20 settembre 2012

Il caso Fiorito non è un caso


Il paradosso è che questa ondata di ritorno della politica che insegue – con innegabile successo – il più deteriore dei luoghi comuni, quello dei politici arroganti, volgari, sbruffoni e, soprattutto, arraffoni, l’ha avviata proprio la Lega Nord. Ossia, tra quelli in vita, il più antico partito “antipolitica” dello scenario politico italiano. Il figlio del grande capo eletto, senza merito, consigliere regionale e scarrozzato con tanto di autista a spese del partito. Poi sono arrivati, con una certa trasversalità, altri qualificanti episodi come il tesoriere Lusi (che adesso sta in convento) e le sue spese folli coi soldi dei contribuenti e Formigoni e le sue vacanze milionarie. E adesso abbiamo Fiorito. Che non è – per sua stessa ammissione – la mela marcia. Fiorito non è altro che uno dei tanti. Fiorito fa parte del sistema. Fiorito è il sistema. E qui si rischiano le cadute demagogiche e, appunto, i luoghi comuni. “E’ tutto un magna-magna”. “Sono tutti uguali”. “La politica è sporca”. No. Nonostante la – quasi – evidenza, non è esattamente così. E, soprattutto, non è vero che il “nuovo” sia necessariamente diverso. Il nuovo è diverso fino a quando non entra negli ingranaggi. Dopo potrebbe rimanere diverso o omologarsi. La Lega Nord, ad esempio, si è omologata. E migliaia di persone e decine di movimenti sono passati alla politica, criticandone alcuni aspetti, per poi uniformarsi, più o meno prontamente, all’andazzo generale. Non c’è un soluzione? E’ la politica ad essere sporca? O, forse, dovremmo riflettere sui nostri modelli socio-culturali dominanti? Perché la politica non è fatta solo da quelli che stanno dentro al Palazzo, ma anche – e soprattutto – da quelli che il Palazzo lo guardano solo da fuori, ma del quale condizionano scelte e azioni. Se io realizzo un abuso edilizio, cercherò come referente politico qualcuno che mi prometterà di passarla liscia. E a fronte della sua benevolenza nei confronti del mio peccato veniale (sono quelli degli altri ad essere giudicati severamente, mai i nostri) sarò certamente più indulgente verso le sue umane debolezze. E se, a spese mie e della collettività, se ne andrà in vacanza con l’auto blu, non griderò certo allo scandalo. Pensiamoci tutte le volte che abbiamo a che fare con la “politica”. Se alla parola politica associamo la parola “favore” vuol dire che ne abbiamo una visione distorta. E poco importa che il favore sia un diritto di cui siamo inconsapevoli o un ingiusto privilegio al quale agogniamo, magari, sempre inconsapevolmente, a discapito di un giusto diritto di altri. Siamo noi, da cittadini, a creare il terreno fertile per quelli come Fiorito. E i Fiorito non nascono per caso. Quando, da cittadini, avremo questa consapevolezza, si creeranno i presupposti per un cambiamento di rotta. Le differenze destra-sinistra, progressisti-moderati, riformatori-conservatori, ambientalisti-sviluppisti dovranno venire dopo. Intanto bisognerebbe rilanciare un’etica della politica che impedisca queste squallide derive. Per riuscirci sarà necessario smettere di blandire la politica quando ci fa comodo e biasimarla quando non ci piace più. Nessuno è altro rispetto alla politica, nemmeno quando – colpevolmente – se ne disinteressa. La politica è il frutto dell’atteggiamento e dei comportamenti (anche “omissivi”) di ognuno di noi. E se c’è Fiorito è anche – almeno un po’ – colpa nostra.

1 commento:

  1. Non posso che essere daccordo con te, purtroppo la maggior parte delle persone che criticano la politica è perché, sotto sotto, non ne hanno ricavato nessun utile, oppure ancora non sono riuscite a immaginare come potranno ricavarsene uno.

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