30 marzo 2010

7-6

Il vantaggio numerico del centro-sinistra è una ben magra consolazione. Buona solo per chi non vuole vedere la realtà. Berlusconi ha vinto ancora una volta ed è stato capace di ribaltare per la seconda volta la situazione del Lazio. Pochi mesi fa il passaggio della regione alla destra era dato per certo, poi, con la candidatura della Bonino e il pasticcio delle liste, la situazione sembrava di nuovo favorevole al centro-sinistra. Certo, lo strapotere mediatico di cui dispone Berlusconi rende difficile ogni ragionamento di carattere politico e l'elettore-consumatore (la categoria preferita dal capo del Governo e da lui stesso plasmata nel corso degli anni) ha dovuto scegliere tra due prodotti, uno dei quali superpubblicizzato e l'altro pressoché sconosciuto. Del progetto politico dell'una o dell'altra coalizione poi non si è parlato praticamente affatto. E la campagna elettorale è stata fagocitata dal solito principio dell'investitura popolare al salvatore della patria. Su questo terreno, con questi strumenti, con questa disparità di risorse e di mezzi Berlusconi è riuscito nell'impresa. Chi, nel centro-sinistra, cerca di minimizzare la sconfitta commette un altro grave errore: quello di sottovalutare la gravità della situazione del nostro Paese. Con l'aggravante di avere un ruolo importante nel panorama politico. La tecnica è sempre la stessa: addossare ad altri la responsabilità della sconfitta, senza mai mettersi davvero in discussione. Date per scontate alcune questioni, come il grande vantaggio mediatico del centrodestra e una diffusa mancanza di capacità critica nell'elettorato, bisogna anche fare i conti con i propri limiti. Siamo davvero convinti che la proposta politica del centrosinistra fosse quella vincente? Siamo così sicuri che una classe politica che punta più alla perpetuazione del proprio ruolo istituzionale che a lanciare una proposta che sia davvero "alternativa" a questo coacervo di interessi e clientele che è il centrodestra sia adatta ad arginare questa drammatica deriva? Siamo proprio certi che inseguire la Lega sull'immigrazione, Forza Italia sul disprezzo delle regole (solo per alcuni), Alleanza Nazionale sulla sicurezza (ma solo nei confronti di alcuni) e tutti quanti (UDC compresa) su una sorta di neoclericalismo ipocrita e bigotto sia la strada giusta da seguire? E siamo in grado di cogliere il senso del ridicolo delle affermazioni di chi "accusa" della disfatta quelli che proprio non ce l'hanno fatta a votare per una proposta che non li convinceva? Chi ha votato per le liste di Grillo o per le piccole forze che hanno deciso di non "turarsi il naso" solo e soltanto in nome dell'antiberlusconismo, ma perché hanno bisogno di una proposta politica seria, credibile e davvero alternativa. Perché le questioni ambientali vengono sempre marginalizzate ed ignorate e si percorrono - a destra come a sinistra - più o meno le stesse strade per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, le politiche infrastrutturali e della mobilità, il consumo del suolo, la strategia energetica e via discorrendo?
Ebbene io faccio parte della schiera dei delusi, quelli convintamente di centrosinistra, anzi di sinistra, che non hanno digerito alcune scelte dell'amministrazione regionale uscente. Un'amministrazione che - per dirne una - è riuscita a fare un "piano casa" (una norma di devastazione urbanistica che comporterà conseguenze devastanti sugli equilibri territoriali) peggiore di quello messo a punto da Berlusconi. E di delusi come me ce ne sono tanti e molti di loro, non sentendosi rappresentati da nessuna delle forze in campo, hanno rinunciato ad esprimere il proprio voto.
Penso che sia da irresponsabili scaricare su queste persone la responsabilità di una sconfitta o, peggio, ragionare su un ulteriore annacquamento della proposta politica per cercare di rincorrere il voto berlusconiano. Bisognerebbe avere il coraggio di rimettersi in discussione e cercare di ridare fiducia alle tante persone che non si sentono rappresentate da "questo" centrosinistra e, possibilmente, di non farla perdere a quelli - e non sono pochi - che sono un po' stufi di ingoiare rospi.

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