19 febbraio 2016

Qualche appunto in replica all'autocelebrazione Galliana

La corposa replica di “Rinnovare per Labico”, almeno per l’attenzione riservata alla mia proposta, merita senz’altro una risposta. Per renderla più chiara proverò ad avventurarmi in una lettura esegetica del testo.
Buona lettura!

Rinnovare per Labico
Il mio commento
Dopo la richiesta di dimissioni del Sindaco, dopo l’istanza di convocazione straordinaria del consiglio, dopo la consegna ai contribuenti di modelli in bianco non idonei, dopo l’opera certosina di persuasione dei cittadini, dopo la raccolta di firme, arriva puntuale l’ultimo strenuo tentativo di mettere in crisi l’amministrazione con un consiglio ad hoc…Berlenghi pubblica la SUA mozione di sfiducia per mandare a casa il Sindaco e la maggioranza, chiedendo che altri la condividano, lasciando chiaramente intendere che si tratta di un pretesto per obbligare il Sindaco a convocare il consiglio.
Nel mio post suggerivo molto semplicemente uno strumento per cercare di ottenere quello che – in una vera democrazia – sarebbe un atto dovuto: un confronto pubblico in cui gli amministratori spiegano una situazione a dir poco incresciosa e danno vita ad un’interlocuzione con l’opposizione e i cittadini. Invece i nostri amministratori se la danno a gambe levate e si aggrappano a sofismi e capziosità giuridiche e regolamentari per cercare (senza successo, peraltro) di giustificare qualcosa di molto semplice: la vergogna e l’imbarazzo per essere i responsabili di un disastro amministrativo senza precedenti. Non è un caso che il sindaco sia ormai una specie di ologramma e i suoi avvistamenti in paese sono stati superati da quelli di UFO, sirene e gnomi viola.
Prescindendo dal fatto che, anche dal punto di vista formale, ci sarebbero molte cose da precisare che rendono tale mozione a dir poco discutibile, è la sostanza che conta e qui di sostanza non se ne vede neppure l’ombra…..ma se il promotore ritiene ci siano i numeri per presentare la mozione e, soprattutto, quelli per sfiduciare il Sindaco, lo faccia pure.
Questa frase non ha senso. Al sindaco non è attribuito un potere discrezionale tale da stabilire la bontà sostanziale delle mozioni di sfiducia, anche perché altrimenti sarebbe uno strumento affatto privo di efficacia.
Sul fatto dei numeri sono d’accordo. So bene che non ci sono molte probabilità che qualche consigliere eletto con la lista di Rinnovare per Labico avrà il coraggio di firmare un atto di questo genere. Però almeno si evitano ambiguità e adesso è chiaro quali consiglieri comunali sono disposti ad affrontare pubblicamente il tema e chi continua a dare credito alle scelte di Galli.
Intanto gli preannunciamo, in sintesi, – così ha tutto il tempo di prepararsi per migliorare il suo testo,– cosa andremmo a confutare della SUA mozione, qualora la stessa trovasse qualche idoneo sostenitore per arrivare al numero richiesto dalla legge ai fini della presentazione in consiglio.
Fa piacere che Rinnovare per Labico (non ho il piacere di sapere chi sia il mio interlocutore) si proponga per dare lezioni di redazione di atti consiliari. Vorrei sapere solo se sono previste offerte in combinazione con lezioni di contabilità pubblica e urbanistica, perché anche su quello sono certo abbiano molto da insegnare.
L’amministrazione Galli non ha prodotto i danni del depuratore ma se li è trovati sul groppone e ha fatto quanto in suo potere per ridurne l’entità; le relazioni al piano di riequilibrio e la discussione riportata nelle deliberazioni che ognuno può consultare sul sito web del Comune lo confermano in quanto si basano su fatti e atti certi;
Qui cominciamo con le balle. Se non è stata l’amministrazione Galli, a chi vogliamo attribuire la responsabilità? Sono già stati accusati: la ditta (scelta dall’amministrazione), il Corpo Forestale dello Stato (per fortuna verrà cancellato), il fosso di Centogocce (che ha pensato bene di ridurre la portata per fare un dispetto a Galli), le leggi ingiuste (che, in quanto tali, hanno deciso di ignorare), la siccità (come Johnny Stecchino), l’opposizione (quella ha sempre colpa). Ovviamente c’è ancora spazio per molti altri potenziali responsabili. Mi permetto di suggerire anche qualcosa tipo: “Ero... rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio”.
Il resto della frase non significa nulla. Si dice che l’amministrazione “ha fatto in quanto in suo potere per ridurne l’entità” (dei danni del depuratore). Cosa avrebbe dovuto fare? Aumentarne l’entità? Oddio, sarebbero capaci.
Come pure si evince dagli atti, l’ammontare complessivo della massa passiva inserito nel piano di riequilibrio pluriennale non è di 5.000.000,00 (cinque milioni) di euro ma di € 3.584.343,78 per la parte corrente ed € 185.565,38 per quella in conto capitale mentre il debito ad oggi riconosciuto dal consiglio comunale per il trasporto dei liquami è di € 2.050.268,87;
A parte il fatto che si parla di un danno economico enorme causato dall’incapacità di chi ha amministrato il Paese negli ultimi trent’anni, la cui gravità non muterebbe con 3,5 milioni al posto di 5, le cifre “come si evince dagli atti” le hanno date sempre loro, ed è scritto chiaramente nella delibera n. 28 del 27 dicembre 2013, approvata con il voto favorevole dei consiglieri Galli, Ulsi, Scaccia, Paoletti, Ricci (che mi risulta facciano parte di Rinnovare per Labico). Eventuali tentativi di ridurre l’entità dei contenziosi, di spalmare il debito, di riconoscerne solo una parte, ecc. ecc. non cambiano la sostanza del problema: un paese sull’orlo della bancarotta.
stralcio delibera 28/2013

l’importo da pagare, infatti, grazie al lavoro svolto dall’amministrazione comunale, è stato sensibilmente ridotto attraverso gli accordi transattivi con alcuni creditori e sono attualmente in corso trattative per ulteriori accordi a favore dell’Ente, nell’interesse della Comunità;
Stesse considerazioni del paragrafo precedente: al momento i debiti ci sono, gli accordi transattivi non si sa dove porteranno e, in ogni caso, anche se il Comune dovesse pagare un solo euro, saranno i cittadini (incolpevoli) a farlo e non gli amministratori (che di quell’euro di debito sono i responsabili).
il piano di riequilibrio finanziario decennale, che rappresenta la migliore soluzione in assoluto che il Comune potesse adottare per evitare danni ai cittadini, è stato APPROVATO DALLA COMPETENTE SEZIONE DELLA CORTE DEI CONTI e non è finanziato con le entrate derivanti dal recupero dei tributi né attraverso un aumento dell’imposizione fiscale ma da una operazione straordinaria di riduzione della spesa pubblica cui si aggiunge l’eventuale ma improbabile – perché prevista solo in via cautelativa – alienazione di immobili comunali non indispensabili. Il recupero tributario non serve pertanto a far cassa per finanziare il debito del depuratore in quanto non esistono condizioni di criticità che possano incidere sul rispetto degli impegni assunti con il suddetto piano di riequilibrio finanziario approvato ai sensi dell’art. 243 bis del TUEL, come avvalorato anche da specifica attestazione del responsabile del servizio finanziario;
Punti di vista. La norma introdotta con l’inserimento degli articoli 243-bis e seguenti al Testo Unico degli Enti Locali dà la possibilità agli amministratori che hanno portato il Comune quasi al dissesto di proporre un piano decennale di rientro. Un po’ come affidare l’ambulanza che deve portare all’ospedale i feriti di un incidente stradale all’automobilista che quell’incidente ha causato (magari per guida pericolosa).
Per quanto riguarda l’imposizione fiscale è praticamente al massimo e le tariffe dei servizi a domanda individuale sono state aumentate considerevolmente, quindi stiamo già spremendo come limoni i cittadini. Del resto basta leggersi la lettera con cui il dipartimento degli affari interni e territoriali del Ministero dell’interno del 10 aprile 2014 per capire che il comune di Labico aveva già messo in conto di trasferire ai cittadini l’onere del dissesto (“Il ripiano della massa passiva verrebbe assicurato in dieci anni attraverso una manovra finanziaria attuata mediante maggiori entrate tributarie ed extratributarie, già deliberate nel 2013”) . Mentre parlare di “riduzione della spesa pubblica” come di un successo avrebbe un senso se si tagliassero gli sprechi, mentre in realtà si tagliano i servizi (e si vede dalle condizioni di degrado del paese).



Non bisognerebbe citare a vanvera gli organi giurisdizionali, perché si corre il rischio di rimediare brutte figure. Infatti Labico vanta il ben poco onorevole privilegio di essere finita nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario 2015, proprio per la vicenda dei depuratori, prodiga di apprezzamenti per l’operato dei nostri amministratori. La parte dedicata a Labico inizia con “la polizia erariale segnalava molteplici profili di danno erariale ed ipotesi di illecito penale”, per poi proseguire specificando le gravi violazioni di legge perpetrate, sottolineando che “il direttore dell’impianto inviava al Comune di Labico le relazioni sul buon funzionamento dell’impianto e sulla corretta gestione del rapporto, che venivano sistematicamente avallate dall’amministrazione comunale”, fino a stigmatizzare la “Situazione ancora più incredibile se si pensi al fatto che detti comportamenti sono proseguiti anche in costanza delle indagini penali, tanto ad indurre la Procura della Repubblica a chiedere il sequestro degli impianti” e a concludere che “La situazione di grave crisi nella gestione degli impianti e dei gravi inadempimenti […] era ben nota all’amministrazione”. Proprio un figurone.

l’indirizzo agli uffici per il recupero tributario è stato dato nel 2012 su proposta dell’allora Capo Dipartimento che giustamente aveva rappresentato la grave situazione dell’organico comunale, assolutamente insufficiente al fine di attivare proficuamente le procedure di recupero e aggiornare le banche dati dell’Ente;
a seguito di gara pubblica indetta nel rispetto della normativa europea, il Comune, nel 2015, ha affidato alla società A e G S.p.A. il servizio di supporto tecnico all’ufficio tributi;
Su questo mi permetto di obiettare che un’amministrazione capace e lungimirante non avrebbe dormito per interi lustri e avrebbe aggiornato costantemente le proprie banche dati, in modo da effettuare un continuo ed efficace controllo delle entrate fiscali e tributarie senza dover ricorrere a soggetti privati esterni che di mestiere lucrano sui soldi che i cittadini versano all’ente locale. Ricordiamoci che loro guadagnano anche sui pagamenti non dovuti e chi ha deciso di affidare ad un tale modello punitivo il rapporto tributario tra ente e cittadini dovrebbe fare un bell’esame di coscienza.
gli atti di accertamento notificati a fine anno 2015, sono più di novemila non solo per gli errori commessi dalla società ma perché riguardano anche cittadini non residenti a Labico e soggetti che, singolarmente, sono destinatari di diverse imposte e tasse; in realtà gli utenti destinatari di accertamento sono 4.625 e quindi non il numero o i numeri che qualcuno insiste nel pubblicare impropriamente su internet per confondere le idee ai cittadini e infangare l’immagine del Sindaco e della giunta comunale, facendoli apparire come sprovveduti;
Qui si gioca con i numeri per smentire senza smentire i dati (che, del resto, loro stessi hanno fornito). Il numero totale degli avvisi di accertamento (9538) l’hanno fornito loro. Che gli utenti destinatari di accertamento fossero meno degli avvisi era fuori di dubbio, ma Galli ci tiene a dimostrare di averlo capito persino lui, spiegando che non ci sono abbastanza cittadini a cui recapitare tutta quella roba.
a seguito della notificazione degli avvisi di accertamento (e non di cartelle esattoriali) è emerso che un numero considerevole di avvisi presenta vari errori;
Ecco, appunto: “è emerso che un numero considerevole di avvisi presenta vari errori”. In pratica è stato fatto un disastro ai danni dei cittadini (chi pagherà infatti tutti quegli avvisi di accertamento – mi raccomando non fate confusione - mandati a casaccio, il sindaco o i cittadini?). Invece di ammetterlo continuano a prendersela con chi lo sta facendo notare.
l’amministrazione guidata dal Sindaco Galli ha affrontato la situazione in modo del tutto adeguato, sia facendosi valere con la società affinchè rimediasse tempestivamente agli errori commessi, sia coinvolgendo la minoranza nelle valutazioni delle problematiche e relative soluzioni (purtroppo senza ricevere alcun contributo costruttivo), sia attraverso comunicazioni istituzionali chiare e tranquillizzanti, rispettose dei cittadini e di tutti gli altri interlocutori, diversamente da quanto ha fatto la minoranza, con espressioni offensive che arrivano al limite della diffamazione, piene di disprezzo verso le Pubbliche Istituzioni;
Qui si dice che gli amministratori sono tanto bravi e coscienziosi e la colpa è della società (se non della società, del responsabile ufficio tributi). Ma chi ha deciso di affidare questa operazione ad una società esterna, l’opposizione forse? Ovviamente l’eventuale contenzioso legale con la società chi lo dovrà pagare, se non i cittadini?
Sulla chiarezza delle comunicazioni ci sarebbe molto da dire, visto che ne hanno mandate un paio a settimana, con continue contraddizioni, incertezze e persino velate minacce (tipico delle comunicazioni istituzionali, immagino).
la ditta ha provveduto subito ad annullare una serie di avvisi impropriamente emessi, accomunati dal medesimo errore e sta provvedendo ad annullare ovvero rettificare tutti gli avvisi sbagliati;
E vorrei vedere! Ma qui siamo al delirio. L’alternativa qual era? Far pagare comunque la somma ingiustamente richiesta?
il responsabile dell’ufficio tributi ha contestato alla società A e G S.p.A. gli addebiti e sta replicando alle controdeduzioni per gli eventuali ulteriori provvedimenti richiesti dal caso;
Attendiamo con ansia il conto dell’ufficio legale che seguirà la vicenda.
nel frattempo, oltre a potenziare lo sportello di supporto ai contribuenti, sono stati diffusi sul sito web istituzionale diversi comunicati e pubblicati sul territorio avvisi alla popolazione per spiegare come sono andate le cose e comunicare le iniziative intraprese a favore dei contribuenti e della P.A, anche – come si ripete – con l’intento di tranquillizzare i cittadini che hanno ricevuto avvisi di accertamento erronei;
I cittadini labicani sono tranquillissimi. Abbiamo ordinato un container di valium. La posologia prevede una compressa ogni comunicazione istituzionale per tranquillizzare i cittadini.
in data 02/02/2016 il Responsabile dell’ufficio tributi, dott. Francesco Laudoni, ha adottato apposita determinazione dirigenziale, che sospende tutti gli effetti degli atti di accertamento fino al 30 giugno 2016 in modo che i contribuenti possano verificare con tutta calma le loro posizioni e gli uffici e lo sportello di front-office regolarizzare le varie situazioni risultate errate; tale provvedimento trova giustificazione nella necessità di evitare un dannoso e generalizzato annullamento, avvalendosi di strumenti offerti dalla legislazione vigente;
Anche qui siamo al minimo sindacale. Non era materialmente possibile che gli uffici esaminassero la valanga di avvisi pieni di errori inviati alla cittadinanza in soli 60 giorni. Magari non utilizzerei la parola “calma” per quanto riguarda la verifica. Invito il sindaco, da qui al 30 giugno, a trascorrere le proprie giornate nella sede dove si esaminano le posizioni dei singoli cittadini. Potrà apprezzare il clima di calma e serenità che si respira e di cui tutti gli tributeranno piena gratitudine.
IL RECUPERO TRIBUTARIO È UN ATTO DOVEROSO CHE L’ENTE DEVE ESERCITARE SIA PER RISPETTARE LA LEGGE CHE PER ATTUARE UNA POLITICA DI SOSTANZIALE EQUITÀ FISCALE E DI GIUSTIZIA SOCIALE, NONCHÈ AL FINE DI ASSICURARE UNA SERIE DI SERVIZI ATTUALMENTE NON GESTIBILI PER OBIETTIVA INSUFFICIENZA DI RISORSE FINANZIARIE, SENZA CONTARE I POSITIVI RIFLESSI CHE TALE OPERAZIONE POTRÀ AVERE A BREVE E MEDIO TERMINE SULLA REVISIONE DI TARIFFE ED ALIQUOTE TRIBUTARIE, A FAVORE DEI CITTADINI E SOPRATTUTTO DEI CETI MENO ABBIENTI.
Dopo trent’anni di malgoverno Galli farebbe bene a non parlare di equità fiscale e giustizia sociale, perché ha avuto tutto il tempo di mettere in pratica questi principi prima di adesso. Se non c’è riuscito è un suo limite (e un nostro problema, purtroppo).
Sulla base delle suesposte considerazioni, si ritiene che:
l’Amministrazione guidata dal Sindaco Galli abbia affrontato le situazioni in modo del tutto adeguato, attraverso iniziative concrete e comunicazioni istituzionali appropriate e rispettose degli interlocutori;
l’Amministrazione Galli abbia adottato tutte le iniziative necessarie ed opportune a difesa dei cittadini, dei contribuenti e dell’Ente Pubblico;
l’Amministrazione Galli stia continuando ad attivarsi per risolvere tutte le problematiche insorte sino alla loro completa e soddisfacente soluzione, nell’interesse dei cittadini e della P.A.
Questa è una patetica autocelebrazione del tutto priva di aderenza con la realtà. La situazione dei cittadini, dei contribuenti e dell’Ente Pubblico è tutt’altro che rosea e non basta scriverlo sul sito web per pensare che qualcuno ci creda davvero.
Al contrario, i consiglieri di minoranza, lungi dal fornire qualsiasi contributo e anzi alimentando l’onda del malumore e della generale preoccupazione, non riuscendo a raggiungere diversamente l’obiettivo di far cadere il Sindaco, si sono fatti promotori di una petizione popolare ed hanno convinto numerosi cittadini a firmare una farraginosa e non chiara istanza di annullamento generale dell’accertamento tributario, anche nei casi di sussistenza di un debito legittimamente accertato dalla P.A., con ciò intraprendendo una politica di incoraggiamento all’evasione fiscale, contraria ai loro doveri di pubblici amministratori, travisando del tutto il proprio ruolo istituzionale, mettendosi a disposizione di tutti i cittadini, senza distinzione tra onesti e non, spogliandosi della maschera di paladini della LEGALITA’ E TRASPARENZA, che da sempre indossano per carpire la buona fede dei cittadini.
Quanto sono cattivi gli altri, anzi forse è quasi colpa loro se le cose vanno così male a Labico, perché se c’è l’evasione fiscale la responsabilità è praticamente la loro.
A scanso di equivoci e per non far perdere ulteriore tempo ai cittadini, già abbastanza confusi dalla minoranza in queste ultime settimane, si precisa che una eventuale raccolta di firme non potrebbe, di per sé, legittimare la presentazione di alcuna mozione di sfiducia.
Questa della perdita di tempo dei cittadini è meravigliosa. Dopo aver ricevuto uno o più avvisi ogni contribuente ha dovuto – in media – andare una volta dal geometra (pagandolo), una volta dal notaio (pagandolo), una prima volta all’ufficio tributi, una prima volta in banca (perché non basta aver pagato ed avere la ricevuta, ma pretendono una certificazione ulteriore), una seconda volta dal geometra o dal notaio (se non da tutti e due), una seconda volta all’ufficio tributi (perdendo giornate di lavoro). Il tutto per risolvere un guaio causato dall’incapacità amministrativa di Galli. E quello che fa perdere tempo ai labicani sarebbe un cittadino che osa scrivere le sue opinioni sul suo blog?
D’altra parte, alla luce del numero esiguo di istanze presentare sul modello distribuito dalla minoranza e dei più recenti commenti apparsi sulla rete, provenienti da persone inizialmente critiche verso l’operato del Comune, che ora si dissociano dalle posizioni della minoranza e dei suoi seguaci più fedeli, si ha motivo di credere che questa volta i Labicani, grazie anche alla chiarezza e trasparenza dei comunicati pubblicati dall’Amministrazione, non si lasceranno influenzare dalla politica del Pifferaio locale in cerca di notorietà.
Su questo siamo d’accordo. Questa volta i labicani non si faranno influenzare dalla politica del pifferaio locale. Ne sono certo.


Concludo dicendo che la vera anomalia è questa incomprensibile resistenza al confronto democratico, che la dice lunga sulla pochezza e sulla senescenza culturale  di questa amministrazione, ancora convinta che il Comune possa essere governato con i principi del feudalesimo. Eppure basterebbe che Galli si girasse intorno per accorgersi che il mondo è cambiato. Basterebbe che Galli guardasse pochi chilometri più in là – a Colleferro - dove un sindaco molto più giovane e illuminato di lui, a fronte di una richiesta di convocazione da parte dell’opposizione, non si è trincerato grottescamente dietro inesistenti cavilli burocratici. Pierluigi Sanna, sindaco di Colleferro, ha semplicemente preso atto dell’esigenza del confronto ed è bastata una semplice richiesta dell'opposizione, perché si convocasse il consiglio comunale, che è stato riunito in un orario in cui i cittadini potessero essere presenti e partecipare. Non dobbiamo stupirci e non c’è nulla di straordinario. Si tratta dell’applicazione di un valore molto importante. Si chiama democrazia.


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Alle colonne d'Ercole

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