14 aprile 2010

In memoria del capitano Raffaele Aversa


Sono ormai oltre 48 ore che penso a come impostare le mie considerazioni sull’iniziativa organizzata dall’amministrazione labicana per ricordare la figura del capitano Raffaele Aversa, valoroso ufficiale dei carabinieri che ha dedicato gli ultimi mesi della sua vita all’organizzazione delle forze di resistenza alla dittatura nazifascista e che è stato trucidato insieme ad altre 334 persone nel tristemente famoso eccidio delle fosse ardeatine. Il valore dell’iniziativa è troppo alto per rischiare di intorbidire queste riflessioni con notazioni critiche che potrebbero facilmente innescare sgradevoli polemiche. Mi asterrò quindi dal rilevare qualche inciampo diplomatico e cercherò di parlare esclusivamente delle - non marginali, va riconosciuto – sensazioni positive che la giornata di domenica 11 aprile mi ha lasciato.
Da troppo tempo, infatti, il nome di Raffaele Aversa campeggiava in modo anonimo sulla targa di una piccola strada di Labico. Nulla, fino a qualche tempo fa, era stato fatto per renderne viva e consapevole la memoria. Probabilmente, sempre fino a poco tempo fa, nessuno aveva la più pallida idea di chi diavolo fosse quel “Raffaele Aversa” a cui era stata intitolata quella traversa della via Casilina. Senza ombra di dubbio, il primo a “sollevare il caso” era stato Leonardo Saracini, il quale, dopo un’accurata ricerca aveva scritto un breve articolo in cui ricordava l’importanza della figura del capitano Aversa e in cui si chiedeva come mai nessuno avesse mai sentito il dovere di onorarne degnamente la memoria. Sono passati tre anni e l’appello di Leonardo ha avuto finalmente una doverosa risposta. L’amministrazione comunale ha deciso di intitolare il piazzale della stazione ferroviaria a Raffaele Aversa e di apporre una targa che ne ricordasse l’elevato valore di uomo e di militare.
E cosa ha fatto il capitano dei carabinieri, morto a 38 anni, per meritarsi la nostra riconoscenza? Ha fatto qualcosa di veramente importante e che, proprio in questa fase storica, viene drammaticamente sottovalutato se non proprio irriso anche da autorevoli esponenti politici: ha dato un contributo fondamentale alla lotta che ha permesso al nostro Paese di liberarsi dal giogo della dittatura nazifascista e di ritornare ad essere un paese libero. Il capitano Aversa, infatti, non solo ha partecipato alla cattura di Benito Mussolini - ossia di colui il quale ha gettato l’Italia nel più sanguinoso e cruento conflitto che la storia dell’umanità ricordi - ma ha anche partecipato attivamente all’organizzazione della Resistenza (con la R maiuscola), colpa per la quale è stato catturato, torturato e ucciso. E’ stato uno dei tanti che ha pagato con la vita la scelta di stare dalla parte della libertà e della democrazia, permettendo al nostro Paese – dopo venti lunghi anni di regime autoritario – di affermare una nuova forma di Stato, quella della Repubblica, fondata sull’inviolabilità di alcuni principi e valori fondamentali. Quei principi e quei valori che sono stati sanciti con l’approvazione – da parte dell’assemblea costituente – della nostra Carta Costituzionale. Non so descrivere il piacere che ho provato per avere avuto il privilegio di premiare proprio Gigliola Merusi, presidente della sezione ANPI di Frascati e Grottaferrata, ossia della persona che in quella circostanza rappresentava il valore della Resistenza opposta dai partigiani all’oppressione del fascismo e del nazismo. Un valore in cui ho sempre creduto al punto da iscrivermi – diversi anni or sono ormai – proprio all’ANPI (non per meriti diretti, ovviamente, ma grazie al fatto che lo Statuto dell’associazione consente ai non partigiani l’iscrizione, purché se ne condividano i principi). E così domenica ho avuto il piacere di premiare proprio la “mia” presidente ed è stato per me un momento di emozione vera, condivisa da tutto il gruppo di Cambiare e Vivere Labico, forse di commozione, sicuramente di gratitudine, perché sentivo in me la consapevolezza che grazie alle persone come lei e come il capitano Aversa godiamo di alcuni diritti inalienabili, che diamo per scontati, ma che tanto scontati non sono, visto che sono costati sofferenze e vite umane. Troppe sofferenze e troppe vite per poter essere dimenticate. E per questo noi, anche quest’anno, il 25 aprile saremo in piazza a rendere omaggio alla memoria di quelle vite.

2 commenti:

  1. Bravissimo Tullio, questo tuo commento rappresenta degnamente anche il mio sentire. Un grazie a chi, indomito, ha dato la sua vita per far vivere le nostre nella libertà.
    Ho chiesto anche io la tessera dell'ANPI perchè ne condivido in pieno i principi e mi batterò per diffonderli e difenderli.
    Grazie ancora, anche se, per motivi strettamente privati, non potrò essere presente questo 25 Aprile. Ma commemorerò degnamente i nostri eroi anche nel posto dove sarò fisicamente presente.
    Buon 25 Aprile a tutti e un dolce pensiero a chi si è sacrificato per tutti noi.
    Maurizio Spezzano

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  2. Grazie Maurizio. Ci rifaremo il primo maggio!!!

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