11 ottobre 2011

Niente di nuovo sul fronte ferroviario


Non so a quanto serva ripetere sempre le stesse cose. Siamo nel terzo millennio, abbiamo computer in grado di elaborare calcoli sofisticatissimi che consentono di individuare la traiettoria di un neutrino lungo l'ormai famoso tunnel che - a detta della Gelmini - collega l'Abruzzo alla Svizzera, ma siamo incapaci di fare le scelte giuste sulla base delle conoscenze di cui disponiamo. Questo perché ad occuparsi dei neutrini sono scienziati (e non ministri) ma ad occuparsi della pianificazione del territorio e delle scelte infrastrutturali sono ministri, sindaci e assessori (che sono ben lontani dall'essere qualificabili come scienziati). In realtà le scelte da fare non sarebbero neppure troppo complicate. Quasi come arredare una casa. Se ho una libreria in grado di contenere 100 libri e ne possiedo 90, so già che, se decidessi di comprare cinque libri all'anno avrò due anni di tempo per preoccuparmi di acquistare una nuova libreria o eliminare qualche libro se non vorrò ritrovarmi con i libri sparsi per casa. Con qualche elemento di complessità in più anche le scelte che riguardano il governo del territorio e le scelte di mobilità devono tenere conto di alcuni parametri. Se gli enti locali dell'hinterland romano sono amministrati da politici inclini alla cementificazione non è difficile immaginare che questo determinerà prevalentemente un aumento della domanda di mobilità radiale da e verso Roma. Se un non troppo previdente governo nazionale avvierà politiche di contenimento della spesa, basate su tagli folli e indiscriminati sul trasporto locale ferroviario, con il complice silenzio della regione (e di molti enti locali, troppo indaffarati a disseminare mattoni), sarà altrettanto facile immaginare che avremo una riduzione della qualità ed efficienza di un servizio che già in origine lasciava a desiderare. Il risultato non deve stupire nessuno. Caos e disagi. Treni sovraffollati e sporchi. Ritardi continui. Treni soppressi senza spiegazioni. I pendolari pagano ancora una volta il prezzo di essere in mano ad amministratori e governanti incompetenti e inadeguati. Eppure non serve la scienza, basterebbe il buonsenso.

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