Se fossi un cittadino labicano sarei molto preoccupato. E, visto che sono un cittadino labicano, sono molto preoccupato. Sono preoccupato da tempo e per molte cose, la gran parte delle quali le ho dette e ridette, scritte e riscritte, fino alla nausea. Per chi vive (e cerca di informarsi) a Labico il quadro è piuttosto chiaro: siamo in mano ad un’amministrazione che fa del pressapochismo la stella polare della propria azione politica. Proviamo, per una volta, ad azzerare tutto. Proviamo per un attimo a non pensare a tutti i pasticci combinati da questa allegra banda di professionisti del dilettantismo. Per alcuni, infatti, nonostante il loro tessuto epiteliale meno esposto alle radiazioni solari sia da tempo immemore saldamente incollato ad una poltrona, il meccanismo di funzionamento di una pubblica amministrazione continua ad essere un po’ come la stele di Rosetta, solenne e affascinante, ma del tutto incomprensibile. Dunque, questi amabili buontemponi riescono a spiazzare completamente quelli – per fortuna pochi – che cercano di seguire le loro gesta amministrative. Sempre per semplificare proviamo a decifrare i loro piani per il futuro di questo paese degli ultimi due mesi, non di più. A settembre si è tenuta un’iniziativa molto sfarzosa e costosa (coi soldi pubblici, si intende) che aveva il dichiarato intento di promuovere la valorizzazione e la tutela del territorio agricolo labicano. Proposito davvero lodevole e la cui attuazione avrebbe avuto il nostro favore ed il nostro sostegno. Tre settimane dopo, la stessa persona che aveva affermato con enfasi la necessità di dare nuovo impulso alla produzione agricola locale si affannava a spiegare l’esigenza di cancellare quasi 200 ettari di terreni agricoli e trasformarli in industriali per realizzare un bel polo logistico produttivo, con la possibilità finanche di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti (da lui simpaticamente definito un “termocamino”). Classico, quanto preoccupante, caso di sdoppiamento della personalità. Uno potrebbe ingenuamente pensare: avrà cambiato idea, da adesso basta nocciole e si passa alla produzione industriale. Errore. Non passa neanche un mese dall’esaltazione dell’utilità della realizzanda area di sviluppo industriale ed ecco che arriva, quasi alla chetichella, la convocazione di un consiglio comunale in cui sarà proposta la revoca della delibera consiliare che stabiliva, in pratica, l’avvio del progetto di industrializzazione dell’area in prossimità di Colle Spina. Trasaliamo: fino a ieri la maggioranza era tutta compatta nel difendere il progetto e adesso arriva la proposta di cancellarlo? Cosa è cambiato? Cosa sta succedendo? Non è dato saperlo. E, visto che, in ossequio ad un’antica e nobile tradizione locale, né il sindaco, né la giunta hanno ritenuto di spiegare alcunché prima di proporre l’atto: bisognerà aspettare giovedì 4 novembre per capire cosa ha in mente la nostra maggioranza. In particolare bisognerà capire se a capo della coalizione quel giorno ci sarà il dottor Andrea Jekyll o mr. Hyde Giordani. Io, da cittadino labicano, continuo ad essere preoccupato.
Nessun commento:
Posta un commento