29 marzo 2017

Non servirà a nulla

Non servirà a nulla la morte un ragazzo di vent’anni. Non servirà a nulla la colossale figura di merda di tutte le squallide testate fascistoide e razziste che si sono lanciate come avvoltoi sulla notizia di un “ragazzo massacrato dal branco di albanesi”. Sono bastate alcune indiscrezioni non confermate per trasformare il drammatico episodio in una immediata sentenza di condanna per “gli stranieri”, brutti sporchi e cattivi (cit. Ettore Scola) per definizione, magari infilandoci dentro anche “gli zingari” e non fa niente che siano in realtà italiani (circa l’80 per cento degli zingari che vivono nel nostro paese hanno la cittadinanza italiana) perché il pregiudizio nei loro confronti si sottrae ad ogni considerazione logica.
Non servirà a nulla che per circa 24 ore i social siano stati inondati da affermazione becere, razziste, stupide, intrise di odio e violenza (“bisognerebbe dargli fuoco”, “ammazzateli tutti”, “se ne vedo uno, lo metto sotto con la macchina”) all’indirizzo di questi vigliacchi che vengono in Italia a infastidire le nostre (sì, aggettivo possessivo) donne e dai quali bisogna difendersi in una guerra quotidiana del bene (che siamo noi, orgogliosamente italiani) contro il male (gli stranieri, soprattutto se poveri e disgraziati).
Non servirà a nulla aver scoperto che il “branco” era composto prevalentemente (e forse esclusivamente) da cittadini italiani e che sia miseramente fallito il diffuso bisogno di avere un nemico verso cui riversare le nostre frustrazioni e le nostre miserie. Un (ri)sentimento folle sul quale speculano politici senza scrupoli e media che traggono nutrimento da questa assurda spirale di odio.
Non servirà a nulla neanche provare a chiedere come si faccia a distinguere i buoni dai cattivi. Sono buoni quelli dalla pelle bianca? No, certo, ci sono stranieri bianchi e italiani dalla pelle scura. Sono buoni i cattolici? Anche qui la linea di demarcazione sarebbe difficile da tracciare. Sono buoni quelli che hanno la carta d’identità italiana? E come facciamo con quelli di altre etnie diventati italiani? Sono buoni quelli che pagano le tasse? Oddio, meglio di no, perché spesso sono gli italiani ad evaderle e gli stranieri ad essere in regola. No, non c’è un modo per distinguerli con le etichette, come al supermercato, i buoni dai cattivi, con tutta la buona volontà. E infatti Salvini mica l’ha presentata una proposta di legge per farlo. E non solo perché non sarebbe capace di scrivere un paio di pagine in italiano, figurarsi una proposta di legge, ma proprio perché non sarebbe possibile.
Non servirà a nulla nemmeno ogni altra dannata tragedia in cui qualche italianissimo coglione farà del male ad altri esseri umani, per le più bieche e futili ragioni, magari assalendo col crick l’automobilista che non gli ha dato la precedenza o uccidendo la “propria” donna, colpevole di non essere sufficientemente fedele all’immagine muliebre che si era costruito. Una volta esclusa la presenza di sangue arabo nelle vene del criminale, non resterà che declassare l’episodio a “tragica fatalità” e andare oltre, sempre alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina e da dare in pasto all’insensata ferocia della massa.

Non servirà a nulla neppure esprimere il proprio cordoglio e il proprio sgomento per una morte assurda e atroce. No, non servirà a nulla, ma almeno, rispetto all’indifferenza, è un tentativo, forse ingenuo, di restare umani.

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