11 giugno 2010

Storie di ordinario degrado


L’amministrazione comunale non dispone certo di un patrimonio immenso e chiunque conosca un po’ Labico sa bene quali siano gli spazi ed i locali di proprietà del Comune. Tra questi va indubbiamente annoverata la zona denominata “I Cerchi”, uno spazio tradizionalmente utilizzato dai ragazzi per incontrarsi e passare insieme pomeriggi e serate, soprattutto nel periodo estivo.  Un’amministrazione comunale seria che dispone di un posto come quello de “I Cerchi” sa di avere a disposizione due strade: la prima è quella di gestire in proprio lo spazio, fornendo un servizio di carattere sociale, offrendo un’opportunità di lavoro a qualche persona e valorizzando una zona così vicina al centro storico; la seconda è quella di affidarne – con procedura di evidenza pubblica – la gestione ad un altro soggetto, individuando una formula che garantisca al privato di trarne il giusto vantaggio economico e al comune di avere sia un equo corrispettivo sia la manutenzione dell’area. Spetterà sempre al comune il compito di vigilare sul rispetto dell’accordo siglato.
Non a Labico, ovviamente. Il bando di appalto, infatti, ha lo stesso sapore di altri bandi che abbiamo visto in passato. Una fugace pubblicazione nell’albo pretorio (la cui effettività non è più verificabile), delle condizioni decisamente favorevoli alla controparte privata e – guarda la combinazione – una sola proposta presentata. La “base d’asta” era di 600 euro annui e l’offerta è stata di 700. Ben 100 euro in più, che hanno fatto balzare l’importo mensile da 50 euro a circa 58. Una cifra da capogiro per quello che è, a tutti gli effetti, un locale commerciale di un discreto pregio, se si tiene conto della potenzialità offerta dagli ampi spazi a disposizione e che il gestore dovrebbe tenere puliti, ma che – in tutta evidenza – sono invece preda dell’incuria e del degrado. Un degrado a cui è stato il comune stesso a dover provvedere a proprie (e quindi a nostre) spese per rendere il luogo appena appena decente per la recita di fine anno delle scuole elementari (a proposito: complimenti alle maestre, al preside e a tutti coloro che, col loro disinteressato impegno, hanno permesso la straordinaria serata).
Possiamo anche sorvolare sugli aspetti più controversi sulle modalità di affidamento dell’area e possiamo anche fare finta che la convenzione stipulata tra l’ente locale e il privato sia ragionevolmente equa, ma per quale ragione, a fronte del totale abbandono della zona, l’amministrazione non interviene con l’immediata risoluzione del contratto? Cosa c’è dietro questa incomprensibile inerzia? Perché ogni volta è la collettività che deve rimetterci – con la negazione di uno dei pochi spazi pubblici – a causa dell’incapacità di chi governa? Queste sono le domande che abbiamo posto al Sindaco e sulle quali vorremmo avere una risposta. Il Presidente del Consiglio, Luciano Galli, aveva promesso che si sarebbe tenuto un consiglio comunale venerdì 4 giugno proprio per rispondere alle nostre interrogazioni. La promessa non l’ha mantenuta ed ha lasciato passare un’altra settimana. Quando tempo dovrà trascorrere ancora perché il proprio orgoglio e la propria dignità prevalgano sulle immaginabili pressioni di chi continua a voler fuggire di fronte alle proprie (ir)responsabilità?

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