14 maggio 2010

Labico: amministratori coscienziosi cercansi.



La maggioranza assomiglia sempre di più a quei simpatici animaletti che circolano preferibilmente di notte, agiscono con abilità e decisione protetti dalle tenebre per procurarsi ciò di cui hanno bisogno e poi vanno rapidamente a rintanarsi. Qualche volta capita che debbano uscire alla luce del sole per qualche necessità e lì noti che il loro comportamento cambia. Sono a disagio, impacciati, nervosi. Non vedono l’ora di tornare al sicuro della propria tana.
Nel nostro caso la luce del sole è il consiglio comunale, il confronto con l’opposizione e di fronte alla cittadinanza. Non amano i consigli comunali e li convocano solo quando costretti, come nell’ultima circostanza – legata alla necessità di approvare il bilancio -, per la quale abbiamo dovuto attendere ben due mesi. E’ ovvio poi che, in due mesi, i problemi – magari irrisolti da prima – si accumulino, le questioni si sommino, le richieste si moltiplichino. Se a questo aggiungiamo l’esame di un documento complesso come il bilancio di previsione dell’ente locale, non ci si dovrebbe né stupire né irritare se il consiglio dura dieci ore. Invece la tensione e l’insofferenza degli esponenti della maggioranza aumentavano man mano che passavano le ore.
Non entrerò nel merito di una discussione lunga e importante, che ci ha permesso anche di portare a casa qualche piccolo risultato nell’interesse del paese, sui quali approfondiranno meglio Maurizio e Benedetto, ma provo a fare qualche considerazione sulla situazione politica locale.
Il ritardo con cui il bilancio è arrivato in consiglio è un primo segnale di difficoltà: se il Governo non avesse fatto slittare all’ultimo momento il termine (già molto dilatato) per l’approvazione del bilancio, il nostro comune sarebbe finito fuori tempo massimo. Quello che si vantava di essere un comune virtuoso sotto il profilo contabile comincia ad avere un bel po’ di problemini. Per ben due volte siamo stati costretti ad usare lo strumento del riconoscimento dei debiti fuori bilancio, poi si arriva spesso con l’acqua alla gola ad approvare i bilanci, che siano di previsione o di assestamento, infine ci si accorge che l’aver dilapidato le risorse nel periodo preelettorale porterà il comune a dover stringere la cinghia per rispettare il patto di stabilità. Senza contare i continui aumenti di tasse e tariffe imposti dal 2007 ad oggi. Dal raddoppio dell’addizionale IRPEF, ai continui aumenti della TARSU, del servizio idrico e dei servizi a domanda individuale. Solo il costo dei buoni pasto – per i quali avevano imposto un aumento di cinquanta centesimi – è stato ridotto, su nostra proposta, anche grazie ai notevoli risparmi ottenuti con il nuovo appalto della mensa. Un appalto svolto nel pieno rispetto della normativa vigente e il cui effetto è stato quello di aver abbassato il costo unitario del pasto di circa un euro.
Proprio sul tema degli appalti abbiamo ottenuto una significativa vittoria politica. Per settimane siamo stati duramente attaccati perché avevamo messo in discussione il “sistema” con cui venivano affidati i lavori. Abbiamo segnalato – con le nostre interrogazioni – molte anomalie nelle procedure usate, non solo nella scelta del tipo di procedura (sempre ristretta), ma, soprattutto, nelle modalità con cui veniva gestita. Abbiamo ascoltato il vicesindaco Galli – competente, si fa per dire, sull’argomento – che replicava, con fare annoiato e indisponente, che “così fan tutti” e che non c’era nulla di male nel gestire gli appalti come fanno loro. Siamo stati anche accusati di chissà quali nefandezze solamente per aver chiesto il rispetto della legalità. E poi scopriamo che gli ultimi due appalti di lavori pubblici sono stati affidati addirittura con la procedura aperta. A spanna – perché ancora non sappiamo come andrà la gara – possiamo dire che solo grazie a questi due appalti la pubblica amministrazione potrebbe risparmiare qualcosa come 40-50mila euro. Non male, se teniamo conto che abbiamo discusso ore a parlare di emendamenti per poche migliaia di euro.
Ancora una volta la seduta è stata sciolta al momento in cui il sindaco avrebbe dovuto rispondere alle nostre interrogazioni. Stavolta la scusa era perché il consiglio era durato troppo. Però il sindaco è sempre fuggito, anche quando i consigli terminavano alle due. Il vero problema è l’incapacità di dare delle spiegazioni convincenti sul comportamento dell’amministrazione. Sono mesi, ad esempio, che alcuni abitanti di Colle Spina chiedono il rispetto della normativa in materia ambientale e sanitaria e il sindaco continua a fare le orecchie da mercante. O sulle modalità di scelta del personale dello sportello antiusura, che – secondo i maligni – sarebbero basate su rigidi criteri di selezione genetica. O sul malfunzionamento del depuratore, i cui amabili effluvi tra non molto inizieranno ad allietare le calde serate dell’estate labicana (tra l’altro al momento è l’unico “evento” in programma). Insomma, gli argomenti interessanti, per degli amministratori coscienziosi, non mancherebbero. Quello che manca, a quanto pare, sono proprio gli amministratori coscienziosi.

Alle colonne d'Ercole

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