Il paradosso è che questa ondata
di ritorno della politica che insegue – con innegabile successo – il più
deteriore dei luoghi comuni, quello dei politici arroganti, volgari, sbruffoni
e, soprattutto, arraffoni, l’ha avviata proprio la Lega Nord. Ossia ,
tra quelli in vita, il più antico partito “antipolitica” dello scenario
politico italiano. Il figlio del grande capo eletto, senza merito, consigliere
regionale e scarrozzato con tanto di autista a spese del partito. Poi sono
arrivati, con una certa trasversalità, altri qualificanti episodi come il
tesoriere Lusi (che adesso sta in convento) e le sue spese folli coi soldi dei
contribuenti e Formigoni e le sue vacanze milionarie. E adesso abbiamo Fiorito.
Che non è – per sua stessa ammissione – la mela marcia. Fiorito non è altro che
uno dei tanti. Fiorito fa parte del sistema. Fiorito è il sistema. E qui si
rischiano le cadute demagogiche e, appunto, i luoghi comuni. “E’ tutto un
magna-magna”. “Sono tutti uguali”. “La politica è sporca”. No. Nonostante la –
quasi – evidenza, non è esattamente così. E, soprattutto, non è vero che il
“nuovo” sia necessariamente diverso. Il nuovo è diverso fino a quando non entra
negli ingranaggi. Dopo potrebbe rimanere diverso o omologarsi. La Lega Nord , ad esempio,
si è omologata. E migliaia di persone e decine di movimenti sono passati alla
politica, criticandone alcuni aspetti, per poi uniformarsi, più o meno
prontamente, all’andazzo generale. Non c’è un soluzione? E’ la politica ad
essere sporca? O, forse, dovremmo riflettere sui nostri modelli socio-culturali
dominanti? Perché la politica non è fatta solo da quelli che stanno dentro al
Palazzo, ma anche – e soprattutto – da quelli che il Palazzo lo guardano solo
da fuori, ma del quale condizionano scelte e azioni. Se io realizzo un abuso
edilizio, cercherò come referente politico qualcuno che mi prometterà di
passarla liscia. E a fronte della sua benevolenza nei confronti del mio peccato
veniale (sono quelli degli altri ad essere giudicati severamente, mai i nostri)
sarò certamente più indulgente verso le sue umane debolezze. E se, a spese mie
e della collettività, se ne andrà in vacanza con l’auto blu, non griderò certo
allo scandalo. Pensiamoci tutte le volte che abbiamo a che fare con la
“politica”. Se alla parola politica associamo la parola “favore” vuol dire che
ne abbiamo una visione distorta. E poco importa che il favore sia un diritto di
cui siamo inconsapevoli o un ingiusto privilegio al quale agogniamo, magari,
sempre inconsapevolmente, a discapito di un giusto diritto di altri. Siamo noi,
da cittadini, a creare il terreno fertile per quelli come Fiorito. E i Fiorito
non nascono per caso. Quando, da cittadini, avremo questa consapevolezza, si
creeranno i presupposti per un cambiamento di rotta. Le differenze destra-sinistra,
progressisti-moderati, riformatori-conservatori, ambientalisti-sviluppisti
dovranno venire dopo. Intanto bisognerebbe rilanciare un’etica della politica
che impedisca queste squallide derive. Per riuscirci sarà necessario smettere
di blandire la politica quando ci fa comodo e biasimarla quando non ci piace
più. Nessuno è altro rispetto alla politica, nemmeno quando – colpevolmente –
se ne disinteressa. La politica è il frutto dell’atteggiamento e dei
comportamenti (anche “omissivi”) di ognuno di noi. E se c’è Fiorito è anche –
almeno un po’ – colpa nostra.
Non posso che essere daccordo con te, purtroppo la maggior parte delle persone che criticano la politica è perché, sotto sotto, non ne hanno ricavato nessun utile, oppure ancora non sono riuscite a immaginare come potranno ricavarsene uno.
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