rispondo ben volentieri alla tua replica, che ho letto scrupolosamente e
dalla quale sono emersi interessanti spunti di riflessione, che intendo
sottoporre alla tua attenzione.
1.
Nelle prime
tre righe dell’articolo affermi che quanto ho scritto sarebbe “falso e
tendenzioso”, salvo poi – nel prosieguo della replica – essere incapace di smentire
nei fatti una sola delle mie affermazioni.
2.
Nella tua
replica ripercorri in modo sommario la procedura di individuazione e scelta del
locale, magari omettendo qualche dettaglio, ma senza correggere le mie
affermazioni né aggiungere nulla di rilevante.
3.
Quali nomi e
cognomi dovrei fare? Mi sembra che la mia ricostruzione sia sufficientemente
chiara. O forse serve che dica che il sindaco di Labico si chiama Alfredo Galli
e il fratello Patrizio Galli? O serve che dica che la GA.TO. s.r.l. - la
società con la quale è stato stipulato il contratto di locazione da parte dell’amministrazione
comunale - risulta legata proprio a Patrizio Galli (tra l’altro in qualità di
procuratore)? O serve che spieghi che la Casilina Prefabbricati II s.r.l. - la
società che si era aggiudicato il contratto, salvo poi girarlo alla GA.TO.
s.r.l. - è partecipata al 45% proprio dalla GA.TO. s.r.l., in un meccanismo di
scatole cinesi tipico di alcuni assetti societari?
4. Per quanto
riguarda le cosiddette priorità dell’amministrazione, mi limito, da semplice
cittadino, a rilevare i fatti: grande solerzia ed impegno a beneficio del
“Palazzo” e indolenza e sciatteria per ciò che serve davvero ai cittadini.
L’elenco sarebbe davvero lungo, ma tra opere di urbanizzazione mai terminate,
strade dissestate, marciapiedi inesistenti, rete fognaria inadeguata, standard
urbanistici scomparsi, scuole in condizioni pietose il quadro è davvero
desolante.
5.
Sullo “spreco
di fondi” l’elenco potrebbe essere ancora più lungo e anche qui sono costretto a
limitarmi ad alcune perle. Vogliamo parlare di progetti falliti, come Eiffel?
Vogliamo parlare dei soldi spesi per la realizzazione dell’area industriale?
Vogliamo parlare dei soldi buttati per un piano regolatore che, come avevamo
immaginato, non è stato accolto con particolare entusiasmo dalla regione Lazio
(e infatti è fermo lì dal 2008) e ci è costata 60mila euro la versione
“elettorale” e altri 40mila quella per sanare le storture della precedente?
Vogliamo parlare di altri soldi buttati per un piano di recupero del centro
storico di cui non si hanno notizie da anni, ma intanto si assiste alla
realizzazione di interventi evidentemente in contrasto con il piano? Vogliamo
parlare della pista ciclabile più lunga dell’universo, iniziata e mai finita
(forse la lunghezza misurava il tempo di realizzazione e non la distanza
coperta)? Vogliamo parlare di un appalto sul quale il comune non ha vigilato in
modo adeguato e che potrebbe essere costato qualcosa come 100mila euro in più e
sul quale è in corso un procedimento penale al Tribunale di Velletri per
turbativa d’asta, a cui, vista l’inerzia dell’amministrazione, ci siamo
costituiti parte civile io e Maurizio Spezzano? Vogliamo parlare di svariati
milioni di euro buttati al cesso (non esattamente in senso metaforico) per
l’incapacità di programmare, governare e controllare la realizzazione e
gestione degli impianti di depurazione?
6.
Nella replica
ricorri ancora una volta alla tua arma preferita: la minaccia di denunciarmi.
Ti vorrei sommessamente ricordare dell’ultima volta che mi hai portato davanti
ad un giudice. Dopo un mio articolo in cui esprimevo le mie perplessità sulla
singolarità di un iter procedurale a seguito del quale eri riuscito a realizzare una bella villa in
zona agricola, mi avevi chiesto un risarcimento danni in sede civile. Peccato
che il giudice, in riferimento al mio articolo abbia affermato che, “La notizia
si presenta adeguatamente rispettosa del limite della continenza, in quanto
espressa con toni non ingiuriosi e comunque rispettosi della dignità personale
del Galli, e riveste indubbio interesse pubblico, tenuto conto del generale
principio che la condotta pubblica degli amministratori locali dovrebbe essere
di esempio e di monito per la collettività degli amministrati, che hanno pieno
diritto di essere informati su eventuali comportamenti o azioni irregolari o
anomale da parte degli amministratori, ed hanno anche diritto ad una
amministrazione trasparente tesa alla cura dell’interesse pubblico”. Immagino
che quelli della trasparenza e dell’interesse pubblico siano concetti coi quali
non hai una particolare confidenza, ma hai visto mai che a furia di sentirli
nominare non decida di prenderli in considerazione.
7.
La parte
conclusiva della tua replica è davvero sgradevole. La riporto integralmente: «Rimaniamo in attesa di conoscere i suoi
autorevoli riferimenti presso gli uffici comunali, anche al fine di valutare la
necessità di eventuali iniziative verso chi eventualmente le avesse riferito
cose false o così “strane”». Anche questa ha il sapore amaro di una,
nemmeno troppo velata, minaccia. Tra l’altro nei confronti del personale
comunale, che ha maggiori difficoltà ad opporsi alle intimidazioni.
8.
Ovviamente
tutte le mie dichiarazioni espresse in forma assertiva sono suffragate da
documenti e atti amministrativi che non avrò difficoltà ad esibire in caso di
necessità.
Infine, perdonami se, a differenza tua, uso la prima persona singolare,
ma lascio a te l’uso del plurale maiestatis, che indubbiamente si addice alla
tua, del tutto personale, interpretazione del ruolo che rivesti. L’unica magra
consolazione è la consapevolezza dell’imminente tramonto della tua dinastia,
anche se temo, purtroppo, che alcuni dei danni fatti siano irreversibili.
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