Galli sembra proprio vivere sulle nuvole. Sottoscrive una
dichiarazione con cui sembra voler prendere a cuore i problemi dei pendolari
della tratta Roma-Cassino e si impegna a chiedere un intervento immediato per
porre fine ai disagi di chi viaggia in treno.
Ma come mai questo interessamento di Galli al problema? Tutto sembra
nascere da un articolo, nel quale chi scrive esprime perplessità sulla
riorganizzazione della giunta della Regione Lazio (sostenuta da Galli alle
regionali), senza nemmeno considerare che “quella giunta” è stata appena
cancellata da un imbarazzante scandalo sull’uso improprio delle risorse
pubbliche. L’articolo, in seguito, descrive i problemi vissuti dai pendolari sulla
propria pelle. Peccato che l’unico interlocutore interpellato sia una persona
la cui mobilità, da oltre vent’anni, è limitata ad un percorso col proprio SUV
tra il parcheggio dell’abitazione ed il parcheggio pubblico che si è riservato,
sottraendolo permanentemente alla collettività. Dubito che Galli sappia davvero
cosa significhi viaggiare in treno e vivere i disagi delle migliaia di
pendolari dell’hinterland romano e mi chiedo a che titolo venga consultato.
Purtroppo il nuovo paladino dei pendolari (cit.) non si rende neppure conto che l’inadeguatezza
delle infrastrutture del servizio di trasporto pubblico dipende, in buona parte,
da due fattori. Il primo - di cui lui, come amministratore, ha una responsabilità
enorme - è l’espansione urbanistica, insana e bulimica, che ha portato ad un
incontrollato aumento demografico di buona parte dell’hinterland romano, senza
che chi programmava piani regolatori per soddisfare i portafogli dei
costruttori si preoccupasse di adeguare (o fare adeguare) infrastrutture e
servizi in virtù del nuovo carico antropico (trasporto pubblico, servizi,
scuole, uffici, assistenza). Il secondo è una politica infrastrutturale che
continua ad inseguire modelli di sviluppo basati sull’asfalto e sugli
investimenti in grandi opere pubbliche, che lo stesso Galli sostiene
convintamente, senza pensare che per alimentare quel modello di sviluppo si
sottraggono risorse proprio a quei pendolari che lui dichiara di voler
difendere. Delle due l’una o l’ipocrisia di Alfredo Galli è da Guinness dei
primati oppure non ha nemmeno la più pallida idea di come funziona il mondo al
di là dei propri confini comunali. Sarebbe il caso che ne uscisse, di tanto in
tanto, per rendersene conto. Magari prendendo sul serio un treno di pendolari.
Così, per sfizio.
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