
E probabilmente le cose sarebbero
andate avanti ancora così se – sempre grazie all’incapacità di chi amministra –
non ci fossimo trovati, a seguito del sequestro dei depuratori (inadeguati a
far fronte all’enorme aumento della popolazione), un debito da pagare di
diversi milioni di euro e ad un passo dalla bancarotta. A questo punto l’Amministrazione
si è accorta che l’unica soluzione era quella di ricordarsi che esiste un
patrimonio immobiliare sul quale l’imposizione fiscale era stata, come dire,
trascurata. In fretta e furia si è dato mandato ad una società per fare quello
che non era stato fatto in vent’anni e per recuperare più soldi possibile (la
corsa di fine anno era motivata dall’esigenza di includere l’anno 2009).
Peccato che, a far e in fretta, le cose non riescano particolarmente bene e ci
siamo trovati di fronte alla pioggia, all’acquazzone, alla bufera delle
cartelle esattoriali. Secondo i dati forniti a Maurizio Spezzano, che è andato
a d informarsi presso il comune, il numero delle lettere inviate ammonta ad
oltre 9mila. In media una e mezza a labicano, compresi i neonati. L’importo
complessivo che il comune ritiene di recuperare è di quasi 12 milioni di euro.
In sostanza, sempre contando anche i neonati, in media ogni cittadino labicano
avrebbe un debito di 2mila euro verso il comune. Sarebbe un vero e proprio
evasore. E non lo diciamo noi, per fare terrorismo, come afferma la
precisazione del sindaco, che quando si vergogna di quello che combina non mette
nome e cognome in calce al comunicato istituzionale.
Le frasi del primo comunicato dell’amministrazione
sono abbastanza chiare. Si parla di un “accertato e apprezzabile livello di
evasione”. E, poche righe dopo, si chiede che i cittadini “comprendano di aver
agito non solo contro la legge ma anche a danno della comunità di cui fanno
parte”. Non è stata quindi l’amministrazione a creare le premesse per una
situazione di così ampia portata, ma i cittadini che agiscono contro la legge.
Salvo poi affermare che la stragrande maggioranza dei cittadini sono persone
oneste e coscienziose. Quindi rimane da capire come è possibile che in una
comunità di 6mila anime, vi sia una minoranza così irrispettosa della legge da
riuscire a ricevere ben 9583 avvisi di pagamento.
La seconda comunicazione è altrettanto
interessante. L’intento è quello di tranquillizzarci e di questo siamo tutti
molto lieti. Il presupposto è che le banche dati del Comune (amministrato da
loro dal secolo scorso) “non sempre sono aggiornate” (eufemismo per dire che
non ci stanno capendo nulla), che “si è provveduto ad annullare e rettificare
diversi provvedimenti viziati da errori” e che “sono in corso di notificazione
numerosi atti di annullamento degli avvisi precedentemente notificati”. Insomma
vi è arrivata una roba da pagare, ma può darsi che non la dobbiate pagare.
Forse vi arriverà una notifica di annullamento o forse no. Ma, insomma, devo
pagare? Boh! Non si sa. L’unica cosa certa è che chi lavora dovrà prendere un
giorno di ferie o di permesso per andare a cercare di capirci qualcosa.
Immancabile, al termine della comunicazione, l’ormai abituale intimidazione nei
confronti di chi osi criticare sua maestà, con la rituale minaccia di denuncia
alla Procura della Repubblica. Perché chi amministra ha il pieno diritto di
essere un pessimo amministratore, ma chi viene amministrato non ha alcun
diritto di farglielo notare.
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