8 giugno 2012

Consiglio comunale rinnovato, si fa per dire.


Il 26 maggio i cittadini labicani hanno potuto assistere all’insediamento del sindaco e del consiglio comunale scelti con le elezioni del 6 e 7 maggio. La prima evidente differenza rispetto a cinque anni fa è nel numero dei consiglieri. Scelte molto discutibili di una classe politica nazionale che spaccia per riduzione dei costi della politica tagli alla democrazia ed alla rappresentanza hanno portato da 16 a 7 il numero dei consiglieri comunali: meno della metà. L’altro elemento di rilievo è l’assenza (anche tra il pubblico) dell’ex sindaco, penultimo della lista e non eletto in consiglio. Magari avrà avuto qualche impegno dei suoi (istituzionali, di solito), ma sembra un ulteriore segnale dei problemi della maggioranza. Alfredo Galli ha, invece, ripreso in mano lo scettro del potere (quello formale, ché nella sostanza non c’è mai stato alcun dubbio) e ha cancellato l’immagine del Giordani emozionato, goffo e impacciato che si esibiva nel suo primo discorso da sindaco. Nonostante l’ostentata sicurezza del politico navigato, Galli non è riuscito a dissimulare la consapevolezza di avere intrapreso il suo personale viale del tramonto. Posticipato di qualche anno grazie agli errori di un’opposizione che era stata così determinata e compatta nella propria azione di smantellamento del sistema di potere labicano, ma parimenti incapace di sfruttare l’enorme vantaggio accumulato. Un po’ come quei corridori che riescono nell’impresa di portare avanti una fuga di cento chilometri, ma che, a pochi chilometri dal traguardo, vanificano tutto marcandosi a vicenda e consentendo il recupero del gruppone. Credo sia inutile tornare sulle vicende preelettorali, sulle quali la mia posizione è sufficientemente chiara. Adesso siamo nella consiliatura 2012-2017 ed è di quella che ci dobbiamo occupare. Abbiamo una maggioranza fatta dal solito blocco di potere, con un piccolo avanzamento di carriera di Scaccia. Uno che in passato aveva fatto finta di essere all’opposizione, ma che, di fronte ad un posto in giunta, aveva messo in fretta da parte ogni proposito di autonomia di pensiero. La vera sorpresa è l’affidamento della delega più delicata, quella sull’urbanistica, al giovane Mirko Ulsi, alla sua prima esperienza in politica, ma che è riuscito a raccogliere ben 256 voti di preferenza. La perplessità, giustamente espressa da Maurizio Spezzano, non è tanto nella – presunta – mancanza di competenza, perché non è che in passato quel ruolo sia stato ricoperto da Astengo o Insolera, tutt’altro. Il vero problema è che l’urbanistica a Labico è sempre stata decisa dai “poteri forti”, per poi lasciarne la responsabilità politica e amministrativa a qualcun altro. Noi non abbiamo mai avuto problemi ad attaccare chi ha assunto la responsabilità delle scandalose scelte in materia di governo del territorio e non ci fermeremo certo di fronte a chi, in tutta evidenza, non ha colpe, almeno al momento. Ma questo non è sufficiente. Chi si prenderà l’urbanistica ne riceverà gli onori (pochi), ma, soprattutto, gli oneri (pesanti). A meno che non siano vere le voci su una nomina a scadenza, come le mozzarelle, finalizzata ad interessi personali e certamente non motivata da ragioni politico-amministrative. E’ vero che siamo tristemente abituati alla politica degli interessi personali, ma in questo caso si raggiungerebbe un livello davvero molto basso. Per fugare ogni sospetto il sindaco ha due strade: quella di revocare subito la delega ad Ulsi (prima che tragga un indebito vantaggio personale dal suo ruolo amministrativo) oppure difendere politicamente la scelta, mantenendo l’assessorato per l’intera consiliatura. Probabilmente, come spesso avviene a Labico, si opterà per la terza via, quella della salvaguardia di interessi ed equilibri della maggioranza, anche se rimane l’incognita di chi – una volta risolte le questioni pratiche - raccoglierà la patata bollente dell’urbanistica. Dalla parte dell’opposizione si sono registrate due visioni politiche differenti: una rivolta al passato, con un rancoroso intervento di Nello, che si ostina a cercare di scaricare su altri la responsabilità di avere affossato, per ambizione personale, una proposta politica che non aveva bisogno di scendere a pericolosi compromessi per battere Galli; l’altra rivolta al presente e al futuro, con Maurizio Spezzano che, nel suo intervento, ha parlato in positivo, illustrando idee e programmi e dichiarandosi portavoce in consiglio comunale di una realtà politica concreta, forte e vitale, fatta di donne e di uomini che hanno voglia di impegnarsi in prima persona per avere, finalmente, una pubblica amministrazione competente e disinteressata. Quella realtà politica si chiama “Legalità e Trasparenza” ed ha tutti i requisiti per portare il nostro paese fuori dal pantano in cui è stato trascinato in decenni di vuoto politico e amministrativo.

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