8 novembre 2008

Consiglio del 31 ottobre: convenzioni e osservazioni

Dell’idiosincrasia per la trasparenza dei nostri amministratori abbiamo già avuto modo di dire e l’ultimo consiglio comunale non ha fatto che confermare la nostra tesi. Già a partire dalla convocazione si intuiva che c’era qualcosa che non andava: l’ordine del giorno recava solo due punti. Il primo relativo al rinnovo di una concessione cimiteriale, il secondo riguardante due osservazioni alla variante al piano regolatore.
Ben poca cosa per giustificare un consiglio comunale. Ed infatti, puntualmente, è arrivato a casa dei consiglieri (ma solo a loro) l’avviso che vi sarebbero stati ben tre punti integrativi dell’ordine del giorno. In apertura di seduta faccio subito presente la scorrettezza di una simile procedura, evidenziando che in questo modo si potrebbero aggirare le norme sulla corretta pubblicità dei lavori consiliari, impedendo ai cittadini di venire a conoscenza degli argomenti in discussione. Né potevano valere le ragioni di urgenza che la legge prevede per simili circostanze, visto che si trattava di argomenti ben noti (e in parte già affrontati), la cui programmazione sarebbe potuta avvenire nel pieno rispetto delle procedure.
Ovviamente, neanche a dirlo, il sindaco non risponde alle eccezioni sollevate. Lo fa spesso e non me ne preoccupo più di tanto. Cerco solo di intuirne la ragione.
O si tratta di un solenne senso di superiorità che lo induce ad ignorare le istanze dei consiglieri comunali, anche quando il suo dovere istituzione imporrebbe comportamenti più rispettosi. Oppure semplicemente non sa cosa rispondere, preferendo la brutta figura del silenzio alla figuraccia di dire qualche sciocchezza.
Sul primo punto il dibattito è brevissimo ed interviene solo Spezzano a denunciare la delicata situazione delle nostre aree cimiteriali e l’anomalia dell’individuazione di una nuova area in prossimità di Carchitti con aspetti poco chiari sulla determinazione dei costi per i residenti. Al voto comunque dieci favorevoli e noi ci asteniamo.
Si passa a due osservazioni che erano già state portate in consiglio altre volte, riguardanti la richiesta di eliminazione di una strada di piano che avrebbe causato non pochi disagi agli osservanti.
Giordani approfitta dell’argomento in esame per sostenere la tesi dell’inutilità delle commissioni consiliari, convinto che servano a persuadere l’opposizione della bontà delle proposte della maggioranza e non perdere troppo tempo in consiglio. Peccato che non sia così, provo a spiegare, parlando dei meccanismi della democrazia, dei suoi strumenti e dell’obbligatorietà di alcuni di essi.
Dopo una lunga discussione si perviene comunque ad una posizione condivisa. Si elimina la strada di piano, che rimarrà come servitù di passaggio fino a quando non verrà realizzata la nuova viabilità di collegamento. Il parere così riformulato viene accolto all’unanimità.
Il punto successivo è il primo di quelli integrativi ed è ancora una volta la delibera per la convenzione con il centro infanzia privato. Delibera portata per ben due volte in consiglio e per ben due volte ritirata per oggettivi problemi di contenuto. Si era deciso di costituire una commissione ad hoc per una sua rielaborazione, ma non si è riusciti a trovare un accordo. Si sono scontrate due posizioni: da un lato quella di chi si ostinava a voler gestire la questione in modo clientelare e particolaristico, da un lato quella di chi chiedeva l’adozione di principi di carattere generale puntando su trasparenza, correttezza ed equità. Immagino non sia difficile intuire su quale versante si fossero schierate maggioranza ed opposizione.
In consiglio abbiamo depositato una memoria per Cambiare e Vivere Labico News ripercorrere le tappe della vicenda, evidenziando i gravi illeciti amministrativi riscontrati, e abbiamo presentato pochissimi emendamenti nel tentativo di migliorare il testo elaborato dalla maggioranza. Ovviamente non è passato nulla di ciò che abbiamo chiesto, nonostante fossero proposte basate soprattutto sul buonsenso e nell’interesse delle famiglie (come ad esempio l’estensione a dieci famiglie dei benefici previsti dalla delibera). E’ stato divertente notare che la maggioranza ha perfino modificato il testo che aveva proposto in commissione, introducendo una incomprensibile differenziazione tra gli aventi diritto: il contributo non era più uguale per tutti, ma variava da un massimo di 120 ad un minimo di 80 euro (figli e figliastri). Noi chiediamo spiegazioni.
Ci rispondono “In preconsiglio abbiamo deciso così”. Provo a far notare che il preconsiglio è una riunione di carattere privato che non ha alcun valore giuridico sul piano istituzionale. Fiato sprecato.
Anche l’erogazione dei pasti diventa un’elargizione che non comporta alcun beneficio tangibile per le famiglie. Infatti le tariffe della struttura non diminuiranno. Sostengono che la rette sono già ridotte.
Peccato che non vi siano atti a comprovarlo.
La sensazione è che si faccia un uso molto allegro delle risorse pubbliche. Da parte nostra c’è il rammarico per il comportamento della maggioranza, insensibile alle nostre istanze e alle nostre proposte finalizzate esclusivamente all’adozione di un vero intervento di carattere sociale e che avesse una validità generale e prevedesse concrete garanzie nell’interesse sia dei cittadini, sia delle strutture private, sia della pubblica amministrazione. Abbiamo citato le esperienze dei comuni più attenti alle questioni sociali, facendo notare l’adozione di regolamenti di carattere generale. Tempo perso. Si va al voto. Proprio non ce la sentiamo di avallare il comportamento miope della maggioranza. Sul principio eravamo tutti d’accordo, ma sulla sua applicazione le nostre posizioni sono davvero troppo distanti e votiamo contro.
Il punto successivo riguarda una comunicazione relativa all’utilizzazione dei fondi di riserva fatto con una delibera del 4 settembre. Chiedo di intervenire. Il sindaco cerca di impedirmelo. Diamo vita ad una penosa querelle che dura venti minuti. Il sindaco, a quanto pare ignora il fatto che è diritto dei consiglieri intervenire sulle questioni all’ordine del giorno e cerca di impedirmi di parlare. E’ una violazione gravissima delle regole di convivenza democratica. Io insisto in tutti i modi. Alla fine sono l’assessore Di Stefano e il vicesindaco a far notare che questo irrigidimento è del tutto fuori luogo. Io volevo solo far notare di aver chiesto per ben due volte di portare la comunicazione in consiglio, visto che era noto a tutti che serviva per coprire i costi della delibera appena votata. Ovviamente invece la comunicazione è stata data allo scadere dei sessanta giorni previsti dalla legge. Contesto l’uso della procedura, che rappresenta a mio avviso un modo per aggirare le norme contabili, quando mancano i requisiti di urgenza previsti dalla legge. “Cazzate” (testuale) interviene l’assessore al bilancio, secondo il quale questo è l’unico modo per trovare le risorse per finanziare interventi non programmati. Magari qualcuno dovrebbe spiegare all’assessore al bilancio che la procedura contabile corretta è la variazione di bilancio, che necessita del voto consiliare.
Il punto successivo è, per l’appunto, una variazione al bilancio. Arrivano risorse da parte della Regione e vanno inserite nel quadro contabile. Si vota e si chiude.

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