21 aprile 2010

Pensieri oziosi


Ecco. Sto commettendo anche io l’errore. L’errore è quello che commette spesso la stampa italiana. Parlare di cose (e persone) di modesto rilievo attribuendo di conseguenza un ingiustificato rilievo a cose (e persone) che in un paese  normale non avrebbero motivo per salire agli onori della cronaca. Mi riferisco alla recente uscita di Renzo Bossi, il cui unico merito noto è quello di essere il figlio di un potente. Uno, tra l’altro, che è diventato potente predicando la filosofia dell’antipotere. Una sorta di Masaniello dei tempi nostri che, a furia di criticare la casta, ne è diventato uno dei più autorevoli esponenti. Talmente potente da permettersi il lusso di porre in essere una delle pratiche più odiose del potere: il nepotismo. In questo modo ha infilato in consiglio regionale il suo benestante e viziato rampollo tanto arrogante quanto incompetente. Uno che, però, se dice una cazzata - una qualunque cazzata – trova pronti zelanti cronisti che riportano la suddetta cazzata ad ingrassare le cronache. Il fatto, ad esempio, che il Bossi jr non farà tifo per l’Italia è cosa per la quale un altro fulgido esempio di servilismo al potere come il ministro sempreinmimetica Ignazio La Russa avrebbe chiesto la corte marziale immediata. E l’eventualità che l’interessato fosse di Emergency o un esponente di una forza del centro sinistra sarebbe stata un’aggravante tale da far partire un devastante fuoco mediatico capitanato da giornali patriottici come Libero e il Giornale. Invece a dirlo è stato solo il figlio del più fedele alleato del Berluska e questo è più che sufficiente per far perdonare frasi altrimenti gravissime per i nostri insani portatori di retorica nazionalista. Chiedere coerenza a certi personaggi mi sembra  una perdita di tempo, così come una perdita di tempo è mettersi a pensare (e a scrivere) di certe cose. In fondo non è che mi importi molto il Bossi jr pensiero. Mi fa sorridere pensare che un così modesto personaggio riesca persino ad essere un punto di riferimento politico per una larga parte dell’elettorato di destra. Uno potrebbe rincuorarsi all’idea che la destra abbia simili punti di riferimento, ma c’è sempre il rovescio della medaglia. Pensiamo a come sta la sinistra se, nonostante una destra così, riesce comunque a perdere…

14 aprile 2010

In memoria del capitano Raffaele Aversa


Sono ormai oltre 48 ore che penso a come impostare le mie considerazioni sull’iniziativa organizzata dall’amministrazione labicana per ricordare la figura del capitano Raffaele Aversa, valoroso ufficiale dei carabinieri che ha dedicato gli ultimi mesi della sua vita all’organizzazione delle forze di resistenza alla dittatura nazifascista e che è stato trucidato insieme ad altre 334 persone nel tristemente famoso eccidio delle fosse ardeatine. Il valore dell’iniziativa è troppo alto per rischiare di intorbidire queste riflessioni con notazioni critiche che potrebbero facilmente innescare sgradevoli polemiche. Mi asterrò quindi dal rilevare qualche inciampo diplomatico e cercherò di parlare esclusivamente delle - non marginali, va riconosciuto – sensazioni positive che la giornata di domenica 11 aprile mi ha lasciato.
Da troppo tempo, infatti, il nome di Raffaele Aversa campeggiava in modo anonimo sulla targa di una piccola strada di Labico. Nulla, fino a qualche tempo fa, era stato fatto per renderne viva e consapevole la memoria. Probabilmente, sempre fino a poco tempo fa, nessuno aveva la più pallida idea di chi diavolo fosse quel “Raffaele Aversa” a cui era stata intitolata quella traversa della via Casilina. Senza ombra di dubbio, il primo a “sollevare il caso” era stato Leonardo Saracini, il quale, dopo un’accurata ricerca aveva scritto un breve articolo in cui ricordava l’importanza della figura del capitano Aversa e in cui si chiedeva come mai nessuno avesse mai sentito il dovere di onorarne degnamente la memoria. Sono passati tre anni e l’appello di Leonardo ha avuto finalmente una doverosa risposta. L’amministrazione comunale ha deciso di intitolare il piazzale della stazione ferroviaria a Raffaele Aversa e di apporre una targa che ne ricordasse l’elevato valore di uomo e di militare.
E cosa ha fatto il capitano dei carabinieri, morto a 38 anni, per meritarsi la nostra riconoscenza? Ha fatto qualcosa di veramente importante e che, proprio in questa fase storica, viene drammaticamente sottovalutato se non proprio irriso anche da autorevoli esponenti politici: ha dato un contributo fondamentale alla lotta che ha permesso al nostro Paese di liberarsi dal giogo della dittatura nazifascista e di ritornare ad essere un paese libero. Il capitano Aversa, infatti, non solo ha partecipato alla cattura di Benito Mussolini - ossia di colui il quale ha gettato l’Italia nel più sanguinoso e cruento conflitto che la storia dell’umanità ricordi - ma ha anche partecipato attivamente all’organizzazione della Resistenza (con la R maiuscola), colpa per la quale è stato catturato, torturato e ucciso. E’ stato uno dei tanti che ha pagato con la vita la scelta di stare dalla parte della libertà e della democrazia, permettendo al nostro Paese – dopo venti lunghi anni di regime autoritario – di affermare una nuova forma di Stato, quella della Repubblica, fondata sull’inviolabilità di alcuni principi e valori fondamentali. Quei principi e quei valori che sono stati sanciti con l’approvazione – da parte dell’assemblea costituente – della nostra Carta Costituzionale. Non so descrivere il piacere che ho provato per avere avuto il privilegio di premiare proprio Gigliola Merusi, presidente della sezione ANPI di Frascati e Grottaferrata, ossia della persona che in quella circostanza rappresentava il valore della Resistenza opposta dai partigiani all’oppressione del fascismo e del nazismo. Un valore in cui ho sempre creduto al punto da iscrivermi – diversi anni or sono ormai – proprio all’ANPI (non per meriti diretti, ovviamente, ma grazie al fatto che lo Statuto dell’associazione consente ai non partigiani l’iscrizione, purché se ne condividano i principi). E così domenica ho avuto il piacere di premiare proprio la “mia” presidente ed è stato per me un momento di emozione vera, condivisa da tutto il gruppo di Cambiare e Vivere Labico, forse di commozione, sicuramente di gratitudine, perché sentivo in me la consapevolezza che grazie alle persone come lei e come il capitano Aversa godiamo di alcuni diritti inalienabili, che diamo per scontati, ma che tanto scontati non sono, visto che sono costati sofferenze e vite umane. Troppe sofferenze e troppe vite per poter essere dimenticate. E per questo noi, anche quest’anno, il 25 aprile saremo in piazza a rendere omaggio alla memoria di quelle vite.

11 aprile 2010

Gigliola Merusi alla commemorazione del capitano Aversa


 E' con grande piacere che pubblico sul mio blog il testo dell'intervento di Gigliola Merusi, presidente della sezione ANPI di Frascati e Grottaferrata, alla cerimonia di commemorazione del capitano Raffaele Aversa. Grazie a Gigliola Merusi per essere venuta a Labico a dare la propria testimonianza e per averci lasciato copia dell'intervento.

Ringrazio il Sindaco e la cittadinanza di Labico per aver voluto ricordare Raffaele Aversa con l'intitolazione del Piazzale della Stazione e l'apposizione di una lapide in sua memoria e di avere invitato l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ad unirsi alla sua commemorazione.
Ho incontrato la prima volta il Capitano Raffaele Aversa al secondo piano di Via Tasso, al Museo della Resistenza, dove ora c'è una sua fotografia, perché qui soggiornò per due mesi di interrogatori nelle mani dei nazifascisti, ma non parlò e non denunciò.
Tutti sapete che Raffaele Aversa poi è stato fucilato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine insieme ad altri resistenti, a civili inermi e altri cittadini romani altrettanto inermi ma con la grave colpa di essere ebrei: un eccidio di 335 persone fra cui anche ragazzi giovanissimi.
Il Capitano Raffaele Aversa, figlio di un sottoufficiale dei carabinieri ed ufficiale a sua volta nell'arma dei carabinieri, che già si era distinto nella campagna di Russia meritandosi una croce di guerra, in collegamento con il colonnello Cordero Lanza di Montezemolo, fu tra i più attivi nell'organizzare e coordinare gruppi di militari resistenti sulla piazza di Roma, per cui fu decorato di medaglia d'oro alla memoria.
I valori che hanno mosso Raffaele Aversa come tanti altri militari insieme a donne e uomini cittadini comuni a combattere contro il dispotismo e la barbarie sono i valori che ci hanno portato ad uno stato democratico suggellato dalla Costituzione della nostra Repubblica: democrazia, libertà. eguaglianza e solidarietà.
Questi valori sono ancora attuali e vanno difesi e trasmessi alle nuove generazioni anche con l'insegnamento della storia nelle scuole di ogni ordine e grado. La difesa della nostra costituzione ci deve far operare per mantenere una società umana, dove ogni persona abbia diritto ad una vita dignitosa, al lavoro, alla propria idealità e religiosità e cultura, ad essere completamente se stessa al di là di ogni razzismo: combattendo ogni forma di diseguaglianza, xenofobia e omofobia.
L'ANPI si fa carico di ricordare la resistenza e i morti che la guerra di liberazione è costata ed operare oggi affinchè non si abbiano più vite spezzate in maniera così barbara e, per onorare queste figure che da persone normali sono dovute diventare eroi, vuole che sia rispettato il dettato dell'articolo 11 della Costituzione con cui si ripudia la guerra in ogni sua forma.
Ricordando il capitano Raffaele Aversa medaglia d'oro al valore militare alla memoria e quanto la sua forza morale ci ha insegnato e può ancora insegnarci l'ANPI auspica che queste commemorazioni ci facciano apprezzare sempre di più la libertà, la democrazia e la pace.
Quindi la salvaguardia della Costituzione è il dovere che l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ricorda a tutti noi per mantenere sempre vivi i grandi valori che essa promuove e come la loro difesa ci aiuti ad avere un società più umana e più giusta.
Concludo auspicando che il prossimo 25 aprile, festa della liberazione d'Italia dai totalitarismi fascista e nazista, divenga quindi un giorno di grande mobilitazione civile e unitaria, di presa di coscienza di tutti noi per essere uniti nella difesa e nell'affermazione dei principi e dei valori della Costituzione.

Gigliola Merusi

Labico, 11 aprile 2010

9 aprile 2010

Movimenti sospetti


La nostra interrogazione al Sindaco


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg

I sottoscritti consiglieri interrogano il sindaco per sapere, premesso che:

- da alcuni mesi si registra un andirivieni di camion che da località imprecisate conferiscono tonnellate di materiale terroso in un terreno situato in località Casali ed in prossimità della linea ferroviaria;


se il Sindaco sia informato del cospicuo movimento di terra segnalato dagli scriventi;

se il Sindaco abbia verificato o intenda verificare che le attività sopra descritte stiano avvenendo nel pieno rispetto della normativa vigente, siano munite delle prescritte autorizzazioni e non comportino alcun rischio ambientale;

se sia stata fatta una perizia geologica per assicurare che il conferimento di una così grande quantità di materiale inerte in un’area la cui conformazione morfologica potrebbe comportare il rischio di frane non crei potenziali pericoli per la sicurezza della linea ferroviaria sottostante, così come avvenuto con una frana che alcuni anni fa bloccò per due giorni il transito dei treni; tra le cause della frana venne ipotizzata proprio la presenza di notevoli quantitativi di terra di riporto.


BERLENGHI, SPEZZANO, GIOVANNOLI, PARIS, TULLI

3 aprile 2010

Operazione trasparenza



Pubblico il lauto compenso percepito per la mia attività di consigliere comunale per l'anno 2009. L'intero importo (la bellezza di 280 euro) è stato versato nelle casse del gruppo di opposizione "Cambiare e Vivere Labico" per contribuire alle spese dell'attività politica.

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura