L’estate labicana – sì, lo so che
non è finita, ma dopo S. Rocco è legittimo tracciare un primo bilancio - è
stata un successo straordinario. Per la prima volta dopo tanti anni il paese è
tornato ad essere vivo e vitale e i cittadini sono tornati ad essere comunità.
Questo è un risultato straordinario per una giunta che si è insediata a ridosso
dell’estate e che ha trovato il capitolo di bilancio desolatamente (e, temo,
per scelta deliberata) vuoto. C’è stato un cambio di passo indiscutibile e va
dato atto al Sindaco ed alla nuova amministrazione di aver saputo costruire un
ottimo programma e di aver deciso di coinvolgere le associazioni alle quali è
stato riconosciuto, a differenza che nel passato (quando gli eventi si
proibivano), un ruolo attivo e propositivo. Le associazioni hanno fatto con
impegno e dedizione la propria parte apportando un contributo sostanziale all’ottimo
risultato finale.
Ci sono stati (e altri ce ne
saranno) davvero troppi eventi per poterli ricordare tutti come meriterebbero.
La mia sensibilità personale di ambientalista mi spinge ad esprimere un
particolare apprezzamento per un importante cambio di direzione che questa
amministrazione sembra che voglia dare sul tema dello “stile di vita”, in
particolare per quanto riguarda la produzione dei rifiuti. Sembra che ci sia la
ferma volontà di intervenire con un approccio diverso, più attento e
preoccupato all’impronta ecologica delle nostre abitudini. Nonostante i tempi
stretti, già dal regolamento predisposto dal comitato si è cercato di dare un
indirizzo chiaro sulla necessità di eliminare (o almeno ridurre) il monouso in
plastica. E la risposta di chi ha organizzato “Labico in Frasca” è stata
encomiabile, con quattro fraschette che si sono completamente convertite alle
stoviglie tradizionali o al compostabile, azzerando quasi del tutto la
produzione di rifiuto indifferenziato. A tutti loro va il mio personale
ringraziamento, soprattutto per i gentili pensieri rivolti alla mia persona
durante il lavaggio dei piatti ;-).
Quello che appare francamente
desolante è la pochezza di argomenti di chi ha deciso di fare un’opposizione
preconcetta, scomposta e irragionevole. Mi dicono di una lettera con la quale
un autorevole esponente dell’opposizione avrebbe espresso dubbi sulla regolarità
degli striscioni degli sponsor che quest’anno, come ogni anno, sono stati
affissi in occasione della festa del Santo Patrono. Buffo che non se ne sia
accorto prima, ossia quando aveva la competenza e l’autorità per intervenire
per sanzionare eventuali illeciti. Per non parlare della patetica polemica sul “mancato
invito” alla processione (momento religioso al quale l’amministrazione
partecipa per cortesia istituzionale). Ho avuto a che fare in passato con veri
e propri sgarbi istituzionali e sarei solidale se non si trattasse di una
critica del tutto pretestuosa. In passato l’amministrazione comunale
organizzava iniziative istituzionali alle quali non solo non invitava gli
esponenti dell’opposizione, ma nemmeno li informava e non se ne scusava certo,
visto che l’obiettivo era esattamente quello di cancellare la minoranza dal
dibattito pubblico. Penso, ad esempio, all’iniziativa organizzata con l’assessore
Di Carlo (PD, tra l’altro, ma all’epoca questo non suscitava scandalo) sul
piano casa o alla celeberrima iniziativa pubblica a Colle Spina sulla zona
industriale dove Alfredo Galli si era imbufalito perché io e Maurizio Spezzano
non solo eravamo andati anche senza invito, ma avevamo osato addirittura prendere
la parola ed esprimere la nostra opinione.
L’ultima perla è la decisione di
tutti i gruppi di opposizione (compresi i non rappresentati in consiglio) di
disertare la seduta di oggi. Ancora una volta con motivazioni abbastanza
deboli. Gli assenti lamenterebbero il mancato rispetto della norma (statutaria
e legislativa) che stabilisce un termine minimo entro il quale deve essere data
la possibilità ai consiglieri comunali di esaminare gli atti all’esame. In
pratica, a quanto pare, i consiglieri dell’opposizione vorrebbero poter andare
in qualunque momento in comune per visionare gli atti. Qualcuno dovrebbe
spiegare loro che non funziona così. Gli atti sono a disposizione dei consiglieri,
ma non si può certo pretendere che gli uffici facciano gli straordinari per
loro. In questa specifica circostanza gli atti erano stati messi a disposizione
diversi giorni prima e sarebbe bastata un po’ di buona volontà per studiarsi
tutta la documentazione. A me è dispiaciuto molto vedere un consiglio comunale
senza contraddittorio, perché oggi è venuto meno uno dei fondamenti di un
consesso democratico e di questo sono gli assenti a doversi assumere l’enorme
responsabilità.
Io credo che il ruolo dell’opposizione
non possa essere svilito in questo modo. Chi si oppone a questa maggioranza ha
il diritto e il dovere di esercitare il suo ruolo in modo severo e imparziale,
cercando di valutare e giudicare le scelte amministrative, migliorando e
sostenendo quelle condivisibili, cercando di contrastare – nel rispetto delle
regole – quelle che si giudicano sbagliate. In alcuni casi, quando le decisioni
della maggioranza si ritengono particolarmente negative, sono anche
comprensibili tecniche ostruzionistiche e dilatorie, ma utilizzando sempre un
briciolo di buonsenso. L’aspetto preoccupante dell’assenza dell’opposizione è che
sta assumendo un atteggiamento vittimistico, come se venissero lese le loro
prerogative di eletti. Qualcuno ha fatto anche dell’ironia sul fatto che sia
saltata la diretta streaming. Ossia quello che chi c’era prima aveva sempre “vietato”,
“proibito”, “impedito”, con le scuse più ridicole (la legge sulla privacy, ad
esempio). Ora che questo si sta facendo (in modo approssimativo, per carità)
partono le critiche, magari da chi in passato non si era mai lamentato della
mancanza dello streaming. Vorrei quindi ricordare agli esponenti dell’opposizione
che il problema di una democrazia imperfetta ce l’abbiamo avuto fino all’11
giugno e che adesso loro dispongono di tutti gli strumenti per fare
opposizione. E li invito a farla. Ma sul serio. Sui contenuti, sulle proposte
politiche, sull’urbanistica, sulla cultura. Si facciano portatori di un’idea
diversa e alternativa rispetto a quella attuale. Fosse anche la riproposizione
di quella cementizia e speculatoria del passato. Almeno sarebbe qualcosa. Abbandonino arzigogoli e sofisticherie
giuridiche sulle quali mi sembrano anche un po’ in affanno. Vadano in comune a
prendersi le carte, le studino, esprimano critiche, elaborino controproposte.
Sono certo che nessuno impedirà loro di farlo. E sono certo che la
disponibilità della documentazione sia stata (e lo sarà in futuro) anche al di là
del mero obbligo di legge, perché non credo che questa amministrazione abbia
alcun interesse a tenere nascoste le carte o, peggio, a violare il munus dei consiglieri comunali. Il
giorno che succederà, sarò in prima linea a contestarne l’operato.
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