22 gennaio 2013

Due o tre riflessioni sulle prossime elezioni




Sistema elettorale 1. Per cinque lunghi anni i partiti (tutti) non hanno fatto altro che parlare male del “Porcellum”, un sistema elettorale che attribuisce alle segreterie dei partiti il potere di decidere gli eletti e che introduce soglie di sbarramento “punitive” per le piccole forze politiche, senza garantire una effettiva governabilità a causa del doppio meccanismo di attribuzione del premio di maggioranza (su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato). La responsabilità per non aver saputo (o voluto) cambiare il sistema elettorale è evidentemente dei governi della scorsa legislatura e dei partiti rappresentati in Parlamento. Solo loro avrebbero potuto cambiare la legge. Facile dire: “non si è trovato l’accordo”. Per molto altro, in compenso, l’accordo si è trovato. Forse non era una priorità.
Sistema elettorale 2. Quando si è capito che il sistema elettorale sarebbe rimasto lo stesso i partiti avevano due possibilità: utilizzarlo come alibi per una gestione verticistica delle candidature, oppure cercare forme di partecipazione democratica dei cittadini, pur con tutti i limiti del caso. A farlo sono stati il Movimento 5 Stelle (per primi), PD e SEL. Poi c’è stata la gara a chi era più democratico e partecipativo. Indubbiamente alle primarie di Grillo non hanno partecipato in molti, ma non è certo colpa loro se gli aderenti al movimento sono pochi. Non si poteva certo pretendere che aprissero le porte al rischio di infiltrazioni. Tra l’altro le loro primarie non sono state manipolate dalle segreterie. L’ordine delle liste è stato determinato dal numero dei voti. Le primarie di PD e SEL, pur essendo più “aperte”, scontano i limiti delle candidature bloccate, dei paracaduti e di una regia post-primarie da parte delle segreterie. In sostanza hanno accolto i suggerimenti dell’elettorato. In questo momento direi che non c’è malaccio.
Tutti gli altri – Rivoluzione Civile compresa – si sono affidati ad una gestione superverticistica delle liste. Un brutto segno, magari determinato dalla fretta, che però qualche elettore faticherà a digerire. Tra l’altro uno degli elementi più criticabili del Porcellum è la possibilità delle candidature multiple. Ossia i cosiddetti big vengono candidati in numerosi collegi. Questa è una scelta che viene giustificata prevalentemente con il fatto che farebbero da traino alla lista per la loro visibilità. In realtà questo meccanismo distorto (e contorto) da un lato aumenta la blindatura dei vertici (che non devono correre il rischio di rimanere fuori dal Palazzo), dall’altro introduce un subdolo congegno di potere di nomina post-voto, attribuendo un potere immenso ai superblindati. In pratica l’eletto in più collegi decide chi sarà eletto in quei collegi. Anzi, ad essere precisi, decide chi lasciare fuori. E qui scattano dinamiche perverse di accordi prelettorali, dispetti, pressioni, condizionamenti. Uno scenario indegno di una vera democrazia. Peccato che tutti i partiti – tranne il Movimento cinque stelle – abbiano largamente abusato di questa opportunità.
Voto. Utile, inutile, futile. Trovo stucchevole il dibattito sul cosiddetto “voto utile”. Un dibattito nel quale gli interlocutori cambiano opinione a seconda delle circostanze. La più eclatante è la posizione di Vendola, passato da strenuo difensore del diritto di identità politica ad “utilista” (ma forse più “utilitarista”, nel senso di seguace dell’omonima teoria economica di Jeremy Bentham). La vera domanda è “utile a chi?”. Trovo avvilente (e svilente) misurare l’utilità del voto esclusivamente in termini di esercizio di potere. Del resto il nostro sistema elettorale si basa ancora su un meccanismo di rappresentanza. L’organo di governo non viene eletto direttamente dal popolo, ma viene nominato attraverso un preciso congegno costituzionale che passa attraverso le indicazioni del Parlamento. E credo che rimanga un pieno diritto dell’elettore scegliere da chi vuole essere rappresentato (pur nei limiti del Porcellum) senza sentirsi obbligato, già dal momento del voto, a fare una scelta di compromesso. Siamo sempre tutti (o molti) pronti a brandire la Costituzione in ogni momento per sottolineare l’importanza e l’intangibilità dei diritti. Facciamolo anche quando si parla del diritto di voto. All’articolo 48 della nostra carta costituzionale si afferma che “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Non si parla di voto utile. Si parla di voto libero. E chi mi vuole persuadere a dare il mio voto farebbe bene a farmi una proposta politica e un programma che mi convincano, farebbe bene a propormi candidati che possano rappresentare il mio pensiero e la mia sensibilità, farebbe bene a costruire un rapporto trasparente e diretto con il proprio elettorato. Farebbe bene, soprattutto, a non usare un’ambigua formula ricattatoria, additandomi come il potenziale responsabile dell’eventuale affermazione di una forza politica ancora più distante da me. Il ventennio berlusconiano è ormai definitivamente alle spalle. Proviamo a ricominciare a fare una politica vera, chiara e comprensibile, in cui i consensi si ottengono sulla base delle proprie proposte e non dei catastrofici scenari possibili. Possiamo superare la fase del “meno peggio” e puntare, senza esitazioni, al meglio. Che ognuno declinerà secondo la propria sensibilità, come meglio crede e come ci insegna la Costituzione: il voto è personale e, soprattutto, libero. Mai inutile.

3 commenti:

  1. C'e' un piccolo ma significativo particolare che forse sfugge all'articolista e cioe' che il porcellum e' stato voluto dal pdl e l'estensore e' stato Calderoli della lega basta guardarlo in faccia per capire perche'il suo disegno di legge e' stato chiamato porcellum ;-) ,il particolare dicevo e' che la lista Ingroia e' nata in fretta e furia perche' i tecnici hanno dato forfait per colpa di Berlusconi che non ha rinnovato loro la fiducia e nei tempi tecnici necessari per rinnovare la legge non hanno trovato l'accordo pdl e pd.A questi due partiti vanno le maggiore e forse uniche responsabilita' di cosi tanta confusione. Spero che la gente lo capisca e non faccia di tutta l'erba un fascio!!!

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  2. Ti assicuro che all'articolista non sfugge né la genesi del porcellum, né la doverosa attribuzione delle principali responsabilità. Resta il fatto che anche chi di responsabilità ne ha meno o addirittura niente avrebbe potuto gestire meglio alcuni passaggi. Le candidature multiple, ad esempio, non credo siano state obbligate dalla fretta, ma da altre - e meno nobili - alchimie politiche.

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    1. Carissimo articolista, ricordando le tue battaglie con l'attuale candidato di RIVOLUZIONE CIVILE, ma tu da che parte stai?

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