Ho apprezzato molto l’intervento
di Corsaro in difesa di un principio molto importante: quello che attribuisce
ai parlamentari una piena libertà di espressione del proprio pensiero, a
maggior ragione se questo pensiero viene manifestato nel luogo centrale della
democrazia: il Parlamento. Corsaro ha sentito il dovere di fare questo
intervento per contestare l’atteggiamento preventivamente censorio che la
presidenza della Camera (e anche quella del Senato) stanno ponendo metodicamente
in essere ai danni degli esponenti del movimento cinque stelle (per gli altri
gruppi politici, a quanto pare, vige la libertà di espressione). Ecco il testo
dell’intervento:
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor
Presidente, il mio è un richiamo al Regolamento, precisamente sull'articolo 60,
comma 3. Nel mentre, mi devo congratulare con il collega del MoVimento 5
Stelle, perché è riuscito ad ottenere, dalla parta di sinistra dell'emiciclo,
esattamente la reazione che si era predeterminato di conseguire (Applausi dei
deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Vorrei segnalare, onorevole
Presidente, che l'unico punto del Regolamento della Camera dei deputati in cui
è citato il Presidente della Repubblica dice testualmente che il Presidente
della Camera, nell'esercizio evidentemente del governo dell'Aula, può proporre
la censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un
periodo da due a quindici giorni di seduta, se un deputato fa appello alla
violenza, provoca tumulti o trascorre a minacce o a vie di fatto verso
qualsiasi collega o membro del Governo o usa espressioni ingiuriose nei
confronti delle istituzioni o del Capo dello Stato.
Ora, bisogna che ci intendiamo,
anche per sapere se veramente all'interno del Parlamento c’è una censura
preventiva rispetto ad alcuni atti o ad alcune figure, che pure nella
quotidianità della politica hanno un peso e un rilievo sostanziale (Applausi
dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È assolutamente fuori di dubbio,
onorevole Presidente, che non solo nei compiti istituzionali del Presidente
della Camera, ma nell'interesse di tutti i parlamentari per la tutela della
credibilità delle istituzioni, si debba stigmatizzare, colpevolizzare e
sanzionare chiunque manchi di rispetto con atti e con pronunciamenti ingiuriosi
nei confronti del Capo dello Stato, e siamo i primi a difendere e tutelare la
sacralità delle istituzioni. Ma citare in un'argomentazione politica le
posizioni assunte o più ancora le dichiarazioni virgolettate del Capo dello
Stato, che, giustamente e legittimamente, nella quotidianità politica, non fa
mancare la sua voce, il suo peso e la sua determinante sensibilità, credo che
non possa essere espunto dalla corretta quotidiana valutazione e confronto
politico tra le parti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e
MoVimento 5 Stelle) !
Quindi, bisogna che ci chiariamo,
signora Presidente, una volta per tutte, se c’è qualcuno che ha diritto a non
essere citato, ma che quotidianamente fa parte della politica con le sue
legittime argomentazioni, e ci deve essere spiegato perché, e, se è così, la
prego di indire puntualmente la convocazione di una Commissione per la modifica
del Regolamento, in cui si scriva che il Presidente della Repubblica non può
essere nominato, perché questo non fa parte dell'attuale Regolamento (Applausi
dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).
Intervento ineccepibile, ma la Boldrini non ci sta e replica
così:
PRESIDENTE. La ringrazio. Credo
che la Presidenza abbia agito correttamente, lei vada a vedere il verbale e poi
faremo le dovute conclusioni.
“Vada a vedere il verbale”
afferma dunque la Boldrini, facciamolo. Colletti a un certo punto inizia a
muovere una ferma critica al comportamento del Presidente della Repubblica,
usando l’arma dell’ironia, cosa avvenuta decine di volte in passato, senza che
nessuno abbia avuto nulla da eccepire su presunte offese al capo dello Stato.
Vediamo un passaggio dell’intervento.
ANDREA COLLETTI. Ho presentato un
emendamento – giustamente dichiarato inammissibile dalla Presidenza, ma lo
sapevo già – in cui finanziavo la Presidenza della Repubblica con 70 mila euro.
Lo finanziavo al fine di contrattualizzare un docente di diritto costituzionale
che potesse vagliare la costituzionalità dei decreti-legge. Eh sì, perché ci
sono dei requisiti per poter firmare un decreto-legge, è la Costituzione che lo
dice, e allora colui che firma ed emana questi decreti-legge deve ricordarsi
che la penna con la quale firma la deve intingere nell'inchiostro della
Costituzione. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed invero,
ed invece, l'attuale Presidente della Repubblica, che in realtà funge anche da
Presidente del Consiglio dei ministri e forse anche da capo indiscusso del PD e
del PdL, dovrebbe rileggersi questo libello, è proprio qui, glielo possiamo
anche regalare (mostra copia della Costituzione) e capire che non siamo una
monarchia costituzionale con a capo re Giorgio I, ma siamo in una Repubblica
parlamentare…
Certo la critica è evidente, ma non sembra trascendere nell’insulto.
La Boldrini però si inalbera subito
(applaudita dai gruppi di maggioranza, sempre più in sintonia)…
PRESIDENTE.
No, però lei non può parlare così del Presidente della Repubblica, lei lo sa
questo. Ne abbiamo già discusso in altre occasioni.
(Applausi dei deputati dei gruppi Partito
Democratico, Popolo della Libertà, Scelta Civica per l'Italia).
Colletti cerca di difendere il suo diritto ad esprimere la
propria opinione.
ANDREA COLLETTI. Perché no ? È scritto nella
Costituzione: Repubblica parlamentare.
Niente da fare, la Boldrini fa un’affermazione che non
ammette replica, anche se è una pura falsità.
PRESIDENTE. Sì, però lei sa che non può
chiamare in ballo il Presidente della Repubblica e anche questo fa parte del
Regolamento.
Insomma, secondo la Boldrini il Regolamento affermerebbe che
il Presidente della Repubblica non possa essere “tirato in ballo”. Non è
scritto da nessuna parte sul regolamento e qualcuno dovrebbe informarla.
Colletti prova a continuare, affermando che non lo nominerà più…
ANDREA COLLETTI. Allora non lo chiamerò.
PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio di questa
cortesia.
ANGELO CERA. Non è cortesia !
(L’appello alla correttezza
istituzionale è di Angelo Cera, il gentiluomo che qualche settimana prima aveva
apostrofato con “Coglione“, “mezzo coglione”, “paraculo“, “ti do
un pugno che ti ammazzo“. un altro deputato del Movimento
cinque stelle.)
ANDREA COLLETTI. Allora non lo chiamerò, dirò
l'innominabile.
(Proteste dei deputati dei gruppi Partito
Democratico e Scelta Civica per l'Italia)
ANDREA COLLETTI. E noi rimarremo qui giorno e
notte per .....
(Proteste dei deputati dei gruppi Partito
Democratico e Scelta Civica per l'Italia)
Probabilmente condizionata dalle proteste dei deputati PD la
Boldrini censura nuovamente Colletti, reo, a questo punto, solo di un
riferimento al presidente della Repubblica.
PRESIDENTE. Lo abbiamo già richiamato. Ho già richiamato il
collega Colletti a non tirare in ballo il Presidente della Repubblica, l'ho
esortato a non farlo. Prego continui.
Colletti però prosegue…
ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente. Ed allora,
invece di fare ogni tanto un monito con il ditino alzato, l'innominato,
dovrebbe ogni tanto anche guardarsi allo specchio e ricordo....(Proteste dei
deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civila per l'Italia)
Nuovo richiamo della Boldrini che minaccia di levargli la
parola…
PRESIDENTE. Se lei continua io sono costretta
a toglierle la parola
Colletti si scusa e prosegue, pur esprimendo le proprie
perplessità…
ANDREA COLLETTI. Mi perdoni, non ho nominato
nessuno (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica
per l'Italia), mi scusi non ho nominato nessuno, ho solo citato un libro che
dovrebbe conoscere, un personaggio delle favole, quasi. Ad ogni modo non lo
nominerò più, non si preoccupi, non so neanche chi sto nominando in realtà,
quindi non posso nominare chi non ho nominato......
Ancora la Boldrini lo invita ad
usare un modo “appropriato”:
PRESIDENTE. Continui in un modo appropriato
Colletti dunque prosegue il
proprio intervento
ANDREA COLLETTI. Ebbene, già nel marzo 2012,
ho letto un richiamo al precedente Governo all'uso della fiducia solo per
giustificabile necessità per tutelare le prerogative del Parlamento ed ha
assicurato una stretta sorveglianza dei presupposti per l'emanazione di
ulteriori decreti-legge.
(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5
Stelle)
Ora forse dovremmo far rileggere queste
dichiarazioni a tutta l'Aula ma anche a tutte le Istituzioni. E qui mi richiamo
a un'altra citazione: «siamo ormai al Governo che espropria il Parlamento,
compresa la sua maggioranza, così non si può andare avanti, in pratica siamo al
sostanziale commissariamento del Governo e del Parlamento» lo dice l'illustre
esponente democratico Gianclaudio Bressa, non noi. E quindi questo
commissariamento va bene quando c’è un vostro Governo e va male quando c’è un
Governo degli altri ? Questa si chiama ipocrisia istituzionale (Applausi dei
deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, noi siamo qui, da quarantott'ore,
forse di più, saremo qui anche dopo per tutelare anche i parlamentari della
maggioranza affinché si rendano conto che possono anche non essere solo dei
meri passacarte, altrimenti che ci stanno a fare qui ?
La Boldrini proprio non vuole
sentire critiche alla maggioranza e interrompe nuovamente Colletti, stavolta
senza nemmeno appellarsi a qualche norma regolamentare. Diciamo che trova
semplicemente di cattivo gusto criticare i parlamentari di maggioranza. Non sta
bene. Non è elegante.
PRESIDENTE. Però perché bisogna sempre passare
per questo tipo di considerazioni ? I parlamentari sono qui per svolgere le
loro funzioni, ognuno in un modo che ritiene opportuno, d'accordo ? Ognuno nel
proprio modo, non c’è bisogno sempre di sottendere...
Colletti stavolta proprio non ci sta…
ANDREA COLLETTI. Mi perdoni Presidente, ma non
si può criticare in questa Aula, a quanto pare?
PRESIDENTE. Si , ma...
ANDREA COLLETTI. E allora mi faccia
criticare...
PRESIDENTE. Si, però sono ore e ore di
critiche in questo senso. La prego.
A quanto pare è un problema quantitativo, cinque, dieci
minuti di critica, va bene, ma qualche ora proprio no…
ANDREA COLLETTI. E ce le meritiamo tutte le
critiche !
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciamo
concludere. Prego, vada avanti e si astenga per quanto possibile da questo tipo
di considerazioni.
Alla fine, bontà sua, concede a Colletti la
possibilità di concludere, esortandolo, però, “ad astenersi da quel tipo di
considerazioni”… quale tipo, di grazia?
Lascio, senza ulteriori commenti,
il resto dell’intervento di Colletti, molto disturbato dai deputati della
maggioranza, nei confronti dei quali la Boldrini è molto più tollerante e si
limita solo ad un “la prego” verso il più intemperante dei contestatori… Non
credo serva aggiungere altro.
ANDREA COLLETTI. Dalle critiche non mi posso
astenere e neanche dalle considerazioni, visto che siamo qui per questo, per
fare le nostre considerazioni e valutazioni (Applausi dei deputati del gruppo
MoVimento 5 Stelle).
Ebbene, porre la questione di fiducia è la
dimostrazione della divisione di questa maggioranza. Forse i colleghi del
Partito Democratico dovrebbero pensare meno al congresso e di più al bene del
Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste del
gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore
lasciatelo concludere. Colleghi, per favore, comportatevi in un modo adeguato a
quest'Aula (Il deputato Fiano si avvicina ai banchi del gruppo MoVimento 5
Stelle) ! Onorevole Fiano, la prego, la prego, ritorni...
EMANUELE FIANO. Se me lo dice lei, si.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano.
Colleghi, per favore, abbiate la compiacenza (Commenti)... Non è un bello
spettacolo, posso assicurarvi. Basta ! Basta ! D'accordo, basta !
ANGELO CERA. Presidente, lei è inadeguata !
PRESIDENTE. La richiamo all'ordine, onorevole
Cera ! Cera, la richiamo all'ordine ! Si contenga ! Siamo alle dichiarazioni di
voto, adesso, è in corso una dichiarazione di voto, può continuare per favore ?
Continui !
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente
(Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, lasciamo
continuare l'intervento.
ANDREA COLLETTI. Dopo questo indecente
teatrino, spero di avere il tempo che mi è stato sottratto da alcune «lievi»
proteste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati
del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Allora, possiamo lasciare
continuare ? Prego, vada avanti.
ANDREA COLLETTI. Ebbene, ho una proposta da
fare al Governo. Che il Governo magari, anche con dei decreti-legge, pensi
forse a fare un decreto-legge sul congresso del PD o di Forza Italia 2.0
(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati
del gruppo Partito Democratico) e faccia meno decreti-legge per il Paese, visto
che ogni volta che fa un decreto-legge fa solo danni.
Ed ora, anche collegato al nostro
comportamento qui sul decreto del fare al nostro ostruzionismo (o
«costruzionismo»), vorrei dire che, se davvero credete che potete modificare la
Costituzione a vostro uso, abuso e consumo, allora forse non avete capito che
noi saremo qui, giorno e notte, a difendere la Costituzione (Applausi dei
deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi polemici dei deputati del
gruppo Partito Democratico) !
E la forza di essere qui ogni giorno a lottare
per la nostra Carta
costituzionale e per la
nostra Repubblica (Commenti) ci è data dal fatto che lottiamo
per una causa giusta, perché ci mettiamo passione nelle cose che facciamo
(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Non ci fermeremo e non
indietreggeremo mai per il bene del Paese, della collettività e della
Repubblica italiana (Commenti) !
E per ultimo vorrei dire: caro Matteo,
vinciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
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