di piccoli immobili si ritroveranno a dover pagare molto di più di aumento di tasse e tariffe di quanto possano aver risparmiato sull’ICI. Molto interessante poi è l’andamento del gettito ICI. Nel 2007 sono state accertate entrate per 725mila euro, poi ridotte a 394mila nel 2008 per l’abolizione dell’imposta sulla prima casa. Il gettito sale a 420mila euro nelle previsioni 2009 (di cui 100mila per le seconde case e 175mila per fabbricati produttivi). Le minori entrate per il Comune ammontano quindi a 305mila euro. Solo in parte compensate con trasferimenti statali (237mila euro). Da notare che la relazione previsionale e programmatica stima che “a consuntivo la perdita del gettito ICI risulterà di sicuro superiore al trasferimento attribuito”.


Inoltre non è chiaro per quale ragione la stima del gettito ICI sia così “prudenziale” rispetto alla variante adottata al PRG. Facendo un rapido calcolo sulla base delle aliquote attuali e senza tener conto delle numerose modifiche intervenute in sede di esame delle osservazioni si può stimare un introito ICI aggiuntivo pari a 247mila euro. Dieci volte di più dell’aumento del gettito previsto dal bilancio in esame. Sempre sul fronte delle entrate un aumento rilevante in termini percentuali è quello relativo alle multe e ammende. Si parla in questo caso di sanzioni pecuniarie per violazioni del Codice della Strada o delle norme in materia edilizia. L’- aumento è pari al 30 per cento.


Difficile immaginare che l’obiettivo sia quello di aumentare la sicurezza stradale o il rispetto della disciplina edilizia ed urbanistica. Bisogna fare “cassa” e si usano tutti gli strumenti a disposizione.


Aumentano le entrate derivanti da accensione di prestiti e questo significa che aumenta l’esposizione debitoria del Comune, che dovrà ovviamente sobbarcarsi gli oneri delle rate dei mutui. Mentre è drammatica la riduzione delle entrate per trasferimenti. Il taglio in questo caso è del 53 per cento.


Dagli enti sovraterritoriali e dallo Stato arriveranno molti meno soldi che in passato. Il saldo finale di tutto ciò sarà un taglio netto di 3 milioni di euro al bilancio, al netto degli aumenti delle tasse e delle tariffe. L’importo complessivo passa da 11,7 a 8,6 milioni di euro.


L’articolo 162 del TUEL stabilisce la necessità che si raggiunga un equilibrio tra i primi tre titoli delle entrate e le spese correnti e la quota capitale dei mutui da rimborsare nell’esercizio in corso. L’equilibrio è garantito solo dalla presenza delle entrate per multe e ammende, un’entrata che è per definizione aleatoria e che potrebbe anche non verificarsi. Per quanto riguarda le imposte giova ricordare che è dello scorso anno l’ultimo aumento dell’addizionale comunale che, nell’arco di due anni, è raddoppiata, passando dallo 0,4 allo 0,8%. Non è dato sapere per quale ragione, a fronte di un assestamento di 443mila euro per il 2008, la previsione per il 2009 si attesti su un valore di 391mila euro, con uno scostamento pari a 52 mila euro.


Piuttosto anomale appaiono le stime rispetto al gettito dei numerosi aumenti previsti. Ad esempio l’aumento delle tariffe sull’acquedotto comporta una previsione del nuovo gettito in linea con la nuova tariffa, facendo presumere 40mila euro di maggiori entrate. Lo stesso criterio però non viene applicato per i buoni pasto, che aumentano del 20%, mentre il nuovo gettito viene incrementato di appena il 10%. Tra l’altro bisognerebbe capire come mai le spese per le mense scolastiche siano aumentate di 33mila euro dal 2007 al 2008. Ancora più prudente il calcolo per il trasporto scolastico. A fronte di un aumento di circa il 10% della tariffa il gettito previsto viene addirittura decurtato di 500 euro. Un’entrata del tutto priva di ogni possibile elemento di valutazione è l’imposta sulla pubblicità, di cui si ha esclusivamente il dato finale delle entrate, pari a 7.500 euro per il 2009, identico al consuntivo 2008. Anche la figura del responsabile del tributo è assente e si rimanda ad una società a responsabilità limitata. Si entra probabilmente in quella “zona grigia” della gestione amministrativa che si preferisce non pubblicizzare troppo.


In ogni caso si registra una forte contrazione dell’autonomia finanziaria, dovuta soprattutto alla riduzione del prelievo tributario procapite (taglio dell’ICI), e solo parzialmente compensata dall’aumento dell’indice di autonomia tariffaria. Per quanto riguarda la spesa va segnalato un aumento della rigidità delle spese correnti, dovute alla forte incidenza delle spese sul personale e sugli interessi.


Anche la copertura delle spese del campo di calcetto appare inadeguata. A fronte delle tariffe indicate e con una valida gestione si potrebbe tranquillamente ambire ad introiti di gran lunga più elevati e comunque non inferiori a 15mila euro l’anno. E comunque è paradossale che un bene che potremmo definire voluttuario veda una bassissima copertura percentuale da parte del beneficiario (6,1%), mentre per i buoni pasto le famiglie si trovano a coprire il 42 per cento della spesa.


I trasferimenti statali sono diminuiti inoltre per il cosiddetto “taglio dei costi della politica” e per il fatto di aver superato la soglia dei 5000 abitanti. In pratica per favorire i costrut- tori non si è solo consumato e devastato il territorio, ma si è anche dovuto rinunciare alle agevolazioni ed alle opportunità previste per i piccoli comuni. Su questo la replica dell’assessore al bilancio e all’urbanistica è stata che noi saremmo contro al “progresso”. Nella sua visione (e della maggioranza) evidentemente progresso è sinonimo di speculazione edilizia. Noi per progresso intendiamo altro e siamo pronti a parlarne.


Per completare il quadro sulle entrate appare opportuno fare una breve valutazione su quanto sia aumentato negli ultimi anni il gettito relativo alla categoria 01 (proventi dei servizi pubblici) del Titolo III (entrate extratributarie). In pratica dai 586mila euro del 2007 si è passati a 814mila euro nel 2008 per arrivare a 1.091mila euro nel 2009. Con un aumento in percentuale del 34% in un solo anno e dell’86% dal 2007 ad oggi. Anche correggendo il dato con gli incrementi demografici, si ottiene comunque un aumento del carico per i cittadini piuttosto consistente.


Sul lato delle spese inutile sottolineare la preoccupante situazione del comparto istruzione e cultura, con un taglio di 44mila euro al comparto scuola e un taglio di 12mila euro alla cultura, 10mila dei quali sottratti alla biblioteca, che aveva già subito un taglio analogo nell’esercizio 2008. A conti fatti alla cultura l’amministrazione destina un ben misero 1,35% del bilancio comunale di parte corrente, mentre in conto capitale non viene destinato un solo centesimo al settore. Interessante osservare che, secondo la relazione previsionale e programmatica, il settore cultura sarebbe stato oggetto “in questi ultimi anni di un forte sviluppo rispetto agli esigui investimenti del passato, nell'intento di promuovere iniziative volte da una parte alla valorizzazione della nostra cittadina nel comprensorio provinciale e nazionale, dall'altra favorire lo sviluppo culturale della nostra popolazione”. Inoltre, sempre secondo la relazione, sarebbe “intenzione di questa amministrazione continuare il proprio impegno nelle manifestazioni culturali, del natale, dell'estate labicana ed altre iniziative, nonché favorire e valorizzare le associazioni presenti sul territorio”.


Belle parole, ma ben lontane dall’attuazione pratica.


La parte del leone la fa, come è naturale, la macchina amministrativa con 1,2 milioni di euro di budget (anche in questo caso con un lieve decremento). Il costo del personale incide sensibilmente sul totale, tenuto conto che il costo medio dei dipendenti comunali ammonta a 46mila euro, mentre nel 2007 era di 34mila euro.


Interessante sapere che la variante al P.R.G., della quale gli amministratori hanno denunciato la diffusa presenza di errori e di inesattezze, è costata ben 62mila euro.


Le spese correnti procapite sono diminuite, passando da 611 a 601 euro all’anno. Una riduzione ben più consistente riguarda le spese capitali procapite che sono praticamente dimezzate, passando da 1.162 a 611 euro all’anno.



Alle colonne d'Ercole

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