21 giugno 2011

Interrogazione Villa Giuliani


Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale


Per sapere, premesso che:

·        il Comune di Labico possiede uno straordinario parco urbano, situato all’interno di Palazzo Giuliani, il cui godimento è precluso all’intera cittadinanza;
·        recentemente, la giunta municipale ha approvato una delibera con cui si prevede la possibilità che il parco venga concesso – dietro pagamento di un corrispettivo e previo messa in sicurezza dell’area – per cerimonie nuziali;
·        sarebbe auspicabile prevedere una più ampia possibilità di fruizione da parte di tutti, considerata la felice collocazione e la bellezza di un luogo altrimenti trascurato ed abbandonato;


·        In che modo il Sindaco e la Giunta intendano valorizzare il parco di Villa Giuliani e se intendano continuare a negarne l’accesso e l’utilizzo ai cittadini di Labico.


Vista l'importanza dell'interrogazione, si chiede risposta urgente e l'inserimento di tale punto fra gli ordini del giorno del prossimo Consiglio Comunale.

Interrogazione parco Tulli e campo di calcetto


Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale


Per sapere, premesso che:

·        da diversi anni si segnala l’inadeguatezza della gestione del parco Tulli e del campo di calcetto da parte dell’amministrazione comunale;
·        sono stati fatti alcuni interventi, che hanno consentito una parziale fruibilità della zona, ma rimangono alcune significative criticità;
·        in particolare si segnala la mancanza di un’organizzazione della fruizione del campo, che viene utilizzato senza che vi siano delle regole a disciplinarne l’accesso;
·        gli spogliatoi non risultano ancora utilizzabili, nonostante siano stati oggetto di lavori di ristrutturazione;
·        la recinzione del parco Tulli non viene chiusa la sera, rendendo più agevole l’accesso da parte di chiunque, col rischio di atti di vandalismo e di disturbo alla quiete pubblica, come già segnalato più volte dagli abitanti della zona;

·        quanto siano costati all’amministrazione comunale i lavori di sistemazione del parco e i lavori di rifacimento degli spogliatoi degli impianti sportivi;
·        in che modo l’amministrazione intenda gestire gli impianti sportivi e se intenda proseguire nel consentirne l’uso con le modalità attuali e senza alcun controllo;
·        se e quando verranno resi fruibili gli spogliatoi e se le modalità di utilizzazione saranno i medesimi del campetto;
·        con quali strumenti il Sindaco e la Giunta intendano salvaguardare una delle poche aree verdi pubbliche del paese, prevenendo ogni possibile utilizzo improprio ed eventuali problemi di schiamazzi notturni.
Vista l'importanza dell'interrogazione, si chiede risposta urgente e l'inserimento di tale punto fra gli ordini del giorno del prossimo Consiglio Comunale.

15 giugno 2011

E questa è casa mia, e qui comando io...


La risposta di Galli sulla vicenda della sala di Palazzo Giuliani, conferma ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – che la sua visione dell’amministrazione della cosa pubblica si basa su un gigantesco equivoco. Il nostro vicesindaco è convinto, infatti, che il conferimento di un ruolo politico-amministrativo a seguito di un successo elettorale equivalga all’attribuzione di un potere assoluto su tutto ciò che è di competenza comunale. Se il comune possiede degli immobili, lui ne può fare l’uso che vuole, concedendone l’uso a chi decide lui, senza essere tenuto a spiegare alcunché a chicchessia. Riesce a considerare suoi anche i soldi del bilancio comunale. Gli capita spesso, infatti, di parlarne in prima persona, qualche volta al plurale, molto spesso al singolare. “Ho finanziato questo, ho comprato quello, ti ho dato 1000 euro per l’iniziativa”. Ché uno potrebbe pensare che i soldi siano i suoi. E invece sono i soldi nostri. Ne è talmente convinto da essere imputato per un reato contro la pubblica amministrazione. Aveva, infatti, deciso di dare soldi pubblici ad un privato senza degnarsi di dare troppe spiegazioni.
Tornando alla questione della sala forse è il caso di ricostruire brevemente i fatti. Il comitato elettorale – non il sottoscritto e non l’opposizione consiliare – aveva presentato una richiesta di utilizzo della sala per un’iniziativa informativa sui referendum. Il vicesindaco aveva risposto di no, adducendo come motivazione l’esistenza di uno stravagante regolamento adottato in fretta e furia dalla giunta comunale con il preciso obiettivo di negare gli spazi comunali alle realtà sgradite all’amministrazione. Un regolamento sconfessato dalla stessa maggioranza con l’approvazione di un ordine del giorno che ne chiedeva l’immediato ritiro. Per fortuna è ormai risaputo gli impegni che assume questa maggioranza – e in particolare il sindaco - valgono quanto il due di coppe quando regna bastoni e nessuno con un po’ di buonsenso farebbe affidamento sulle loro chiacchiere. Sta di fatto che la delibera n. 95 è la norma più derogata d’Italia. Lo stesso Giordani ha organizzato – in barba alla delibera – una bella cerimonia privata per la sua investitura a cavaliere templare.
A seguito del primo diniego un esponente del comitato, Ilario Ilari, è andato a parlare con il vicesindaco e, dopo una breve conversazione in presenza di tutta la giunta, ha ottenuto – verbalmente – la disponibilità della sala. “Bisogna solo ripresentare la domanda, per ragioni burocratiche”. La presidente del comitato ripresenta la domanda e, dopo un’altra settimana, arriva il secondo rifiuto. Questa volta firmato dal sindaco, perché, a suo dire, la richiesta era priva della motivazione. Altra visita ai potenti – questa volta con due esponenti del comitato, Giulia Lorenzon e Ilario Ilari, accompagnati dal sottoscritto -, altro chiarimento e, in mancanza di ragionevoli motivazioni per negare l’uso della sala, hanno dato il nulla osta.
La portavoce del comitato se n’era andata soddisfatta, pensando che i problemi fossero finiti lì. Le due massime autorità cittadine – sindaco e vicesindaco – avevano riconosciuto che non c’era un motivo plausibile per precludere la disponibilità della sala al comitato e il sindaco aveva sottoscritto l’autorizzazione. Solo nel pomeriggio Giulia Lorenzon aveva scoperto che – secondo le brillanti menti che amministrano il nostro comune – avrebbe dovuto farsi carico di trovare le chiavi. Anzi avrebbe anche dovuto sapere “chi” aveva le chiavi. Già perché a Labico non c’è nulla di chiaro. Non si è neppure mai capito quale dipendente del comune abbia la responsabilità della sala. Il “capo area” non c’è da tempo e gli amministratori non si sono mai preoccupati di affrontare il problema. Del resto è difficile aspettarsi che affrontino i problemi coloro i quali sono soliti crearli, i problemi. Resta il fatto che il patetico tentativo di ostacolare l’iniziativa referendaria non è andato in porto. Il referendum è andato benissimo e Labico ha registrato un’affluenza media sopra al dato nazionale. Alla faccia di Galli e Giordani.

6 giugno 2011

Tangenti nel comune di Labico

"La notizia degli arresti a seguito di tangenti per licenze NCC che coinvolge uno dei funzionari del nostro comune, non fa che aumentare in noi la convinzione che una maggiore trasparenza nell'amministrazione della cosa pubblica sia quanto mai necessaria nel comune di Labico". Lo dichiara Tullio Berlenghi, capogruppo di minoranza a Labico, a commento della notizia dei tre arresti di questa mattina.
"I silenzi e la mancanza di informazione che hanno caratterizzato per anni, e continuano a caratterizzare la gestione pubblica labicana, sono, in tutta evidenza, terreno fertile per eventuali irregolarità amministrative. Non intendiamo entrare nel merito della vicenda riguardante l’anomala concessione di licenze di noleggio con conducente. Preferiamo attendere - prosegue l'esponente di Cambiare e Vivere Labico - gli esiti del lavoro della magistratura, nei confronti della quale riponiamo la massima fiducia, e siamo certi che si arriverà ad un chiarimento definitivo su questa allarmante vicenda (sulla quale si sta indagando da mesi), accertando la presenza di violazioni di legge e stabilendo eventuali responsabilità penali. Indubbiamente merita una riflessione – conclude  Tullio Berlenghi – il fatto che l’amministrazione comunale sia – e si dichiari – all’oscuro di tutto: nella migliore delle ipotesi avremmo a che fare con un sindaco ed una giunta incapaci di controllare la correttezza del funzionamento della macchina amministrativa. E non è certo un bel segnale per i cittadini".

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura