Straordinario il nostro sindaco. Non aveva nemmeno finito di scrivere un surreale comunicato in cui si vantava di aver ricevuto il riconoscimento della prestigiosa testata di informazione economica “Il Sole-24 ore” per la sua (presunta) “buona amministrazione”, che gli è arrivata tra capo e collo la diffida da parte della prefettura ad approvare gli equilibri di bilancio, onde evitare lo scioglimento del consiglio comunale. Eh, sì, perché dal tenore del comunicato si aveva la sensazione che Gianni Riotta (direttore de “Il Sole”) si fosse recato personalmente al borgo di Fontana Chiusa a congratularsi vivamente col sindaco, mentre in realtà l’articolo del quotidiano fa ben altre considerazioni e non certo lusinghiere. Ognuno è libero di sfidare il senso del ridicolo e raccontare le fandonie che meglio ritiene. Sta di fatto che il consiglio comunale è stato convocato in fretta e furia e, visto che a forza di ignorare i problemi, questi si accumulano, ci siamo ritrovati con otto punti all’ordine del giorno, a cui hanno cercato di aggiungerne un altro paio fuori tempo massimo.
Ormai ha davvero poco senso parlare di “contenuti” dell’operato di un’amministrazione che annaspa nel vuoto come gli astronauti alle prese con l’assenza di gravità. I documenti di bilancio – il cui impianto è noto al solo responsabile del dipartimento economico, che è costretto a fare i salti mortali per tenere in piedi i conti – fotografano impietosamente lo stato di immobilità della giunta Giordani, troppo impegnato tra templari, spettacoli pirotecnici e promozione commerciale del suo “splendido borgo” (che non è Labico, se qualcuno avesse dei dubbi).
Il consiglio comunale, iniziato con una discreta correttezza, ha però avuto qualche momento di tensione, con un consigliere di maggioranza che ha perso le staffe, bestemmiato e poi minacciato i colleghi dell’opposizione. Ora, entrambi i comportamenti sarebbero persino punibili alla luce del nostro Codice Penale, ma ben più biasimevoli se pronunciati da un consigliere comunale nel pieno esercizio del suo ruolo elettivo, ossia durante una seduta consiliare. Questo episodio ha creato un po’ di comprensibile confusione anche tra il pubblico. In questa – non facile, bisogna riconoscere – situazione, il Presidente del Consiglio ha preferito, anziché proporre l’allontanamento del consigliere (o dei consiglieri) che turbava il regolare svolgimento della seduta, far espellere un cittadino che esprimeva il proprio disappunto per la situazione che si era creata. Certo, con una maggioranza così traballante e che poteva contare a malapena sul numero legale, ogni decisione doveva essere ponderata con la massima attenzione.
Uno dei provvedimenti portati all’esame del consiglio riguardava l’adesione della nostra biblioteca al polo bibliotecario prenestino. Siamo talmente rassegnati di fronte al disinteresse di questa amministrazione per tutto ciò che riguarda la cultura da non avere più nemmeno troppa voglia di fare dell’ironia. Votiamo quindi compatti a favore della delibera. Sarà un problema dei nostri amministratori spiegare al polo bibliotecario che Labico porterà in dote il nulla.
Ovviamente non c’è mai il tempo per affrontare le interrogazioni e la maggioranza risponde solamente a tre di esse. Nella prima si poneva il problema dell’abbandono incontrollato di rifiuti nel territorio comunale. Questione delicata e spinosa su cui le responsabilità non sono tutte dell’amministrazione, visto che c’è più di qualche cittadino con uno scarso senso civico, ma è evidente che l’assenza di sensibilità, informazione e controlli è la situazione ideale per chi non intende rispettare le leggi. A parole si sentono sempre impegni per il futuro, ma nei fatti il territorio continua ad essere considerato terra di nessuno (per la tutela ambientale) o di conquista (per le speculazioni immobiliari).
Poi sono arrivate due risposte ad importanti interrogazioni: quella sulla gestione dei Cerchi, nella quale Alfredo Galli ha sostanzialmente ammesso che la gestione è stata completamente sbagliata e, in tutta evidenza, se non ci fosse stata la nostra interrogazione sarebbe rimasto il degrado e l’abbandono che abbiamo visto tutti quest’estate. Hanno promesso un nuovo bando per l’affidamento dell’area. Speriamo che – questa volta – si faccia un vero bando pubblico. L’altra interrogazione importante riguardava la pista ciclabile. Lì la situazione è deprimente. Un tratto di pista ciclabile di dubbia utilità potrebbe non essere completato. Le responsabilità si rimpallano tra comune, regione e ditta appaltatrice. I dubbi restano tutti: le anomalie nella gara d’appalto, il ribasso minimo, la mancata consegna dei lavori, il mancato pagamento della penale, la mancanza di una programmazione infrastrutturale che dia un senso all’opera. Ci sarebbe da ridere se non avessimo già buttato 200mila euro di soldi pubblici in questa vicenda. Poi, come al solito, il sindaco ha iniziato a dare vistosi segnali di impazienza. Vuoi per la fame, vuoi perché stavano arrivando un paio di interrogazioni che riguardavano la sua gestione “personale” della cosa pubblica, ha cominciato a fissare con insistenza la porta. Ad un certo punto si è alzato e ha iniziato con noncuranza (se non sbaglio fischiettava pure) a guadagnare la via di fuga. Richiamato al suo dovere istituzionale, è tornato indietro. Per poi riprendere nuovamente la direzione della libertà. E poi ancora una nuova retromarcia. Uno, due, tre, quattro, giro. Uno, due, tre, quattro, giro. Era dai tempi di “A Chorus Line” che non si vedeva una coreografia così ben costruita. L’uscita di scena poi è stata magistrale. Ricordava la scena finale della celeberrima opera di Tchaikovsky. Anche se il protagonista ricordava più un altro volatile, quello che normalmente viene celebrato negli Stati Uniti il giorno del ringraziamento. Un ringraziamento al quale – in senso metaforico – vorremmo poterci unire anche noi.
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