Le battaglie per il diritto, per la trasparenza e
per la legalità qualche volta fanno fatica ad essere comprese. E avremmo avuto
qualche problema anche a far capire il valore della nostra azione dimostrativa
durante il consiglio comunale del 29 luglio, proprio perché l’atto stesso
determina – per forza di cose – la rottura di un equilibrio e un po’ di
“confusione” (tra l’altro causata, come vedremo, proprio dalla volgare
arroganza del sindaco). A dare pieno riconoscimento al valore della nostra
battaglia ci ha pensato Daniele
Flavi - presunto giornalista, da anni retribuito
collaboratore dell’amministrazione comunale per garantire quell’informazione di
parte che tanto piace ad una certa politica – con la sua fantasiosa
ricostruzione di quanto successo durante il consiglio comunale di questa
mattina. Già l’attacco dell’articolo – “Lei non sa chi sono io” - è una pura
menzogna, una miserabile falsità: Luca Frusone , giovane deputato della Repubblica non
ha mai pronunciato quelle parole e Daniele Flavi lo sa benissimo. A dimostrarlo ci sono
proprio le riprese video che Galli non vuole autorizzare ma che noi abbiamo
fatto comunque e che pubblicheremo sul web. Dalle immagini si capisce
perfettamente che a dare in escandescenza è proprio Galli – già indispettito
dal fatto che Maurizio
Spezzano osava chiedere il rispetto del Regolamento – che
aggredisce verbalmente Luca
Frusone , reo di voler riprendere il consiglio comunale (non
si è mascherato da finto cameramen, come afferma falsamente il Flavi: si è
semplicemente messo a riprendere la seduta). Tralasciamo, perché irrilevanti, le
sue congetture sul lavoro di Tullio Berlenghi (che non è l'“aiutante” di nessuno…), ma vorremmo rassicurarlo su un solo aspetto: Tullio continua ad essere – orgogliosamente e caparbiamente – un
ambientalista. Facciamo anche notare che il presidente del consiglio comunale è
Alfredo Galli perché, ancora una volta, sta abusando del suo potere e presiede
l’assemblea in violazione delle modifiche statutarie che lui stesso volle
quando il sindaco era Giordani e che Galli – che comandava anche quando era vicesindaco
– non considerava adatto al ruolo (né di presidente né di sindaco, infatti il
sindaco lo faceva comunque lui). Però non si preoccupa nemmeno di modificare
statuto e regolamento, tanto per lui le norme non valgono. E’ lui ad applicarle
ed è lui ad interpretarle. E quando non ci sono, se le inventa. Come la famosa
legge sulla stampa, che secondo lui andrebbe applicata ai nostri bollettini
informativi, dimostrando il totale analfabetismo giuridico e democratico suo e
di alcuni suoi “aiutanti” molto zelanti. Inoltre non è affatto vero che Frusone
sia stato “allontanato” per motivi di ordine pubblico. Frusone se n’è andato
per una sua decisione, visto che è un parlamentare della Repubblica e l’aula
della Camera era convocata per la conversione di un decreto-legge.
Peccato che il premio Pulitzer labicano ometta
l’unica vera notizia della giornata, ossia che la maggioranza è stata costretta
a ritirare il punto all’ordine del giorno per il quale era stato convocato il
consiglio, ossia l’approvazione della delibera relativa alla società servizi
comuni, all’interno della quale si prevedeva il marchingegno ideato dai nostri
creativi amministratori per assumere un paio di persone in un ente locale,
aggirando la normativa in materia di pubbliche assunzioni. Il trucchetto sembra
semplice: si chiede alla società servizi comuni di procurare determinate figure
da inserire all’interno del personale. La società ha un po’ più di “mano
libera” e “sceglierà” – guarda caso, magari con qualche procedura
paraconcorsuale – proprio le persone indicate dall’amministrazione, che, nel
frattempo, ha “liberato” i posti con alcuni aggiustamenti interni. Tutto
perfetto. E lo conferma Giorgio
Scaccia – sempre il più lesto a capire le situazioni –
quando, preoccupato per la richiesta di rinvio dell’opposizione, dichiara
candidamente che “ci sono due persone che stanno lavorando gratis”, riconoscendo,
indirettamente, che quei posti sono già prenotati, con buona pace delle aspettative
di centinaia di giovani che hanno bisogno di lavorare e che magari credono
nell’imparzialità e nella correttezza della pubblica amministrazione. Certo,
non c’è da stupirsi se Galli non vuole le riprese. Frasi come quelle di Scaccia
sono delle ammissioni belle e buone delle quali, senza la registrazione, non
rimarrà alcuna traccia. Così come diventano facili le cronache menzognere dei
cronisti di regime – “uno show veramente indegno che la nostra democrazia non
merita” -. Di indegno a Labico non c’è lo “show” di chi si batte per la
trasparenza e la democrazia (quella vera). Di indegno a Labico ci sono certi
amministratori e certi loro tirapiedi. Se poi davvero ce li meritiamo è tutto da vedere.
Tullio Berlenghi, Maurizio Spezzano, Stefano Gandola, Ilario Ilari, Matteo Di Cocco, Alessandra Quaresima, Maria Carmina Rossi, Johanna Pesola, Leonardo Saracini, Stefano Simonelli e tutti coloro che credono nei valori della democrazia e della legalità e che vorranno sottoscrivere questo articolo.
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