10 giugno 2010

Il sindaco mi scrive per stigmatizzare il mio comportamento...


Questa mattina mi è stata consegnata la lettera contenente il richiamo ufficiale del sindaco per il mio comportamento durante la processione, giudicato arbitrario e provocatorio. Di seguito la mia risposta. Buona lettura.

Labico, 10 giugno 2010




Ad Andrea Giordani
Sindaco di Labico

e, per conoscenza,
al Comandante della Stazione
dei Carabinieri di Labico



Oggetto: risposta alla comunicazione prot. 4088 del 9 giugno 2010


Gent.mo Sindaco,

mi è stata consegnata poco fa la sua missiva in cui “stigmatizza” il mio comportamento durante la processione del “Corpus Domini”, ritenuto – a suo avviso – arbitrario e provocatorio.

Colgo subito l’occasione per esprimere il mio stupore per la sollecitudine con cui è intervenuto. Mi piacerebbe poter riscontrare analoga lestezza quando si tratta di occuparsi dei problemi del paese e dei cittadini e di rispondere alle nostre richieste ed alle nostre interrogazioni. Mi piacerebbe, ad esempio, sapere per quale ragione non è stato altrettanto sollecito quando abbiamo segnalato un’irregolarità nella procedura di un appalto di lavori pubblici per oltre 400mila euro a carico della collettività, oppure quando si registrano problemi per la rete fognaria e i cittadini devono vedersela con i liquami delle fogne che entrano nelle proprie abitazioni, oppure quando abbiamo chiesto conto della strada pubblica che attraversa la sua proprietà e di cui Lei – questa volta sì, arbitrariamente – si è indebitamente appropriato. Potrei citare decine di casi nei quali Lei si distingue per la sua mancanza di assunzione del ruolo di responsabilità che l’essere primo cittadino del nostro paese le attribuisce. La solerzia della sua replica dà la misura di quanto per Lei conta di gran lunga più la forma, l’apparire e l’ostentare che il delicato compito di amministrare la nostra comunità, ma non mi sottrarrò certo dall’obbligo di rispondere a mia volta.

Dispiace che la sua ricostruzione della vicenda – in sé piuttosto ridicola – sia così parziale e inesatta e mi trovo costretto a fare alcune precisazioni. In primo luogo desidero fare presente che eravamo, tutti noi, parte di una solenne cerimonia religiosa e, in quell’ambito, esclusivamente il suo ruolo di primo cittadino, in qualità di rappresentante legale dell’ente locale (ai sensi dell’articolo 50 del Testo Unico degli Enti Locali), ha una sua specificità. Gli altri amministratori, nell’ambito squisitamente religioso in cui ci trovavamo e, se vogliamo, agli occhi del Signore, erano tutti allo stesso livello. E il suo patetico tentativo di creare delle gerarchie di visibilità in un simile contesto mi sembra del tutto fuori luogo.

Tornando alla ricostruzione dei fatti vorrei ricordarle che mi sono trovato, in modo del tutto casuale, ma è libero di non credermi, al suo fianco (e quindi non davanti a Lei) e non consideravo certo un attentato di lesa maestà una simile circostanza. Sembra invece che a Lei e ad altri esponenti della maggioranza questa mia presenza abbia dato un certo fastidio, al punto da “inventarsi” la regola che la prima fila spetta alla giunta. Mi chiedo se il protocollo delle cerimonie religiose sia curato dall’amministrazione comunale e, in quel caso, dove sia depositato, visto che non ne ho mai visto traccia. Per “liberarsi della mia presenza” è stato quindi mandato il consigliere De Martino, incaricato di spintonarmi via, il quale, con grande diligenza e senso di abnegazione, si è dedicato all’incombenza. Già la scelta del body-guard è in contraddizione con il suo assunto, visto che il consigliere De Martino non fa parte della giunta e, di conseguenza, nel protocollo sulle processioni, ancorché virtuale, dovrebbe essere al mio stesso livello gerarchico. Ho deciso – ed è stata forse la mia unica responsabilità – di non subire una violenta prepotenza e di rimanere al suo fianco. A quel punto Lei ha scelto di rimanere molto indietro rispetto al gonfalone, creando così la ridicola situazione in cui ci siamo trovati tutti quanti.

Caro Sindaco spiace che il pochissimo tempo che Lei dedica al nostro paese si riduca alla partecipazione alle processioni, ai consigli comunali (salvo fuggirne al momento di rispondere alle nostre interrogazioni) e a poco altro, tra cui questa iniziativa a tutela della sua – e della sua maggioranza – visibilità nelle pubbliche iniziative. Mi impegno comunque, per il futuro, ad evitare accuratamente di mettere a repentaglio la sua apparenza. Per quanto riguarda la sostanza, stia pur tranquillo: su quel versante di pericoli non ne corre.

Con osservanza.



Tullio Berlenghi

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