14 giugno 2008

Cronache dal consiglio

Il consiglio viene convocato alle otto di mattina, probabilmente per dare più tempo allo svolgimento dei lavori. Qualcuno, come il sottoscritto, si presenta puntualmente all’appuntamento. Il portone di Palazzo Giuliani è chiuso. C’è il tempo di andare a prendere il giornale, di fare un salto al bar per un caffè, due chiacchiere in piazza.
Insomma alla fine la seduta inizia alle nove. Manca, probabilmente per la breve distanza con il consiglio precedente, l’approvazione dei verbali della seduta precedente. Ci limitiamo a farlo presente.
Subito il sindaco chiede l’inversione dei primi due punti all’ordine del giorno, in modo da poter affrontare subito la controproposta del comune su tracciato e casello della bretella Cisterna-Valmontone, attesa la presenza in consiglio del tecnico della Società Autostrade. Tutti d’accordo. Si passa all’esame della proposta che viene illustrata prima dal sindaco, poi dal consigliere delegato alla viabilità, Prestipino, e infine dal tecnico della Società Autostrade. A sentire gli interventi sembra la panacea di tutti i mali, un’infrastruttura dall’impatto ambientale insignificante, ma che porterà al paese ricchezza e benessere, libererà miracolosamente la Casilina dal traffico e dallo smog. Insomma un’occasione unica, irripetibile e che sarebbe sciocco farsi sfuggire. Nella minoranza molte sono le perplessità sulle conseguenze che l’intervento determinerebbe sul territorio, anche da parte dei più favorevoli all’opera. Infatti sia Tulli che Giovannoli esprimono forti riserve sul tracciato individuato dal comune e sulla collocazione del casello, che, va sottolineato, devasterebbe irrimediabilmente una delle poche aree quasi intatte del nostro territorio: la zona dei Casali. Anche io intervengo. La mia posizione è nota e, con un pizzico di autoironia, mi definisco come il giapponese che al termine della seconda guerra mondiale prosegue imperterrito la sua battaglia inconsapevole del fatto che la guerra è perduta e che da tempo è stata firmata la resa incondizionata.
Mantengo un giudizio negativo. In primo luogo sull’opera in sé, inutile, devastante ed in contrasto con un modello di sviluppo razionale ed equilibrato, nonché anacronistico in virtù del costante aumento dei costi energetici che costringeranno tutti noi a rivedere le scelte in materia di produzione e trasporto delle merci. In secondo luogo faccio una valutazione più specifica su quali sarebbero le conseguenze sul territorio labicano e contesto vivamente le rosee previsioni sul traffico fatte dai nostri amministratori.
Il traffico aumenterà inevitabilmente ed inesorabilmente. Chiedo come mai nessuno si sia mai degnato di fare uno studio serio sui flussi di traffico che attraversano il nostro paese. Come mai nessuno si sia mai chiesto che tipo di traffico interessa i nostri assi viari.
Che genere di domanda potrebbe soddisfare la bretella e quanta nuova domanda di mobilità andrebbe a stimolare. Nessuna risposta.
Nessuno sa bene cosa potrebbe succedere.
Eppure basta vedere la situazione di San Cesareo – peraltro portata ad esempio positivo – dove c’è un ingresso autostradale a un chilometro dall’abitato e dove la principale via di scorrimento del paese è completamente intasata nelle ore di punta. Osservo che la zona di Valle Fredda e dei Casali verrebbe irrimediabilmente compromessa tra casello, viabilità di connessione, rotatorie sparse (ben 14!) e tutta l’edificazione – spontanea o programmata che sia – che ne conseguirebbe. La realizzazione di un interporto (auspicata in più circostanze dai nostri amministratori) rappresenterebbe infine la pietra tombale sulle residue speranze di un paese che voglia essere davvero vivibile.
Considerazioni analoghe sono svolte da Spezzano e le riporta sul commento pubblicato in questo stesso giornale.
Alla fine si vota. Dieci favorevoli. Due astenuti (Tulli e Giovannoli). Due contrari (Berlenghi e Spezzano).
Si passa al secondo punto: aggiornamento condizioni contratto di servizio con il consorzio Gaia.
L’illustrazione di Giordani fa riferimento alla difficile situazione di Gaia, all’aumento dei costi di raccolta e di smaltimento (trasferiti puntualmente sulla TARSU) e alla conseguente necessità di modificare il contratto di servizio con l’ente gestore. Interviene anche il consigliere delegato all’ambiente, Luciano Galli, che, confermando la complessa situazione, anticipa l’intenzione dell’amministrazione di aumentare la raccolta differenziata, di controllare e sanzionare i comportamenti “incivili” ed invita l’opposizione ad un’assunzione di responsabilità. Noi consiglieri della minoranza interveniamo tutti sul punto. Ci sembra troppo importante la questione e cerchiamo di affrontarla con spirito di collaborazione.
Rileviamo però che non abbiamo elementi per poter valutare correttamente il quadro complessivo.
Sottolineiamo che stiamo parlando di una Società per Azioni, di cui il comune di Labico fa parte in qualità di “socio”. Una società che, a causa di una gestione a dir poco “sconsiderata”, si trova ad essere in “amministrazione straordinaria” e che di fatto è ad un passo dal fallimento. Un fallimento che coinvolgerebbe e danneggerebbe Labico e, ovviamente, i suoi abitanti.
Proviamo a ricordare che, al di là delle belle parole che si dicono sempre in queste circostanze sulla necessità di aumentare la raccolta differenziata, la normativa italiana da oltre dieci anni attribuisce ai comuni degli obiettivi da raggiungere, che il comune di Labico non ha mai rispettato.
Chiediamo chiarimenti sui dati riportati dagli atti e su una certa incongruenza tra le entrate e le spese previste. Ricordiamo ancora una volta – ormai non si contano più – al sindaco che l’appello alla responsabilità sarebbe stato molto più credibile se si fossero costituite le commissioni consiliari e se in quella competente in materia si fosse affrontato il problema. Spieghiamo infine che non ci è possibile dare un voto favorevole visto che non abbiamo neppure potuto vedere il programma di ristrutturazione (obbligatorio in situazioni di sofferenza come quella in cui versa Gaia), di cui il comune dispone, ma che non è stato portato a conoscenza della minoranza.
Il nostro primo orientamento era di votare contro, ma decidiamo di accogliere l’invito del consigliere delegato all’ambiente e ci asteniamo. 10 favorevoli e 4 astenuti quindi il risultato finale.
Il terzo punto è una semplice rettifica riguardante usi civici a causa di un errore materiale. Si vota senza dibattito.
11 favorevoli 2 astenuti (Berlenghi e Spezzano).
Il quarto punto riguarda lo schema di convenzione con la cooperativa sociale GEA. La relazione di Scaccia spiega a grandi linee le finalità della convenzione e il ruolo della cooperativa. In pratica la GEA, sovvenzionata dal comune, retribuisce alcune persone che svolgono dei lavori per l’amministrazione comunale. Presentiamo un emendamento con cui chiediamo una maggiore chiarezza e trasparenza del rapporto con la GEA. Segnaliamo alcune imprecisioni nella redazione della convenzione (che fa riferimento ad una tipologia contrattuale non più esistente) e chiediamo di dare più dignità ai lavoratori chiedendo di aumentare la loro – modesta – retribuzione. Dopo una lunga trattativa la nostra proposta viene accolta. La delibera viene approvata all’unanimità.
Quinto punto. La formulazione burocratica è “programmazione degli incarichi per l’anno 2008”. Per rendere più familiare il concetto basta una sola parola: “consulenze”. Se ne prevedono due. Una di 4800 euro e una di 15.000 euro. Sulla seconda, che serve a retribuire un esperto in pianificazione urbanistica per un lavoro di supporto all’ufficio tecnico della durata di 24 mesi, non abbiamo molti elementi di valutazione. E’ possibile che il carico di lavoro degli uffici sia tale da giustificare questo “rinforzo”, ma non possiamo certo dirlo, soprattutto tenendo conto della vaghezza dell’atto che non dice nulla sull’impegno richiesto all’esperto in termini di tempo: un’ora alla settimana, dieci, trenta? Le perplessità aumentano rispetto alla prima. Dietro la formula “lo dice la legge” si cela un incomprensibile esborso di 4800 per pagare qualcuno che ci dica se a Labico si può o meno aprire una seconda edicola. Si parla di redazione di piano rivendita riviste e giornali. Si spiega che serve un esperto in programmazione commerciale del territorio. Si afferma la delicatezza ed importanza di un siffatto incarico. Faccio notare che in un paese dove senza criterio si fanno strade, scuole, marciapiedi, fogne, piazze (lì non manca il criterio mancano proprio le piazze), e via dicendo, si decide che serve uno studio profumatamente pagato per capire se è il caso di aprire un’attività commerciale. Misteri. Anche Luciano Galli esprime qualche perplessità sull’opportunità di spendere soldi pubblici per qualcosa che interessa l’economia privata. Al voto però nessuna sorpresa: 10 favorevoli e 4 contrari.

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