24 agosto 2012

Mamme vigili e amministratori distratti


Insomma, non faccio in tempo a scrivere un articolo sulla sciatteria dei nostri amministratori che, pronta, arriva la loro risposta. Non con le chiacchiere, ma con i fatti, come sempre, pubblicando l’avviso pubblico per il servizio di mamme vigili. “Molto interessante”, penso. Sicuramente, dopo aver rimediato l’ennesima figuraccia, avranno messo la giusta attenzione nello svolgimento dell’iter amministrativo necessario all’avvio del nuovo servizio. Forte di questa convinzione mi accingo a leggere l’atto. E’ un semplice avviso pubblico con cui si informa la cittadinanza dell’esistenza di questo progetto. Mi sembra corretto, rifletto, questa è soltanto la comunicazione istituzionale, all’interno della quale ci sarà il riferimento agli atti amministrativi necessari per rendere efficace, sul piano giuridico, il proposito della maggioranza. Leggo e rileggo l’avviso. Nessun riferimento ad alcunché. Da come è scritto sembra che sia l’avviso stesso la “fonte normativa”. A quanto pare non è cambiato proprio nulla. Mi chiedo allora come sia venuta in mente l’idea di istituire questo servizio e in che modo l’abbiano realizzata. Perché, è noto, i nostri amministratori non solo non brillano certo per le idee, ma, al momento di attuarle, ne combinano una dietro l’altra. Leggo il testo dell’avviso e sento subito puzza di bruciato. Qualcosa non mi quadra. Un po’ come quando l’insegnante di italiano correggeva i compiti in classe e, a qualcuno, scriveva “non è farina del tuo sacco”. Certo, per quel che riguarda la pubblica amministrazione, non considero l’atto di copiare qualcosa di negativo, tutt’altro. Anzi, le buone idee sono sempre le benvenute e copiarle rende onore agli amministratori che le “importano” nella propria realtà locale. Ma il punto, evidentemente, non è questo. Un conto è prendere spunto da ciò che si ritiene valido, un altro è scopiazzare senza un briciolo di filtro, di valutazione, di analisi. E’, purtroppo, quello che è successo a Labico. Qualcuno avrà detto: perché non istituiamo le “mamme vigili”? E qualcun altro avrà risposto: ottima idea, prepara un atto? Che tipo di atto? Ma che ne so io: una delibera di consiglio, meglio di no, se no ci tocca convocare il consiglio comunale: Una di giunta? Eh, forse, ma quelli stanno sempre col fucile puntato. Meglio una cosetta meno evidente. Un’ordinanza del sindaco? Eh, bravo. Così, se c’è qualcosa che non va la colpa è tutta del sindaco. No, no. Facciamo una robina tranquilla. Mettiamo tutto in un avviso pubblico e passa la paura. E che ci scriviamo? Cerca su internet, qualcosa si dovrebbe trovare. Ah, ecco, le mamme di Valmontone. No, no, troppo vicino, magari se ne accorgono. Eccone un altro: il comune di Monteroni di Lecce. Mi sembra abbastanza lontano. Perfetto.
Peccato che internet annulli completamente le distanze e Monteroni o Valmontone sul web sono alla stessa identica distanza (e qualcuno lo dovrà spiegare ai nostri amministratori) . Non è stato difficile, quindi, ripescare l’atto originale: il regolamento del servizio delle mamme vigili di Monteroni di Lecce. Il contenuto dell’avviso labicano è sostanzialmente identico ad alcuni articoli del regolamento salentino. Vediamo le differenze. La prima è che nel regolamento del comune pugliese ci sono anche delle indicazioni sulle mansioni delle mamme vigili, mentre a Labico è tutto più fumoso. L’altra differenza è che a Labico l’ipotesi è quella di individuare due mamme (i maliziosi potrebbero pensare che siano già state scelte), per le quali è previsto un rimborso spese di 120 euro al mese. A Monteroni si stabilisce un meccanismo di rotazione e la totale gratuità dell’impegno. L’ultima differenza è – ancora una volta – nell’applicazione dei principi di legalità e trasparenza. In Puglia si è scelto di discutere l’atto in consiglio comunale, a Labico si è fatto tutto nelle segrete stanze, nonostante da noi il servizio abbia un costo per la collettività e sia necessario un impegno di spesa. Siamo nel solco della tradizione e non è una buona notizia.


Per chi ha voglia di annoiarsi ecco il confronto tra i due testi:

Avviso del comune di Labico
Regolamento del comune di Monteroni di Lecce  (approvato in consiglio comunale)

Art. 1
Premessa
La citta’ di Labico attraverso il progetto mamme vigili intende raggiungere scopi e finalità di rilevanza sociale e mira ad ottenere risultati positivi ed apprezzamenti da parte dei responsabili delle scuole e da parte dei genitori degli alunni.

La Città di Monteroni di Lecce attraverso il progetto Mamme Vigili, intende raggiungere scopi e finalità di rilevanza sociale e mira ad ottenere risultati positivi ed apprezzamenti da parte dei responsabili delle scuole e da parte dei genitori degli alunni.


Art. 4
Servizio
Il servizio si esplica esclusivamente nell’attivita’ di vigilanza presso le scuole cittadine (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) negli orari di entrata (07,45 - 09,00) e di uscita (13,00 - 13,30).
Il servizio si esplica esclusivamente nell’attività di vigilanza presso le scuole cittadine (elementari e medie) negli orari di entrata (08,00 – 09,00)  e di uscita (13,00 – 14,00).
La Mamma Vigile, in caso  di rifiuto  per tre volte, verrà  considerato decaduto dall’incarico.
Prima dell’inizio di ogni anno scolastico verranno assegnati alle Mamme Vigili i compiti, con l’indicazione degli orari di entrata e di uscita dalle scuole.
Verranno  inoltre,  consegnati  idonei  elementi  di  riconoscimento  (  gilet,  berretti, manicotti  e  palette  rifrangenti  con  la  dicitura  “  Servizio  Protezione  Scolari”)  e relativo tesserino rilasciato dall'Amministrazione Comunale, che  dovranno essere riconsegnati in buono stato di conservazione (salvo il normale deterioramento per l’uso), alla fine dell’anno scolastico.
L’attività dei volontari non può essere retribuita in alcun modo.

Le mamme vigili saranno assicurate a spese dell’amministrazione comunale contro eventuali infortuni in cui potrebbero incorrere e contro danni che potrebbero arrecare a terzi nello svolgimento delle mansioni loro affidate. 
Tutte le Mamme Vigile, saranno assicurate, con spesa a carico dall’Amministrazione Comunale contro eventuali infortuni in cui potrebbero incorrere e contro i danni che potrebbero arrecare a terzi nello svolgimento delle mansioni loro affidate.

Art. 2
Requisiti


Il  Sindaco  con  bando  pubblico  invita  le  mamme  interessate  a  far  pervenire  la domanda entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando.
Sono previste per l’espletamento del servizio due mamme vigili che dovranno avere i seguenti requisiti:
Le Mamme impiegate nel progetto, per essere idonee  dovranno possedere i seguenti requisiti:

essere residenti nel comune di Labico;
avere figli in eta’ compresa tra i 03 ai 16 anni che frequentano la scuola dell’obbligo;
essere residenti nel Comune di Monteroni di Lecce;
avere figli di età compresa tra i 03 ai 16 anni che frequentano la scuoladell’obbligo;

diritto di voto;
idoneita’ fisica (attestata da certificazione medica);
godimento dei diritti civili e politici,
assenza di condanne a pene detentive,
non essere state condannate con sentenza di primo grado per delitti non colposi commessi mediante violenza contro Persone o per delitti riguardanti l’appartenenza a gruppi eversivi e/o di criminalita’ organizzata.

idoneità fisica (attestata da certificazione medica);
godimento dei diritti civili e politici;
assenza di condanne a pene detentive;
non  essere  state  condannate  con  sentenza  di  primo  grado  per  delitti  non colposi commessi mediante violenza contro persone o per delitti riguardanti l’appartenenza a gruppi eversivi e/o di criminalità organizzata;


Le Mamme idonee o incaricate parteciperanno ad una successiva formazione, a cura del personale del Corpo di Polizia Municipale.


Art. 3
Ufficio Responsabile

L’ufficio responsabile del servizio e’ l’ufficio di polizia municipale che provvedera’ prima dell’inizio dell’anno scolastico alla Formazione e alla consegna alle mamme incaricate di idonei elementi di riconoscimento.
Per l’epletamento del servizio e’ previsto un rimborso spese di euro 120,00 mensili (nei mesi di settembre e giugno il rimborso spese e’ rapportato ai giorni di sevizio prestato)
Le mamme interessate dovranno far pervenire presso l’ufficio protocollo del comune di labico in via giacomo matteotti 8 apposita richiesta di partecipazione all’avviso pubblico con allegata copia del documento di  riconoscimento e di dichiarazione sostitutiva unica (i.s.e.e.) redditi 2011 entro il termine del 07-09-2012.
Qualora le richieste di partecipazione all’avviso fossero piu’ di due verranno prese in considerazione quelle con il reddito i.s.e.e. piu’ basso.
L’Ufficio responsabile del servizio è l’Ufficio del Comando Vigili Urbani della Città di Monteroni di Lecce.
Le Mamme incaricate sono tenute a rispettare le disposizioni a loro impartite, in conformità al presente Regolamento.
Le Mamme Vigile, in caso di malattia o altro impedimento devono darne tempestiva informazione ad uno degli Uffici su elencati che provvederanno alla loro sostituzione.

Art. 5
Servizio davanti alle scuole

Il servizio prevede una prestazione che va a coprire gli orari di entrata e di uscita delle scuole;
Il rapporto tra i volontari, gli alunni e i loro accompagnatori deve essere improntato all’educazione, al rispetto e alla tolleranza;
La  Mamma  Vigile  deve  stazionare  davanti  alla  scuola  assegnata,controllando  ed agevolando l'attraversamento della strada da parte degli alunni, impedendo loro di attraversare al sopraggiungere di un veicolo, svolgendo, in sintesi, solo un'attività di protezione e di giuda nei confronti degli alunni.
Laddove  davanti  alla  scuola  vi  sia  un  operatore  del  Comando  Vigili  Urbani,  il volontario deve collaborare senza interferire o sostituirsi all’agente.
La Mamma Vigile deve segnalare eventuali anomalie sia accertate durante il servizio che riferite da cittadini alla Polizia Municipale.
La Mamma Vigile non deve procedere a contatti verbali con eventuali trasgressori, ma deve segnalare il fatto accaduto alla Polizia Municipale.
La Mamma Vigile deve svolgere attività di custodia davanti alle scuole quando gli alunni restano incustoditi in attesa dei genitori  e dello scuolabus assicurandosi che dallo stesso la discesa dei bambini avvenga in perfetto ordine e sicurezza.

16 agosto 2012

Inguaribilmente sciatti: per caso o per scelta?


In un impeto autolesionista ferragostano ho dato un’occhiata al sito del comune e mi sono imbattuto nelle ultime delibere di giunta pubblicate. Ancora una volta ho potuto constatare la pervicace sciatteria con cui vengono redatti atti importanti, dai quali dipende il buon funzionamento della macchina amministrativa, i cui effetti riguardano tutti noi. La prima cosa che salta agli occhi è il mancato rispetto dell’ordine cronologico di pubblicazione. Ragion per cui la delibera n. 46, del 13 luglio, è stata pubblicata dopo la delibera n. 49, approvata il 26 luglio. La prima è stata pubblicata il 13 agosto (un mese dopo l’approvazione) e la seconda il 2 agosto (nemmeno una settimana dopo l’approvazione). Sciocchezze, si dirà. Mica possiamo stare qui a sindacare su ogni dettaglio marginale. Nella passata consiliatura ebbi già modo di imbarcarmi in un’accesa polemica con l’allora segretario comunale, anche lui troppo disponibile ad avallare alcune procedure al limite della correttezza. Il risultato fu che si trovò costretto ad annullare una delibera di giunta, con tanto di data e numero, ma “congelata” in attesa di non si sa bene quali elementi. Nella circostanza ero del tutto ignaro di cosa ci fosse dietro all’operazione, ma chiesi il rispetto di uno dei principi basilari dell’attività della pubblica amministrazione: la forma degli atti. E non per ragioni di mera apparenza stilistica, ma perché dietro ad ogni sciatteria possono nascondersi insidie ben più gravi e veri propri aggiramenti della legge. Ad esempio, col trucco della delibera datata e numerata, ma non pubblicata, è facilissimo scrivere la delibera “alla bisogna” sulla base di sopravvenute esigenze di carattere “politico”. In questo modo diventa, di fatto, possibile redigere atti amministrativi, non solo ad efficacia retroattiva, ma sui quali nessun cittadino farebbe in tempo ad esercitare eventuali diritti (ad es. l’impugnazione), perché semplicemente non ne avrebbe il tempo.
Un'altra “perla” che ho trovato riguarda una delibera approvata con due soli presenti: sindaco e vicesindaco. C’è, in primo luogo, un aspetto formale. Non c’era, in quella circostanza, la maggioranza dei membri della giunta. E il nostro statuto prevede che, per la validità delle deliberazioni di giunta, debbano partecipare tre membri della stessa. Certo, la legge ha imposto un taglio – sia di consiglieri che di assessori – ma, eventualmente, bisognerebbe adeguare lo statuto (e avrei comunque delle riserve) e non applicarlo o disapplicarlo a seconda della convenienza. Ma il vero nodo della questione non è formale, è sostanziale. Possibile che il nostro sindaco non sia riuscito ad individuare tre persone disponibili a svolgere in pieno il proprio mandato assessorile? E’ questo il senso di responsabilità di chi ci amministra? Nemmeno la fatica di partecipare alle sedute di giunta?
Tra l’altro la delibera in questione è di enorme importanza, visto che riguarda l’adeguamento del secondo depuratore (Fontana Marchetta). Siamo di fronte ad un appalto, affidato senza gara direttamente ad una ditta individuata secondo una non meglio precisata “ricerca di mercato”, sulla base di un’inesistente (almeno agli atti) proposta di una ditta, senza alcun riferimento sui costi dell’intervento. Il tutto ad opera di due sole persone: Alfredo Galli e Giorgio Scaccia. E non credo che sia un caso – sempre a proposito della forma degli atti – che manchi il visto di regolarità contabile dell’atto. Perché, tra le tante mancanze, l’elemento che sicuramente difetta alla delibera è la sua regolarità contabile. E non mi stupisce che il responsabile del dipartimento si sia guardato bene dall’avallare una simile mostruosità giuridico-amministrativa. In sostanza per sanare gli errori e le omissioni di queste persone stiamo lasciando che le stesse immarcescibili figure politiche individuino ed avviino le soluzioni.. Purtroppo i metodi e le procedure sembrano essere ancora gli stessi e, temo, anche i risultati.
Ma torniamo alla delibera “congelata” e notiamo un’altra pregevolezza. L’oggetto della delibera è l’estate labicana e l’assessore di riferimento è, ovviamente, Nadia Ricci. Si suppone, leggendo la parte introduttiva della delibera, che sia stata lei (e comunque il suo assessorato) a curarne il contenuto. E mai e poi mai, avremmo giurato, si sarebbe sognata di non partecipare alla seduta di giunta in cui si approvava l’estate labicana. Invece, a leggere il frontespizio della delibera, lei risulta l’unica assente. Salvo poi apporre la propria firma – in qualità di assessore di riferimento – in calce all’atto. Curioso, vero? So già che si dirà che c’è stato un “mero errore materiale” e che, come al solito, l’opposizione si aggrappa a qualsiasi pretesto pur di criticare l’operato della maggioranza. Troppo facile. La sensazione è che – con la presunzione di buona fede - questa superficialità sia troppo persino per il più sconsiderato degli sciatti. Poi, con un po’ di malizia, si può sempre pensare che dietro all’apparente casualità ci sia un disegno ben preciso. Quanto sarà agevole, infatti, celare imbrogli e irregolarità in una situazione in cui regna il caos più completo, dove ogni singolo elemento essenziale di un atto amministrativo (data, firma, oggetto, pareri, allegati) è potenzialmente errato, incompleto o mancante, dove spariscono i documenti e non si trovano i fascicoli, in cui persino gli assessori e i capidipartimento non si sa bene se ricoprono o meno l’incarico (memorabile l’assessore “fantasma” della scorsa consiliatura) e tutto viene gestito con disarmante pressapochismo? Abbastanza agevole. Anzi, molto. Forse troppo. Lo testimoniano le tante volte che le responsabilità di questa classe politica si sono trasformate in costi per l’intera collettività. Quando la percezione di quanto sia pesante il fardello che siamo costretti a sopportare sarà sufficientemente chiara, riusciremo a liberarcene. Non credo che manchi molto.

P.S. - Si vocifera che la candidatura e la nomina di Mirko Ulsi siano legate all’esigenza, tutta personale, di un trasferimento. Spero che si tratti di amene chiacchiere di paese, ma se così fosse sarebbe un gravissimo (anche se non certo isolato) utilizzo improprio e “privato” della pubblica amministrazione. Chi svolge l’incarico di assessore (incarico retribuito, peraltro) dovrebbe mettersi a disposizione a tempo pieno per la collettività, non tanto per l’indennità percepita, quanto per la grande responsabilità che ci si assume di fronte alla propria cittadinanza. Prendere un incarico e disinteressarsi dell’onere che implica è un comportamento che tradisce la fiducia dei propri elettori e di tutto il paese. Speriamo quindi che così non sia e che il nostro giovane assessore cambi rotta e svolga il proprio ruolo con la dedizione e l’impegno che merita, fino alla fine del mandato. Una sua eventuale sostituzione a trasferimento avvenuto avrebbe il sapore di un oltraggio alla correttezza e al buonsenso e mi auguro che nessun aspirante assessore intenda prestarsi a equivoche manovre di potere.

10 agosto 2012

Interrogazione personale del Comune

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg



Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, per sapere, premesso che:

-          negli uffici dell’amministrazione comunale, oltre ai dipendenti regolarmente inquadrati all’interno della pianta organica, circolano diverse persone delle quali non sono chiare qualifiche, funzioni e responsabilità;
-          in alcuni casi si tratta di persone che, per ragioni non meglio chiarite, sembrano essere parte integrante degli uffici e avere libero accesso alla documentazione della pubblica amministrazione, la stessa documentazione per la quale molto spesso l’accesso agli stessi consiglieri comunali è precluso o reso inutilmente gravoso;


se il Sindaco intenda rendere pubblica l’intera composizione del personale che, a qualunque titolo, opera all’interno dell’amministrazione comunale, specificandone in modo chiaro funzioni, compiti, ruoli, responsabilità, ufficio di competenza e trattamento retributivo;
se vi siano o vi siano state situazioni di presenza di persone estranee all’amministrazione all’interno degli uffici e quali siano le motivazioni;
se il Sindaco sia consapevole delle eventuali conseguenze di danni all’amministrazione comunale derivanti da azioni o omissioni di persone prive di alcun titolo per svolgere incarichi all’interno della pubblica amministrazione e se si ritenga personalmente responsabile di tutto ciò che una così superficiale gestione della cosa pubblica potrebbe causare;
se non ritenga di dover fare applicare in modo tassativo la normativa che stabilisce che i dipendenti pubblici debbano essere muniti di un cartellino di identificazione, al fine di rendere più trasparente il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione e se non ritenga di dover affiggere, all’esterno di ogni ufficio, l’elenco dei dipendenti e dei collaboratori muniti di un regolare rapporto di lavoro o di collaborazione con le relative mansioni.


SPEZZANO

8 agosto 2012

Interrogazione sversamento liquami fosso Centogocce


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg



Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, per sapere, premesso che:

-          il 19 aprile 2012 la magistratura ha disposto il sequestro dei depuratori comunali di Labico, poiché non erano in grado di garantire il corretto trattamento delle acque, prima della loro re-immissione nell’ambiente;
-          da allora, per evitare rischi di ulteriore inquinamento ambientale si è reso necessario il trasporto dei liquami attraverso l’utilizzo di camion autospurgo per prelevare i liquami in arrivo al depuratore e per portarli presso impianti di trattamento funzionanti;
-          a parte le gravi responsabilità dell’amministrazione, sia per quanto riguarda le cause dell’intervento della magistratura, sia per quanto riguarda l’approssimativa gestione dell’emergenza, i dati sulle quantità dei liquami trasportati e dei costi sono sempre stati tenuti nascosti dall’amministrazione, fatta salva l’ammissione del sindaco – durante l’informativa in consiglio comunale – di aver superato (il 16 luglio 2012) il milione e mezzo di euro di spesa;
-          nelle ultime settimane si è avuta la sensazione di una consistente riduzione del numero dei viaggi dei mezzi autospurgo, facendo sorgere il legittimo dubbio dell’incompleto smaltimento dei liquami, una parte dei quali potrebbe essere lasciata andare direttamente nel fosso di Centogocce, con gravi rischi di inquinamento ambientale;
-          questa ipotesi potrebbe essere avvalorata dal notiziario web del TG LOV (Labico on Video) del 6 agosto u.s., nel quale si nota chiaramente, a circa un chilometro di distanza dal depuratore del Pantano, la presenza, nel fosso, di un flusso costante di acqua in un periodo in cui le piogge sono praticamente assenti;
-          una simile ipotesi sarebbe particolarmente grave, poiché l’inquinamento riguarderebbe prevalentemente il territorio del comune di Valmontone, che confina con il comune di Labico proprio subito dopo il depuratore del Pantano;


se il sindaco sia in grado di garantire che non vi sia alcun tipo di sversamento di liquami nel fosso di Centogocce, derivante dalla gestione di entrambi i depuratori;
se, qualora si riscontrassero delle irregolarità, che tipo di interventi intenda adottare il sindaco a tutela della legalità, della salute pubblica e dell’ambiente.


SPEZZANO

Interrogazione biblioteca


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg



Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, per sapere, premesso che:

-          da oltre cinque anni l’amministrazione comunale promette l’imminente apertura della biblioteca nei locali di Palazzo Giuliani;
-          in numerose circostanze sono stati fatti solenni annunci e anche qualche apparente inaugurazione, salvo poi non fornire alcun servizio alla collettività;
-          in diverse occasioni il consiglio comunale è stato chiamato ad approvare atti propedeutici all’effettiva entrata in funzione della biblioteca, tra i quali: delibera n. 34 dell’1 aprile 2008, con cui si è affidata in via sperimentale la gestione della biblioteca all’associazione “Bambini senza frontiere”; delibera n. 41 del 26 settembre 2008, con cui è stato approvato il regolamento di funzionamento della biblioteca; delibera n. 50 del 7 maggio 2009, con cui è stato rinnovato l’incarico per la gestione della biblioteca all’associazione “Bambini senza frontiere”; delibera n. 34 del 15 ottobre 2010, con cui il comune di Labico ha aderito al sistema bibliotecario intercomunale dei Monti Prenestini, delibera n. 23 del 5 aprile 2011, con cui è stato nuovamente affidato l’incarico all’associazione “Bambini senza frontiere”;
-          la biblioteca, nonostante l’ultima, farsesca, inaugurazione organizzata in prossimità delle elezioni amministrative, non è mai stata aperta a causa della totale responsabilità dell’amministrazione comunale;
-          con recente delibera di giunta del 26 luglio 2012 si scopre che l’amministrazione comunale ha intenzione di affidare la gestione della biblioteca all’azienda speciale servizi comuni secondo non meglio specificate “modalità già in uso all’amministrazione”;
-          nel provvedimento sopra citato è del tutto assente sia la motivazione per la quale l’amministrazione sembra aver deciso di chiudere il rapporto con l’associazione “Bambini senza frontiere” ed è completamente assente il disciplinare speciale relativo all’incarico che si intende affidare all’azienda speciale servizi comuni, a riprova della costante approssimazione con cui vengono effettuate le scelte amministrative;



per quali ragioni l’amministrazione abbia deciso di non rinnovare la fiducia all’associazione “Bambini senza frontiere” e in che modo, con quali tempi e con quali costi intenda avviare il servizio bibliotecario del Comune;
se ritenga corretto l’affidamento del servizio all’azienda speciale servizi comuni in assenza del prescritto disciplinare speciale.



SPEZZANO

Interrogazione affidamento servizi di segreteria


Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg



Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, per sapere, premesso che:

-          nella passata consiliatura, nonostante le critiche e le perplessità dell’opposizione, il sindaco aveva deciso di assumere una segretaria personale e di pagarla con i soldi pubblici, avvalendosi della possibilità di avvalersi di personale esterno per la diretta collaborazione, il cui conferimento è avvenuto “intuitu personae”, ossia in modo assolutamente discrezionale;
-          nella consiliatura attuale non risulta che l’incarico sia stato confermato dall’attuale sindaco;
-          nella recente delibera di giunta del 26 luglio 2012, con cui è stato approvato il contratto di servizio con l’azienda speciale servizi comuni, è stato inserito un disciplinare speciale per il servizio sperimentale di supporto degli uffici, per il quale si prevede che l’azienda fornirà al comune un supporto pari a 25 ore settimanali con proprio personale;
-           molte delle competenze previste dall’articolo 3 del disciplinare sembrano essere piuttosto simili a quelle attualmente svolte dall’attuale segreteria del sindaco, ancorché priva di formale attribuzione dell’incarico, (dalla gestione dell’agenda del sindaco, ai rapporti legati ai convegni, alla gestione degli inviti, ecc.);
-          la delibera di giunta è stata pubblicata il 2 agosto e pochi giorni dopo – ma non è dato sapere quando – il centro per l’impiego di Colleferro ha pubblicato un avviso (offerta n. 1841) per la ricerca di personale per un tirocinio di formazione a Labico, proprio con caratteristiche simili a quelle del disciplinare speciale di cui sopra, il cui termine per la presentazione delle domande scade il 10 agosto e del quale non è stata data alcuna pubblicità;


se l’incarico “intuitu personae” alla segretaria sia stato rinnovato in questa consiliatura;
se, in questa situazione economica difficile per l’amministrazione comunale, le cui responsabilità sono da attribuire proprio alla cattiva gestione degli anni passati, si ritenga opportuno prevedere un servizio di segreteria come quello previsto nel citato disciplinare speciale di servizio supporto uffici;
se vi sia una correlazione tra l’accordo Comune-Agenzia Speciale Servizi Comuni e l’offerta del centro impiego di Colleferro n. 1841 citata in premessa e, in tal caso, per quale ragione non ne sia stata data alcuna pubblicità;
se, nel caso in cui vi sia correlazione tra i due episodi, il sindaco non ritenga – per garantire la massima correttezza e trasparenza degli atti di cui si assume la piena responsabilità amministrativa e giuridica – di dover chiedere l’annullamento della procedura, ripristinandone eventualmente l’iter nel pieno rispetto dell’esigenza di conoscibilità da parte della cittadinanza.


SPEZZANO

7 agosto 2012

Il magheggio di una notte di mezza estate


“Ma guarda un po’!”. Queste le parole che mi sono affiorate alla mente quando ho letto l’articolo 3 del disciplinare speciale del servizio sperimentale supporto uffici, approvato con delibera di giunta del 26 luglio e pubblicata il 2 agosto. L’articolo elenca dettagliatamente le competenze dell’istituendo ufficio di supporto dell’attività della pubblica amministrazione. Si capisce subito che è un modo per aggirare le norme che regolano la gestione del personale degli enti locali. In un posto “normale” se si ritiene di aver bisogno di una qualche figura professionale si rende pubblica l’esigenza (attraverso un bando pubblico, ad esempio) e si ricorre alle forme contrattuali stabilite dalla normativa vigente. Con il concreto rischio, però, di non poter scegliere “chi” verrà assunto. Altrimenti si possono utilizzare altre strade. Ad esempio quella di affidare all’agenzia speciale servizi comuni (la trasformazione di ASPER), ossia un soggetto privato esterno, alcune mansioni legate all’attività dell’amministrazione, in particolare di supporto agli organi istituzionali (o presunti tali, nel nostro caso). Poi, per dare un po’ di credibilità a tutta l’operazione, l’Azienda farà riferimento al centro pubblico per l’impiego della zona per fare l’assunzione. Ovviamente, per evitare sorprese, hanno preso alcune cautele. La prima è che i requisiti sono cuciti addosso alla persona prescelta, al punto da incorrere nel paradosso (il primo) di chiedere “esperienza nella pubblica amministrazione” per un ruolo di tirocinio. Ed è veramente singolare che una persona esperta abbia bisogno di un tirocinio. Sempre per non correre rischi il tempo a disposizione per presentare la domanda sarà di pochi giorni sotto ferragosto. Infine, non si sa mai, meglio non dirlo a nessuno. E qui ci ritroviamo con il (secondo) paradosso dell’assunzione di una persona che lavorerà dentro agli uffici comunali, senza che la notizia venga data sul sito del comune, sul quale – ironia della sorte – campeggia ancora, in tutta evidenza, l’invito all’incantesimo di una notte di mezza estate. Più che di un incantesimo però bisognerebbe parlare di magheggio, sempre di mezza estate.

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura