29 dicembre 2012

Equilibrismi di bilancio


L’esercizio del diritto di critica infastidisce molto il nostro sindaco e immagino che non apprezzerà troppo questo mio articolo. Già in passato l’avere espresso perplessità sul suo operato di amministratore mi è costato un causa al tribunale di Velletri. Non mi limiterò dunque a dire quello che penso del nostro primo cittadino e del suo modo di amministrare, ma farò alcune considerazioni basate sulle sue affermazioni e sulle azioni conseguenti. Penso – ad esempio – alla solenne promessa di riduzione dell’IMU in campagna elettorale. Promessa prontamente disattesa. Penso ai continui impegni di rispettare norme e statuto comunale in tema di convocazione delle commissioni, revisione dello statuto, risposta alle interrogazioni consiliari e calendarizzazione delle mozioni. Tutta roba che non dovrebbe essere (come lui pensa) frutto della sua gentile concessione, ma un vero e proprio dovere istituzionale. Niente da fare. Lui continua ad essere convinto di essere il padrone del paese e nulla glielo toglie dalla testa, nemmeno il devastante calo di consensi registrato nell’ultima consiliatura. A Labico meno di un terzo degli elettori ha votato per la sua lista (in pratica quando gira per strada sa che, su 10 persone che incontra, 7 non lo hanno votato, sarà per questo che è spesso di cattivo umore). E questo prima che si rimettesse nuovamente sulla poltrona di primo cittadino. Da maggio in poi non ne ha fatta una buona. E’ riuscito ad aumentare in modo punitivo ogni tassa e tariffa di competenza comunale, a fronte di una pessima qualità ed efficienza dei servizi. Nei giorni scorsi ai cittadini è arrivata la TARSU ed è stata una nuova stangata, che ha sancito il totale fallimento della raccolta porta a porta. Della quale si ostina a negare dati che dovrebbero essere pubblici, ma che lui si guarda bene dal divulgare, forse per la vergogna. E’ già riuscito a perdere un pezzo della giunta comunale. Ancora una volta nel silenzio più totale, senza darne alcuna comunicazione in consiglio, in totale spregio delle normali regole di trasparenza, di democrazia e di rispetto per l’organo sovrano dell’amministrazione comunale. Continua a negare il permesso di fare le riprese video dei consigli comunali, abusando in modo ignobile del proprio potere e ledendo vergognosamente i diritti dei cittadini che vorrebbero essere informati sull’attività dell’amministrazione.  Dopo l’esilarante giustificazione dello “statuto dei lavoratori”, l’ultima motivazione è la mancanza di un regolamento, che lui ovviamente non proporrà mai (ma che si impegna ad approvare).  Del resto bisogna capirlo. Meno gente viene a sapere cosa viene detto in consiglio comunale e meglio è per lui e per la sua calante credibilità. L’ultimo consiglio comunale è servito ad approvare gli equilibri di bilancio. Un documento contabile che avremmo dovuto approvare entro la fine di novembre, ma che Galli – convinto che a rispettare le leggi debbano essere solo gli altri – ha portato all’esame del consiglio solo il 27 dicembre, dopo il richiamo della prefettura. Anche in questo caso la recalcitranza  è comprensibile e l’idea di approvarlo tra Natale e Capodanno con i cittadini distratti dalle feste natalizie gli deve essere sembrata geniale. La relazione, infatti, è l’ennesima riprova del disastro di un’amministrazione incapace e incompetente.  E’ a causa loro che ci troviamo con un debito di quasi quattro milioni di euro (in pratica l’intero bilancio comunale) e Galli continua a comportarsi come se si trattasse di un banale imprevisto. Invece era tutto prevedibile e, soprattutto, prevenibile. L’inadeguatezza del depuratore è dipesa dall’incapacità programmatoria degli ultimi vent’anni (chissà chi amministrava il paese) e dalla commissione di reati contro l’ambiente e la salute, per i quali sono indagati anche amministratori comunali. Ma a pagare, secondo Galli, dovranno essere i cittadini. E l’ha messo nero su bianco sulla delibera che prevede la svendita di pezzi del nostro patrimonio e approvata con deprimente prontezza e avvilente silenzio da tutti i consiglieri comunali di maggioranza: Giorgio Scaccia, Nadia Ricci, Luciano Galli, Mirko Ulsi e Adriano Paoletti. In compenso l’ineffabile Alfredo Galli ha dato – se mai ce ne fosse bisogno – un’ulteriore prova della sua scarsissima affidabilità, etica e politica. Quando Spezzano ha fatto notare la presenza della lunga lista di debiti contratti con gli autotrasportatori per un totale di 3,7 milioni di euro, Galli ha detto che non significava niente e che mica è detto che questi soldi verranno dati a chi ha svolto il servizio. Era già successo in precedenza. L’ardita tesi di Galli è la seguente: l’atto amministrativo con cui l’ente locale si impegna ad onorare una determinata spesa non significa che poi quei soldi verranno spesi sul serio. Quindi nessun documento approvato dalla giunta o dal consiglio (gli unici a cui i comuni cittadini possono accedere) ha alcun valore. Lui può, in qualunque momento, decidere di bloccare l’erogazione delle risorse (in barba alla competenza e responsabilità dei dirigenti). Un delirio di onnipotenza sconcertante e preoccupante, ma anche una manifesta propensione a mentire. Se Galli stesso, infatti, dichiara non attendibili gli atti da lui stesso sottoscritti, ammette implicitamente di essere un bugiardo. Il problema è che, ormai, l’hanno capito tutti. E, a parte chi pensa di trarne un beneficio personale, non credo saranno in molti a rinnovargli la fiducia alle prossime elezioni. Ma l’attaccamento alla poltrona è troppo forte per ammettere la disfatta politica e Galli cerca di vivere, anzi di vivacchiare, o meglio sopravvivere, alla giornata. Approvando alla bell’e meglio gli atti di cui proprio non può fare a meno e limitandosi al  rispetto minimo sindacale delle regole democratiche. Questa volta si è trattato degli equilibri di bilancio, che vista la precarietà, andrebbero denominati equilibrismi.

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