E’ uno scherzo. Dai, non è vero.
Ti dico di sì. Non ci credo. Ti mando la risposta. Ok , manda…
Nooo… Era vero per davvero. Il nostro sindaco, lo stesso che dobbiamo
ringraziare per i milioni di euro che stiamo spendendo per il pasticcio dei
depuratori, lo stesso che ha invitato la cittadinanza a contenere i propri
bisognini, lo stesso che – proprio nel consiglio comunale di domani – salasserà
i cittadini per ripianare i debiti che la sua pessima gestione sta facendo
accumulare. Proprio lui, ormai lanciato nella difficilissima impresa di battere
Giordani nella disciplina olimpica della comicità involontaria, il nostro
sindaco, al secolo Alfredo Galli, ha deciso di negare la possibilità di
riprendere la seduta consiliare. Ci avevano già provato, in passato. Anche in
quella circostanza si erano resi sufficientemente ridicoli con l’ottimo Giorgio Scaccia –
probabilmente proprio per questo promosso vicesindaco – che pontificava con la
sua megalitica inconsistenza sulla presunta violazione della legge sulla
privacy. Per una seduta consiliare, pubblica per definizione. E qui si dovrebbe
tornare sulla granitica convinzione dei nostri amministratori di avere
trasformato in privato ciò che è – o dovrebbe essere – pubblico. Fatto sta che
Galli ha vergato tre ammirevoli righe in cui attribuisce la responsabilità
della decisione al segretario (non si sa mai). Pensavamo che il
precedente segretario fosse sin troppo disponibile a trovare il modo per
avallare le ubbie dei potenti, ma sembra che anche in questo caso lo zelo profuso
potrebbe portarci ad assistere ad un sorpasso. La cosa più esilarante è la
norma citata a supporto di una proibizione degna della parte più cupa del
ventennio: lo statuto dei lavoratori. Sì. Proprio lui. Uno statuto che si sta
cercando di difendere con le unghie e con i denti dai continui assalti tesi a
ridurre i diritti dei lavoratori e che adesso viene brandito addirittura col
fine di negare un diritto. Ossia il diritto di tutti i cittadini di conoscere
quello che succede in consiglio comunale e che Alfredo Galli e compagnia
cantante (o meglio, anzi peggio, silente) stanno cercando di fare a spese dei
cittadini. Compresa la stangata sull’IMU. Riaffiora con forza l’ipotesi che il
consiglio si terrà in uno scantinato. Lì non prendono neanche i cellulari.
Tullio, meglio di Zelig, di Ciccio e Franco, Gianni e Pinotto. Addirittura, meglio di Gigione e Donatello. Che meraviglia, roba da prima televisiva. Anzi no, le immagini non possono passare. Che goduria!!!! è vero che ci purgano con l'IMU, ma vuoi mettere le risate per la comicità? Ridicoli all'inverosimile.
RispondiEliminaMaurizio Spezzano