11 luglio 2010

Sette samurai cercansi


La principale qualità della maggioranza è la refrattarietà. La capacità di lasciare scivolare via questioni e problemi con invidiabile indifferenza. Almeno fino a quando il problema non assume dimensioni tali da non poter più essere ignorato. Era successo solo pochi mesi prima con i debiti fuori bilancio, trascurati per circa due anni, ma che alla fine hanno presentato un conto, molto salato, pagato non dai responsabili (sindaco e vicesindaco), ma dai cittadini labicani. E così è stato anche per il revisore dei conti nominato appena un anno fa e che aveva lamentato più volte difficoltà di accesso agli atti – almeno non siamo i soli – per poter svolgere al meglio la propria funzione. A quanto abbiamo potuto apprendere appena due giorni prima del consiglio, il problema si trascinava dall’inizio dell’incarico. L’interessato aveva in più occasioni fatto presente il suo disagio, ma i suoi appelli erano rimasti inascoltati e, alla fine, si è trovato costretto a dimettersi.
Peccato che l’esperienza non abbia insegnato nulla e, esattamente come un anno fa, hanno portato in consiglio una finta rosa di nomi (due) e una decisione già presa. Patetico il tentativo di dare all’operazione un’apparente correttezza procedurale, cercando di farci credere che la scelta sia stata del tutto casuale e basata esclusivamente sulle caratteristiche professionali della persona scelta. Alla quale, comunque, sentiamo il dovere di dare il benvenuto, auspicando una maggiore interlocuzione con l’opposizione di quanto non sia avvenuto fino ad ora.
 Ci sarebbe stato tutto il tempo per rispondere alle nostre interrogazioni. Con un unico altro punto all'ordine del giorno – la cui trattazione è durata meno di un'ora – sarebbe bastata la buona volontà del Sindaco e dei componenti della giunta per affrontare tutte le questioni poste dall'opposizione. Non era neppure necessario che rimanessero i consiglieri comunali la cui principale funzione è quella di alzare la mano al momento del voto. Però il Sindaco – che percepisce un vero e proprio stipendio per ricoprire l'incarico – aveva altri impegni e all'una doveva andare via (probabilmente si sarà dovuto occupare dell'organizzazione dei grandi eventi di Fontana Chiusa) e quindi hanno deciso di non dare risposta a molte delle nostre domande. Tra le questioni rimaste in sospeso segnaliamo: un "gallinaio" abusivo a Colle Spina; l'allegro finanziamento ad un'associazione a cui è stato anche concesso l'uso di Palazzo Giuliani, in piena violazione dei regolamenti che vengono fatti valere solo per le associazioni labicane invise all'amministrazione; lo stato di degrado e di abbandono della zona dei cerchi (ma sembra che adesso si stiano muovendo); i mille dubbi sui lavori di realizzazione della pista ciclabile; la sicurezza stradale in Circonvallazione Falcone, sollecitata da numerosi abitanti della zona.
Qualche risposta però è stata data. Qualcuna più convincente, altre un po’ meno. Proviamo a vederle.
Movimento terra Casali
Da diversi giorni si poteva notare uno strano movimento di terra in località Casali. Decine di camion portavano tonnellate di inerti in un terreno a ridosso della ferrovia. L’amministrazione, tanto per cambiare, dormiva. Ci siamo fatti carico della questione e abbiamo scritto un’interrogazione, subito dopo la quale il movimento è stato bloccato. Nella risposta però il sindaco ha affermato che era tutto in regola e che l’interessato aveva fatto la DIA (dichiarazione di inizio attività). Ma come? Per portare in giro tonnellate di terra di riporto basta la DIA? A noi non risulta. Spieghiamo al sindaco che questa attività non è regolata dalla normativa urbanistica, ma da quella sui rifiuti. E poi, se davvero era tutto in regola, perché hanno fermato tutto? C’è sicuramente qualcosa di strano, ma a noi non l’hanno voluto spiegare.
Lottizzazione La Selvotta 2
L’esame di questa interrogazione ha avuto dei risvolti molto divertenti. Sono state pronunciate affermazioni come “Quei bastardi dei costruttori”. Qualcuno penserà che siamo stati noi dell’opposizione, dipinti come quelli cattivi e sempre pronti a colpevolizzare la categoria. Invece non è così. Gli epiteti ingiuriosi nei confronti dei costruttori sono stati pronunciati da esponenti dell’amministrazione. Noi ci siamo limitati – come nel caso della Selvotta 2 – a segnalare le inadempienze dei costruttori per quanto riguarda la realizzazione delle opere di urbanizzazione e la connivenza dell’amministrazione che non si è preoccupata di vigilare sul loro operato. La “difesa” dell’amministrazione è stata invece tutto uno scaricabarile. Prima i costruttori, perché non hanno mantenuto gli impegni assunti in convenzione. Poi l’ufficio tecnico, a cui è stata attribuita la responsabilità dell’invenzione di un “prototipo di certificato di agibilità” (definizione del sindaco) in sostituzione del vero certificato che non poteva essere rilasciato in assenza dei requisiti stabiliti dalla legge. Poi dei notai che hanno comunque permesso la compravendita degli immobili. Loro, che da trent’anni amministrano questo Paese, non c’entrano nulla, non sanno nulla, non hanno colpe. Persino l’assessore Scaccia, i cui interventi sono piuttosto rari, ha voluto dire la sua, per derubricare la questione ad un fatto privato tra i cittadini e i costruttori. Loro se ne lavano le mani.
Liquami fognari
Una sintesi della vicenda si può esprimere così. Può un costruttore deviare il corso della fogna, provocando, in caso di forte pioggia, la fuoriuscita dei liquami e “sigillare” il tombino di ispezione, in modo che i liquami escano nel terreno adiacente? No, secondo il responsabile dell’ufficio tecnico. Eppure a Labico è successo. Cosa succede nei paesi normali? Arriva l’ufficio tecnico e fa ripristinare la normalità. A meno che il direttore dei lavori sia il fratello del vicesindaco. In tal caso il tombino rimane sigillato. Nega con vigore il vicesindaco e il sindaco promette che il lunedì successivo il tombino verrà riaperto. Sono passate due settimane e il tombino è esattamente come prima. Se poi parliamo di intoccabili si offendono.
Uso improprio di Palazzo Giuliani
La questione è nota. Andrea Giordani ha deciso di diventare cavaliere templare. Sin qui nulla da eccepire. Nel proprio privato ognuno fa quello che meglio crede. Il problema nasce quando per l’investitura decide di utilizzare la più prestigiosa delle sale di cui dispone il Comune: la sala consiliare. Una sala, va ricordato, il cui uso è rigidamente disciplinato da un regolamento da noi molto contestato che preclude alle associazioni labicane la possibilità di utilizzare quella sala. Se serve ad un’altra associazione – ché i templari giuridicamente altro non sono che un’associazione di diritto privato, come le associazioni di volontariato labicane – però il sindaco “deroga” al regolamento. Secondo noi il sindaco, così agendo, ha abusato della propria posizione per poter utilizzare per ragioni private un luogo di proprietà pubblica che a tutti gli altri non viene concesso. Il sindaco, però, anziché scusarsi, si è arrampicato sugli specchi farfugliando di una presunta equiparazione tra matrimonio civile e investitura a cavaliere templare. Ora, che io ricordi, il matrimonio civile è regolato da uno dei capisaldi del nostro ordinamento giuridico: il codice civile. Ho chiesto al sindaco di indicarmi in quale parte del codice si parla di cavalieri templari. O, eventualmente, quale disposizione di legge sancisce questa equivalenza. Non è stato in grado di rispondere. Però sono state date argomentazioni inoppugnabili. Dall’assessore Ricci, ad esempio, che ha detto che l’associazione è a carattere nazionale. Che non vuol dire niente, ma fa molto figo. Oppure, sempre da parte del vulcanico Giordani, che alla cerimonia c’erano sette generali. Qui mi sono arreso. Ai sette generali avrei dovuto contrapporre sette samurai. In loro assenza ho alzato bandiera bianca. La sala di Palazzo Giuliani è tutta tua, Andrea.

Nessun commento:

Posta un commento

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura