11 gennaio 2018

Labico, sei mesi dopo.


Sei mesi. Pochi per fare un bilancio, ma sufficienti per farsi un’idea di come stia lavorando la nuova amministrazione comunale. Premetto subito, a scanso di equivoci, che il mio è un giudizio di parte, perché ho sostenuto sin dall’inizio l’attuale giunta. A differenza di quanto si possa pensare essere di parte non significa necessariamente essere incapaci di un’autonomia di giudizio. Anzi, nel mio caso essere di parte vuol dire essere ancora più attento e severo sui temi che mi stanno maggiormente a cuore.
Proviamo dunque a fare una prima (e necessariamente incompleta) valutazione per capire se davvero la nuova giunta sta cercando di realizzare quel “cambio di rotta” tanto atteso, come dimostra l’eclatante responso delle urne del giugno 2017.

Squadra. Intanto la composizione della squadra. Un gruppo determinato, affiatato, composto da persone competenti. Per la prima volta c’è anche una vera parità di genere, non soltanto grazie alla doppia preferenza di genere, ma perché abbiamo per la prima volta due donne in giunta, una delle quali è vicesindaco. Una parità non nominale, ma sostanziale, visto che tutte le donne che fanno parte della maggioranza sono molto preparate e determinate.
Visione. Un altro aspetto fortemente innovativo è dato da una visione diametralmente opposta di come si guida una pubblica amministrazione. Siamo passati dall’occupazione del potere fine a se stessa, con il sindaco padre-padrone ed un gruppo di fedelissimi esecutori, alla gestione collegiale della cosa pubblica, con il sindaco che sceglie una squadra in base a capacità e competenze, delega l’azione di governo sui singoli settori, coinvolge tutti nei processi decisionali, ascolta con rispetto suggerimenti e consigli di chiunque abbia sufficiente autorevolezza.
Trasparenza. Anche qui va fatto il confronto (impietoso) con il passato. Ricordiamo tutti che il precedente sindaco aveva vietato le registrazioni audio e video dei consigli comunali, appellandosi persino al “Codice della privacy”, pur di tenere la cittadinanza all’oscuro di quello che succedeva nel palazzo. Ricordiamo addirittura l’episodio in cui aveva chiamato le forze dell’ordine per mandare via un deputato della Repubblica che cercava di riprendere un consiglio comunale. Scene imbarazzanti che per fortuna sono state archiviate, ma non dimenticate. Adesso lo streaming dei consigli comunali è fatto dalla stessa amministrazione. In modo approssimativo, imperfetto, con problemi tecnici di vario tipo, certo. Però la volontà è chiara: questa amministrazione non ha nessuna intenzione di nascondersi e anzi mette tutti i cittadini nelle condizioni di seguire quello che succede nel “Palazzo”, non solo con la diretta video delle sedute, ma anche con le convocazioni in giorni e orari che permettono una maggiore partecipazione.
Privilegi. E’ un segnale, piccolo, piccolissimo, ma decisamente apprezzabile. E’ stato immediatamente eliminato il parcheggio riservato del Sindaco. Uno spazio pubblico era sottratto alla collettività e destinato esclusivamente ad un singolo cittadino, il quale ne usufruiva non solo per gli impegni istituzionali, ma anche semplicemente per andare a messa la domenica. Un privilegio in stile borbonico inaccettabile.
Estate labicana. Qui non mi dilungo (anche perché ne ho già parlato qui), perché il cambiamento è stato talmente clamoroso da aver ricevuto l’apprezzamento pressoché unanime dell’intera popolazione. Vorrei citare solo la straordinaria esperienza delle fraschette, che ha permesso a centinaia di persone di godere tre serate indimenticabili. L’estate labicana ha permesso alle tantissime risorse di cui dispone Labico di esprimere al meglio tutte le proprie potenzialità e anche questo dà la misura del cambiamento: prima le associazioni erano a malapena tollerate, tranne quelle “amiche”, adesso sono tutte, senza distinzioni, coinvolte e valorizzate.
Conti pubblici. Non si potevano fare i miracoli e nessuno l’aveva promesso. Però si è capito subito che il bilancio comunale devastato dalla politica dissennata degli ultimi anni (ricordo soltanto il “buco” causato dalla vicenda dei depuratori) è finito nelle mani di chi ha le qualità per rimetterlo in sesto. Ci vorrà tempo e bisognerà ancora contenere le spese, ma forse una piccola luce in fondo al tunnel si inizia a vedere.
Territorio. C’è ancora molto da fare, indubbiamente. Però anche qui l’amministrazione ha coinvolto positivamente le generose realtà locali e ha permesso che venisse riqualificato e valorizzato lo splendido itinerario delle fonti, in abbandono da molti anni e che è stato “riscoperto” e apprezzato da tantissimi cittadini labicani.


Molti altri temi dovranno essere affrontati e si attendono sfide difficili, in gran parte dovute alla pesante eredità del passato: urbanistica, rifiuti, servizio idrico integrato, opere pubbliche, servizi. Non sarà facile. Intanto mi piace sottolineare che - mentre le passate amministrazioni, una volta vinte le elezioni, si barricavano nel Palazzo comunale per uscirne solo dopo quattro anni e mezzo in vista della campagna elettorale – l’attuale sindaco e la sua squadra incontreranno (domenica 14 gennaio) la cittadinanza per confrontarsi sul lavoro fatto in questi sei mesi e sulle molte cose da fare nei prossimi quattro anni (una la suggerisco io: la biblioteca). Si chiama “partecipazione” ed è una bella parola, perché ci invita ad essere parte attiva di quel delicato processo che è la gestione della cosa pubblica. Ci appartiene e ne facciamo parte, tutti: sindaco, consiglieri, cittadini.

Alle colonne d'Ercole

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La mia ultima avventura