2 maggio 2005

Eiffel, anche Labico ha il suo piccolo ponte sullo Stretto.

E’ fisiologico. Chiunque governi sente il bisogno di lasciare un segno della sua – ahinoi effimera – presenza istituzionale attraverso la realizzazione di opere di grande impatto visivo. Quando il costo della manodopera era un tantino più basso di adesso le grandi opere – non a caso si usa il termine di “faraoniche” per descriverle - venivano realizzate con maggiore facilità, nonostante l’assenza delle moderne tecnologie. In seguito, un po’ per le citate problematiche sindacali, un po’ perché - forse anche grazie alla democrazia – si è cominciato a stabilire che un’opera meritava di essere realizzata soprattutto se davvero di pubblica utilità e non per soddisfare i pruriti egolatrici del timoniere di turno. Ci sono, evidentemente, casi, anche recenti, in controtedenza, come il famigerato ponte sullo stretto, fortemente voluto da Silvio Berlusconi, opera costosissima e di gran lunga meno importante di alcune esigenze primarie di calabresi e siciliani che avrebbero soprattutto bisogno di una rete idrica funzionante, di una rete ferroviaria efficiente e di servizi sanitari adeguati. Per par condicio citerei anche l’enorme grattacielo che l’allora sindaco di Roma Rutelli fece di tutto per realizzare, ma il cui progetto – per fortuna – ebbe vita breve.
Anche la nostra amministrazione comunale sta cercando di realizzare la propria piccola piramide, recuperando i pezzi di una struttura metallica che – pare – fosse stata progettata nientepopodimeno che dal celeberrimo Gustave Eiffel, ideatore dell’omonima torre parigina. Abbiamo seguito con attenzione le vicende legate all’acquisto del manufatto ed all’uso che se ne farà, abbiamo maturato alcune considerazioni e ci siamo posto alcuni quesiti in proposito. Le considerazioni le lasciamo come contributo al dibattito mentre sui quesiti speriamo che l’amministrazione dia, se ne ha, delle risposte.

- L’acquisto della struttura da parte del Comune ci è sembrato fatto con estrema superficialità: 300mila euro non sono una cifra irrilevante per le casse comunali e prima di impegnare dei soldi pubblici era opportuno avviare ulteriori indagini. La successiva “disponibilità” di un privato ad accollarsi l’onere finanziario dell’acquisto (in cambio evidentemente di ben altri vantaggi) non dà alcuna rassicurazione sulla validità dell’operazione, anzi getta ulteriori ombre e dubbi su come sia stata gestita l’intera vicenda.
- Troviamo sconcertante che un’amministrazione comunale che è stata incapace in questi anni di realizzare opere pubbliche di grande interesse per la collettività come l’adeguamento degli edifici scolastici, sempre insufficienti, la realizzazione di impianti sportivi degni di questo nome, l’individuazione di una “vera” biblioteca, la realizzazione di “vero” verde pubblico, la riqualificazione e l’adeguamento della rete viaria, la costruzione – perché no – di locali per iniziative culturali e sociali (si pensi che a Labico manca un teatro).
- L’amministrazione è in possesso del progetto necessario alla ricostruzione dell’opera o sarà necessario desumerlo in altro modo e, in ogni caso, quale sarà il costo da aggiungere all’opera definitiva e chi lo sosterrà?
- E’ stata fatta una completa catalogazione dei pezzi? Se, come temiamo, questa catalogazione andrà fatta, quanto costerà provvedere? E in caso di mancanza di pezzi è stato preventivato il costo aggiuntivo necessario alla loro costruzione?
- E’ stata fatta una verifica sulle condizioni delle singole componenti ed è stato calcolato il costo per il loro recupero?
- E’ stata individuata la zona dove si intende collocare il mercato (e conseguentemente il “polo artistico integrato”) ed è stata fatta una corretta valutazione sull’impatto delle opere che si intendono realizzare sul territorio, sull’ambiente e sull’esistenza dei labicani?
- E’ stato detto in modo chiaro che, al di là del nome altisonante di “polo artisitco integrato”, quello che si intende realizzare sarà né più ne meno l’ennesimo centro commerciale alle porte di Roma con le immaginabili conseguenze sul traffico e sulla vivibilità della zona?
- Siamo sicuri che i commercianti di Labico non subiranno un danno economico da questa operazione?


Tullio Berlenghi
Leonardo Saracini

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