30 agosto 2010

E se, qualche volta, si ammettessero gli errori?


Il confronto tra maggioranza e opposizione è spesso serrato, talvolta volano parole grosse, altre volte gli animi si infervorano, il confronto diventa scontro, contrapposizione quasi fisica, al punto da perdere di vista l’oggetto del contendere. Tra noi (opposizione) e loro (maggioranza) si sono avuti spesso momenti tesi e aspri. Nei quali ognuno è rimasto fermo nella propria tesi. Però, talvolta, non si aveva a che fare con semplici opinioni, le quali, per definizione, possono serenamente differire. Qualche volta gli scontri tra noi e loro vertevano su questioni ben precise, “fatti” per così dire, su cui non c’era né ci poteva essere una lettura diversa. O era in un modo o in un altro. Qualcuno dei due sbagliava, anche se non voleva ammetterlo. Per rispetto della verità storica credo sia giusto fare un piccolo (ancorché incompleto) elenco di alcune delle questioni su cui ci siamo accapigliati, cercando di capire chi aveva le idee chiare e chi stava prendendo una cantonata.

1. Forma degli atti. Per cercare di nascondere il congelamento delle dimissioni di Di Stefano avevano cominciato a fare gli atti di giunta senza dire quale fosse la composizione dell’organo. Abbiamo detto che la procedura era illegittima. Loro hanno negato fortemente. Recuperato Di Stefano hanno di nuovo predisposto correttamente gli atti. Un figurone.
2. Questione centro d’infanzia privato. Ci accorgiamo di un’irregolarità nell’erogazione gratuita dei pasti da parte del comune e chiediamo spiegazioni. Replica stizzita e arrogante, con tanto di manifesto con cui si gridava “VERGOGNA” al nostro indirizzo. Intanto proprio per quella vicenda il vicesindaco è sotto processo penale per abuso d’ufficio. Chi si dovrebbe vergognare?
3. Assunzioni facili. All’inizio sono partiti con la minaccia di querela per diffamazione. Poi qualcuno – non tutti – ha ammesso pubblicamente in consiglio comunale che, in effetti, la questione era stata gestita in modo poco corretto. Certo i due raccomandati dalla maggioranza restano saldamente al proprio posto. Però della querela neanche l’ombra.
 4. Appalti. Quella degli appalti è una nostra grande vittoria. Abbiamo espresso dubbi e perplessità sulle modalità con cui gestiscono l’affidamento dei lavori pubblici e delle forniture e del fatto che mancasse l’elenco dei fornitori e delle ditte di fiducia. Addirittura sia Galli che Giordani hanno provato ad inoltrarsi in un terreno a loro completamente ignoto, il diritto amministrativo, cercando di dare lezioni in proposito. Ovviamente solo attraverso i comunicati stampa, ché un confronto pubblico in materia dubito che abbiano voglia di sostenerlo. La cosa divertente è che adesso – finalmente – gli appalti vengono fatti con delle gare “vere”, con procedure aperte, e con ribassi degni di questo nome. In più, da pochi mesi, abbiamo anche l’istituzione dell’elenco delle imprese di fiducia. Come mai?
 5. Sagra delle nocciole. L’anno scorso venne organizzata,  con i soldi pubblici, una bella festicciola privata con tanto di cena di gala a numero chiuso riservata al sindaco, al vicesindaco ed ai loro amici. Vennero completamente ignorati quasi tutti i produttori di nocciole di Labico, grandi e piccoli. Criticammo duramente la gestione privatistica della sagra e il mancato coinvolgimento dei produttori labicani e la risposta fu ancora una volta all’insegna del “comandiamo noi e facciamo come ci pare”. Quest’anno l’invito, seppur tardivo, è esteso a tutti i produttori. Ci vuole sempre un po’, ma alla fine ci arrivano anche loro.

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