16 giugno 2015

Gli intoccabili

Gentile Alfredo,
rispondo ben volentieri alla tua replica, che ho letto scrupolosamente e dalla quale sono emersi interessanti spunti di riflessione, che intendo sottoporre alla tua attenzione.
1.    Nelle prime tre righe dell’articolo affermi che quanto ho scritto sarebbe “falso e tendenzioso”, salvo poi – nel prosieguo della replica – essere incapace di smentire nei fatti una sola delle mie affermazioni.
2.    Nella tua replica ripercorri in modo sommario la procedura di individuazione e scelta del locale, magari omettendo qualche dettaglio, ma senza correggere le mie affermazioni né aggiungere nulla di rilevante.
3.    Quali nomi e cognomi dovrei fare? Mi sembra che la mia ricostruzione sia sufficientemente chiara. O forse serve che dica che il sindaco di Labico si chiama Alfredo Galli e il fratello Patrizio Galli? O serve che dica che la GA.TO. s.r.l. - la società con la quale è stato stipulato il contratto di locazione da parte dell’amministrazione comunale - risulta legata proprio a Patrizio Galli (tra l’altro in qualità di procuratore)? O serve che spieghi che la Casilina Prefabbricati II s.r.l. - la società che si era aggiudicato il contratto, salvo poi girarlo alla GA.TO. s.r.l. - è partecipata al 45% proprio dalla GA.TO. s.r.l., in un meccanismo di scatole cinesi tipico di alcuni assetti societari?
4.  Per quanto riguarda le cosiddette priorità dell’amministrazione, mi limito, da semplice cittadino, a rilevare i fatti: grande solerzia ed impegno a beneficio del “Palazzo” e indolenza e sciatteria per ciò che serve davvero ai cittadini. L’elenco sarebbe davvero lungo, ma tra opere di urbanizzazione mai terminate, strade dissestate, marciapiedi inesistenti, rete fognaria inadeguata, standard urbanistici scomparsi, scuole in condizioni pietose il quadro è davvero desolante.
5.    Sullo “spreco di fondi” l’elenco potrebbe essere ancora più lungo e anche qui sono costretto a limitarmi ad alcune perle. Vogliamo parlare di progetti falliti, come Eiffel? Vogliamo parlare dei soldi spesi per la realizzazione dell’area industriale? Vogliamo parlare dei soldi buttati per un piano regolatore che, come avevamo immaginato, non è stato accolto con particolare entusiasmo dalla regione Lazio (e infatti è fermo lì dal 2008) e ci è costata 60mila euro la versione “elettorale” e altri 40mila quella per sanare le storture della precedente? Vogliamo parlare di altri soldi buttati per un piano di recupero del centro storico di cui non si hanno notizie da anni, ma intanto si assiste alla realizzazione di interventi evidentemente in contrasto con il piano? Vogliamo parlare della pista ciclabile più lunga dell’universo, iniziata e mai finita (forse la lunghezza misurava il tempo di realizzazione e non la distanza coperta)? Vogliamo parlare di un appalto sul quale il comune non ha vigilato in modo adeguato e che potrebbe essere costato qualcosa come 100mila euro in più e sul quale è in corso un procedimento penale al Tribunale di Velletri per turbativa d’asta, a cui, vista l’inerzia dell’amministrazione, ci siamo costituiti parte civile io e Maurizio Spezzano? Vogliamo parlare di svariati milioni di euro buttati al cesso (non esattamente in senso metaforico) per l’incapacità di programmare, governare e controllare la realizzazione e gestione degli impianti di depurazione?
6.    Nella replica ricorri ancora una volta alla tua arma preferita: la minaccia di denunciarmi. Ti vorrei sommessamente ricordare dell’ultima volta che mi hai portato davanti ad un giudice. Dopo un mio articolo in cui esprimevo le mie perplessità sulla singolarità di un iter procedurale a seguito del quale  eri riuscito a realizzare una bella villa in zona agricola, mi avevi chiesto un risarcimento danni in sede civile. Peccato che il giudice, in riferimento al mio articolo abbia affermato che, “La notizia si presenta adeguatamente rispettosa del limite della continenza, in quanto espressa con toni non ingiuriosi e comunque rispettosi della dignità personale del Galli, e riveste indubbio interesse pubblico, tenuto conto del generale principio che la condotta pubblica degli amministratori locali dovrebbe essere di esempio e di monito per la collettività degli amministrati, che hanno pieno diritto di essere informati su eventuali comportamenti o azioni irregolari o anomale da parte degli amministratori, ed hanno anche diritto ad una amministrazione trasparente tesa alla cura dell’interesse pubblico”. Immagino che quelli della trasparenza e dell’interesse pubblico siano concetti coi quali non hai una particolare confidenza, ma hai visto mai che a furia di sentirli nominare non decida di prenderli in considerazione.
7.    La parte conclusiva della tua replica è davvero sgradevole. La riporto integralmente: «Rimaniamo in attesa di conoscere i suoi autorevoli riferimenti presso gli uffici comunali, anche al fine di valutare la necessità di eventuali iniziative verso chi eventualmente le avesse riferito cose false o così “strane”». Anche questa ha il sapore amaro di una, nemmeno troppo velata, minaccia. Tra l’altro nei confronti del personale comunale, che ha maggiori difficoltà ad opporsi alle intimidazioni.
8.    Ovviamente tutte le mie dichiarazioni espresse in forma assertiva sono suffragate da documenti e atti amministrativi che non avrò difficoltà ad esibire in caso di necessità.
Infine, perdonami se, a differenza tua, uso la prima persona singolare, ma lascio a te l’uso del plurale maiestatis, che indubbiamente si addice alla tua, del tutto personale, interpretazione del ruolo che rivesti. L’unica magra consolazione è la consapevolezza dell’imminente tramonto della tua dinastia, anche se temo, purtroppo, che alcuni dei danni fatti siano irreversibili.

P.S. – In compenso la vignetta è divertente.

Nessun commento:

Posta un commento

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura