28 dicembre 2014

Fanfare e fanfaroni


Ogni tanto, come si suol dire, riciccia. Noi da tempo lo chiamiamo affettuosamente il “bugiardino”, un vezzeggiativo che serve un po’ a stemperare quel sentimento misto di sconcerto e indignazione che si crea man mano che si va avanti con la lettura di una così corposa mole di amenità concentrata in così poco spazio. Un vero record. L’opuscolo in questione, denominato "Labico news",  non è altro che un normale strumento di comunicazione politica (chiamarla informazione sarebbe improprio) della maggioranza che viene spacciato per un periodico (la cui periodicità non è dato conoscere, ma possiamo solo dire che nella migliore delle ipotesi trascorre un anno tra un’uscita e l’altra) per di più “gratuito”, quando è noto che il costo della pubblicazione medesima è sostenuto con i soldi pubblici, quindi con i soldi dei cittadini che pagano le tasse e lo stipendio al sindaco ed alla giunta.
Non ho né tempo né voglia di fare l’analisi del testo, secondo il quale l’amministrazione attuale – praticamente la stessa dallo scorso millennio – avrebbe fatto un lavoro meraviglioso e non si capisce come mai qualche ingeneroso detrattore non apprezzi gli straordinari risultati conseguiti, ma mi limiterò ad alcune considerazioni:
1.       Non si capisce come mai dal sito del comune di Labico siano scomparsi i numeri precedenti della pubblicazione dell’amministrazione. Forse perché il confronto con le promesse di qualche anno fa rende meno credibili quelle attuali? In effetti questa pubblicazione sembra ricalcare il sistema comunicativo del celebre romanzo 1984, nel quale c’erano gli addetti alla cancellazione della memoria collettiva per evitare che i cittadini potessero notare le contraddizioni e gli errori dei governanti. Peccato che non basti rimuovere pagine dal sito del comune e siamo in grado di recuperare qualche cimelio (molto istruttivo) del passato.
2.       Conti del comune. Tra il sindaco e il vicesindaco fanno a gara per confondere le idee. Si mescolano fatti veri (la riduzione dei trasferimenti da parte dei governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi è un dato effettivo) con ricostruzioni molto fantasiose di ben poco edificanti vicende (come la questione dei depuratori, per la quale la responsabilità amministrativa e politica di Galli & C. è lampante ed è sufficiente leggere le carte per rendersene conto) con vere e proprie sciocchezze, come l’ineluttabilità dell’aumento delle tasse. Non è vero che “tutti i comuni d’Italia di dimensioni simili a Labico” abbiano aumentato le tasse. Alcuni comuni hanno aumentato le tasse. Altri hanno eliminato alcune spese. Altri hanno ridotto alcuni servizi. Il comune di Labico è uno dei pochi, se non l’unico, ad essere riuscito a: aumentare le tasse (quasi fino al massimo consentito dalla legge); aumentare in modo considerevole il costo dei servizi a domanda individuale; non eliminare gli sprechi; ridurre i servizi. Un capolavoro.
3.       L’urbanistica. E’ il principale fallimento di questa amministrazione. L’espansione edilizia di questo comune è frutto di una cattiva programmazione urbanistica accompagnato da una pessima attuazione degli strumenti di piano, dal generoso ricorso a meccanismi di deroga (di cui ha usufruito anche il sindaco per edificare in zona agricola) e da una certa accondiscendenza nei confronti degli abusi edilizi. Per non farsi mancare niente è stata progettata una nuova variante urbanistica di stampo squisitamente elettorale con la quale si è prevista l’edificabilità disordinata ed irrazionale di una porzione enorme del territorio. La prima ipotesi di quella variante era stata presentata nel 2004 come il frutto della condivisione del lavoro della maggioranza e della minoranza dell’epoca. Noi l’avevamo giudicata irricevibile e l’abbiamo contestata prima fuori dal consiglio comunale e poi – durante la fase dell’esame delle osservazioni – in consiglio comunale. Ora è ferma su un binario morto della Regione Lazio ed è stato già annunciato un nuovo incarico ad un professionista e l’adozione di misure per risolvere tutte le criticità rilevate. Tradotto dal politichese vuol dire che si aprirà un nuovo mercato delle vacche, con la devastazione del territorio usata come merce di scambio per il consenso elettorale. Nel frattempo proprio questa scellerata politica urbanistica – che ha favorito la speculazione edilizia - ha ridotto drasticamente il valore degli immobili situati nel comune di Labico (basta guardare la borsa immobiliare per rendersene conto), impoverendo i suoi abitanti che, con molti sacrifici, avevano investito i propri risparmi sulla casa.
4.       Opere pubbliche. Se andiamo a ripescare i vecchi bugiardini troviamo alcune opere che ancora adesso campeggiano in bella evidenza sul programma attuale. Prima tra tutte la ristrutturazione del palazzo Ex Eca, che ancora deve vedere la luce (la colpa, ovviamente, è delle lungaggini burocratiche). Poi c’è una serie di opere, delle quali non è chiaro il motivo di vanto, visto che si parla di infrastrutture minime per un paese civile: illuminazione pubblica, marciapiedi, impianti fognari, plessi scolastici adeguati al numero di residenti. Alcune di queste opere – dette appunto di urbanizzazione primaria – avrebbero dovuto farle “prima” della costruzione e della vendita delle case (in realtà i costruttori, amici e parenti degli amministratori, hanno potuto aggirare allegramente la normativa vendendo case prive dei requisiti minimi di decenza) e invece la loro tardiva realizzazione sembra quasi un’opera meritoria. Per quanto riguarda il marciapiede di via Casilina, il vero scandalo è che i lavori siano ancora in corso dopo ben sei anni. Anche sulle scuole ci sarebbe molto da dire. Sono anni che le strutture scolastiche sono insufficienti e non sono rispettati gli standard di legge sul rapporto tra superficie delle aule e numero di studenti. Per non parlare degli spazi dedicati al miglioramento dell’attività didattica, talvolta sacrificati per creare le classi necessarie.
5.       Ambiente. Per la prima volta nella storia di questo comune c’è un assessorato che si occupa di ambiente, tema finora considerato marginale dai nostri amministratori. Non sarà facile sanare i danni degli ultimi anni, ma staremo a vedere. Nel frattempo, a sei anni dall’inizio della raccolta differenziata, viene fornito un primo vago dato sui risultati (tra l’altro non è vero che sia stato raggiunto un “obiettivo europeo”, casomai siamo, nonostante i progressi, ancora in violazione della normativa vigente che prevede il raggiungimento del 65 per cento entro il 2012, ossia due anni fa). Peccato che siano anni che chiediamo inutilmente di fornire un quadro completo dei dati sulla gestione dei rifiuti. Le amministrazioni comunali serie ed efficienti pubblicano periodicamente tutti i dati sul proprio sito internet. Il Comune di Labico, sulla cui serietà ed efficienza preferisco non esprimermi, non ha mai pubblicato un solo dato negli ultimi sei anni. Speriamo che con il nuovo assessore (cui, con l’occasione, formuliamo gli auguri di buon lavoro) qualcosa cambi.
6.       I grandi successi di Galli. Per un’incomprensibile distrazione nel bugiardino non sono riportati alcuni straordinari risultati ottenuti dall’amministrazione Galli. Ci sembra doveroso colmare questa lacuna con un breve – e purtroppo incompleto - riepilogo: 1) Città dell’arte. Nel 2005 veniva sbandierato lo straordinario ritrovamento di un’opera attribuita a nientepopodimeno che Gustave Eiffel. Subito pronta una bella speculazione edilizia per trasformare un’estesa area agricola in terreni edificabili. Poi non ne abbiamo saputo più nulla. 2) Biblioteca. Con andamento ciclico assistiamo a: corposi investimenti pubblici, annunci entusiasti, inaugurazione in pompa magna (preferibilmente poco prima delle elezioni) fino alla silenziosa sospensione del servizio. In questo momento Labico, paese di oltre seimila abitanti non ha una biblioteca. 3) Pista ciclabile. Un velo pietoso su 200mila euro buttati per una striscia d’asfalto senza capo né coda, mai ultimata. 4) Area di sviluppo industriale. Fanfare e grancasse per annunciare la realizzazione dell’area industriale e logistica che sarebbe dovuta sorgere presso Colle Spina e ritirata in gran fretta (buttando via, anche lì, qualche decina di migliaia di euro). 5) Centro giovanile. Qualcuno si ricorda l’enfasi con cui veniva annunciata la creazione del luogo di incontro per i nostri ragazzi? Ebbene, il luogo è scomparso. 6) Albergo diffuso a Labico. Anche in questo caso l’annuncio in grande stile in sala consiliare di una straordinaria opportunità economica per il Paese è svanito nel nulla. 7) Centro vaccinale. Il centro vaccinale è stato chiuso e a Labico, paese di oltre seimila abitanti (tra l’altro quello con l’età media più bassa nel Lazio), manca un centro vaccinale. A quanto pare il problema sembra non interessare gli amministratori.

7.       Sulla questione depuratori abbiamo già detto e scritto abbastanza, ma visto che la ferita brucia e il sindaco continua a ripetere come un mantra di non avere alcuna responsabilità, ma che si è trattato di una sorta di sfortunata ed imprevedibile fatalità. Chi poteva mai immaginare, in effetti, che triplicando (e, col nuovo piano regolatore, sestuplicando) la popolazione labicana sarebbe stato necessario l’adeguamento degli impianti di depurazione (già non proprio impeccabili)? Chi poteva anche lontanamente sospettare che la continua, inesorabile cementificazione del territorio e l’alterazione del normale deflusso delle acque avrebbe potuto azzerare la portata di un invaso al punto da modificarne la classificazione? Chi avrebbe mai pensato di attivare delle serie verifiche sulla gestione degli impianti di depurazione, per accertare che tutto venisse svolto in modo corretto e rispettoso della normativa vigente? Chi mai si sarebbe sognato di rispondere ai continui e numerosi quesiti dell’opposizione sulla situazione degli impianti fognari e di depurazione, la cui malfunzionalità era evidente anche per i non addetti ai lavori? Chi avrebbe mai potuto prevedere che qualche organo di polizia giudiziaria un po’ troppo zelante sarebbe andato a fare dei controlli e a verificare una situazione disastrosa, con numerose violazioni amministrative e penali, al punto da rendere necessario il sequestro degli impianti? La risposta è semplice: qualche amministratore onesto, giudizioso e competente. Certamente non i nostri amministratori, bravi con le chiacchiere e le fanfare, un po’ meno con i fatti. Buon 2015 a tutti i labicani.

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