15 febbraio 2011

Chiusura via Leonardo da Vinci: fare di necessità virtù non rende necessariamente virtuosi

di Rosanna Palazzi e Tullio Berlenghi


A Labico le cose si fanno sempre in un modo un po’, come dire, naif. Alla buona, insomma. Ultima, in ordine di tempo, la pseudo-chiusura al traffico veicolare di via Leonardo da Vinci durante l’orario di entrata e uscita dalle scuole. La prima perplessità è sul “metodo”. Perché una decisione così importante viene assunta dal giorno alla notte, senza preoccuparsi di valutare con attenzione le possibili conseguenze e, soprattutto, senza un minimo di informazione ai cittadini? E’ tutto un passaparola sulle motivazioni. Sembra che dipenda dai lavori in un plesso della scuola elementare. Che lavori? Per fare cosa? Non si sa nulla. Gli amministratori non spiegano nulla. Sul sito internet non c’è una sola riga in proposito. Solo dopo una decina di giorni esce un comunicato congiunto di sindaco e vicesindaco che si sbrodolano per i segnali positivi della chiusura della strada. In realtà la strada è tutt’altro che chiusa. Sono in molti ad avere il permesso in deroga. Qualcuno indubbiamente più che giustificato, ma le deroghe sono talmente tante che i genitori che non fanno parte della categoria dei privilegiati si sentono spesso costretti ad accompagnare i figli, visto che la strada è percorsa comunque da decine di automobili. Non è stato organizzato un servizio di vigilanza adeguato e i problemi di sicurezza per i ragazzi rimangono irrisolti (l’attraversamento pedonale della Casilina in prossimità della “croce” non è presenziato, con conseguente pericolo per i bambini che attraversano in quel punto). I primi giorni c’è stata la protezione civile, adesso c’è un vigile (e non sempre) all’inizio della strada. I furbi – che non mancano mai – si organizzano in vari modi per eludere i pochi controlli presenti. A pagare il prezzo sono le persone corrette e i bambini, la cui sicurezza nel percorrere a piedi la strada non è certo migliorata, anche perché le auto che passano si sentono autorizzate ad andare a velocità piuttosto sostenuta (la strada è più libera).

Ancora una volta emerge una chiara superficialità di chi amministra e che sciupa anche un’occasione “contingente” come questa per dare un valore ad una scelta che in moltissime città d’Italia è stata fatta nell’interesse della salute dei bambini. Eppure i nostri amministratori questa opportunità l’avevano avuta ben sette anni fa. Un progetto talmente “avveniristico” che sembra non l’abbiano proprio capito. Per loro il problema era esclusivamente l’intasamento di via Leonardo da Vinci. Non avevano colto la valenza culturale, ambientale e sociale della proposta. E lo dimostra il fatto che abbiano declassato a “referendum” un articolato questionario elaborato per studiare con attenzione le problematiche che la pedonalizzazione della strada avrebbe potuto comportare. Quel progetto aveva un senso, un significato, un obiettivo. La giunta Giordani l’ha trasformato in una più semplice riduzione del traffico connessa ai lavori della scuola. Il che significa due cose: la prima è che la grande elasticità con cui si applica una regola di per sé molto incerta ha creato una categoria di cittadini di serie B ai quali è preclusa la possibilità di percorrere la strada; la seconda è la ragionevole certezza che quando termineranno i lavori (che, a quanto pare, non sono neppure iniziati) tutto tornerà come prima. Non si capisce perché, allora, si cerchi di spacciare questa scelta come qualcosa di diverso da quello che è: una semplice ordinanza temporanea di modifica della viabilità.

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