3 ottobre 2010

ASI: il piano fallito della maggioranza


Sabato 25 settembre si è  tenuto  il primo di una serie di  incontri  con la popolazione labicana per “spiegare” l’ambizioso progetto dell’ASI (area di sviluppo industriale) ai cittadini. Il sospetto  che l’iniziativa non sia stata del tutto spontanea, ma sia nata dalla  campagna  di  informazione  svolta  dal  gruppo  consiliare  di Cambiare e Vivere Labico, è più che fondato. Non è certo nella cultura  di questa amministrazione la cosiddetta politica “dal basso”, con il  coinvolgimento  preventivo  dei  cittadini.  E,  in effetti,  il  coinvolgi- mento  non  è  stato  preventivo,  ma  è  avvenuto  dopo  quasi  un  anno  dall’avvio  dell’iter  per  la  realizzazione  dell’ASI  e  due  delibere di giunta ed una di consiglio. La manovra era chiara- mente di ben altro  tipo: convincere  i cittadini della bontà del pro- getto  attraverso  una  conferenza monocorde  in  cui  si  puntava  soprattutto  sul  ricatto  occupazionale,  lo  stesso  ricatto  con  cui  troppo  spesso  si  stanno  giustificando  le  compressioni  dei  diritti  dei lavoratori. La maggioranza contava in uno sparuto numero di  cittadini,  da  abbagliare  con  una  bella  presentazione  in  power  point sulle piacevolezze di un’area produttiva  industriale a pochi  metri da casa.   Noi consiglieri di opposizione avevamo già deciso di partecipare  all’incontro  e  di  dire  la  nostra  e,  grazie  all’intuizione  di Maurizio Spezzano, abbiamo coinvolto attivamente gli abitanti di Colle Spina attraverso una lettera (incassettata in tutto il quartiere) con cui  si invitavano i cittadini ad essere presenti e ad ascoltare le valutazioni di tutti, compresa l’opposizione.  La nostra presenza – e qualche cittadino in più del previsto –  ha  scompaginato  non  poco  i  piani  della  maggioranza,  che  puntava ad una platea bendisposta e ad una ben precisa strategia.  La tecnica di comunicazione adottata, infatti, nella sua sem-plicità, poteva risultare efficace. Da un lato bisognava evitare l’utilizzo  di  parole  che  potessero  portare  qualche  preoccupazione,  come chimica,  rifiuti, emissioni  inquinanti, polveri sottili. Dall’altro  lato  bisognava  porre  l’accento  su  altre  locuzioni;  tra  queste    a  parte “posti di lavoro”, ovviamente – si caldeggiava l’uso di termini  rassicuranti come: prodotti agricoli, attività florovivaistiche, logisti- ca  (solo  perché  non  è  a  tutti  chiaro  che  logistica  può  voler  dire  movimentazione  di  migliaia  di  TIR  che  avvelenano  l’aria  circo- stante).  Il  trucchetto  però  non  è  riuscito.  E,  va  detto,  non  per merito  nostro. Il trucchetto non è riuscito soprattutto per merito dei citta-dini presenti, che avevano già le idee abbastanza chiare ed erano  consapevoli di due cose: la prima era che la tardiva convocazione  di una conferenza informativa era tutt’altro che spontanea, ma un  goffo  tentativo  di  imbrogliare  le  carte;  la  seconda  era  una  apprezzabile  conoscenza  delle  possibili  conseguenze  per  la  loro  qualità della vita di una scelta di sviluppo di quel  tipo. Sono stati  loro, infatti, a chiedere che fosse un vero confronto e non il comi-zio a senso unico della maggioranza con informazioni incomplete  o manipolate. All’inizio Alfredo Galli,  che  presiedeva  la  conferenza, aveva  fermamente negato ogni possibilità di  interven-to, come è costume di questa amministrazione che rifugge come  la peste ogni  ipotesi di confronto, vuoi per carenza di argomenti,  vuoi per manifesta  incapacità. Per  fortuna  il  presidente del  consorzio  di  Colle  Spina,  Giovanni  Olivo,  non  ha  accettato  questa  impostazione.  La  conferenza –  per  lui  e  per  i  tantissimi  cittadini  intervenuti – serviva ad avere delucidazioni e non come passerella  per  qualche  esponente  della  maggioranza  e  si  è  speso  per  garantire a tutti – persino agli esponenti dell’opposizione – il diritto  di  intervenire.  Il  risultato  è  stato  che,  dopo  le  vuote  chiacchiere  degli amministratori, fatte delle solite promesse di posti di lavo- ro (e quei pochi li gestirebbero loro per garantirsi il consenso), di  risorse economiche (che gestirebbero sempre  loro) e, persino, di  zone verdi, qualcuno ha cercato di spiegare  i veri pericoli che  la  creazione dell’ennesimo carrozzone (la delibera prevede già gli  stipendi per  il consiglio di amministrazione) potrebbe portare  al  territorio ed ai cittadini. Avremo modo di spiegare  in modo più  approfondito le conseguenze – sull’ambiente e sulla salute - della  realizzazione di una nuova zona  industriale a Labico, quando  in  Italia c’è una crisi industriale senza precedenti e si registra la costante chiusura di attività produttive ed  il progressivo abbandono  di capannoni e zone  industriali, sottratte alla produzione agricola  e rimaste a fare le cattedrali nel deserto. E il fallimento del tentativo di suggestionare gli abitanti di Colle Spina con qualche  bella  parola  è  dato  dall’assenza,  nel  ridicolo  comunicato  di  commento all’iniziativa -  in cui anziché raccontare quello che è  successo, si sono riportate solo le illusorie affermazioni del sindaco Giordani e dell’assessore Di Stefano -, del vicesindaco. Alfredo Galli, infatti, pur avendo condotto la conferenza ha capito che  non era  il caso di associare  la sua  immagine ad un boomerang  così clamoroso e, come per la sagra delle nocciole, ha pensato  bene di defilarsi in gran fretta. Noi del gruppo consiliare Cambiare  e Vivere Labico siamo sempre a nostro agio quando il confronto è  concreto e sul merito delle questioni e siamo disponibili sin da ora  a nuovi appuntamenti con  i cittadini per spiegare  la nostra posizione sulle prospettive di sviluppo del nostro  territorio. La principale differenza rispetto alla maggioranza è che noi siamo ben lieti  di poter dialogare con i cittadini e di ascoltare le loro considerazioni. Così come non abbiamo problemi ad avere un contraddittorio diretto e pubblico con  la maggioranza. Non a caso abbiamo  proposto di riportare la delibera in un consiglio comunale  da tenersi di sabato a Colle Spina, in modo da consentire la  più  ampia  partecipazione  dei  cittadini. Ma  siamo abbastanza  certi che non si farà, così come non si faranno più le iniziative  pubbliche promesse sull’ASI. La  trasparenza della pubblica  amministrazione è per questa maggioranza qualcosa per  cui non sono ancora pronti. Bisogna capirli.

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