Ogni tanto, come si suol dire,
riciccia. Noi da tempo lo chiamiamo affettuosamente il “bugiardino”, un
vezzeggiativo che serve un po’ a stemperare quel sentimento misto di sconcerto
e indignazione che si crea man mano che si va avanti con la lettura di una così
corposa mole di amenità concentrata in così poco spazio. Un vero record.
L’opuscolo in questione, denominato "Labico news", non è altro che un normale strumento di comunicazione politica (chiamarla
informazione sarebbe improprio) della maggioranza che viene spacciato per un
periodico (la cui periodicità non è dato conoscere, ma possiamo solo dire che
nella migliore delle ipotesi trascorre un anno tra un’uscita e l’altra) per di
più “gratuito”, quando è noto che il costo della pubblicazione medesima è
sostenuto con i soldi pubblici, quindi con i soldi dei cittadini che pagano le
tasse e lo stipendio al sindaco ed alla giunta.
Non ho né tempo né voglia di fare
l’analisi del testo, secondo il quale l’amministrazione attuale – praticamente
la stessa dallo scorso millennio – avrebbe fatto un lavoro meraviglioso e non
si capisce come mai qualche ingeneroso detrattore non apprezzi gli straordinari
risultati conseguiti, ma mi limiterò ad alcune considerazioni:
1. Non
si capisce come mai dal sito del comune di Labico siano scomparsi i numeri
precedenti della pubblicazione dell’amministrazione. Forse perché il confronto
con le promesse di qualche anno fa rende meno credibili quelle attuali? In
effetti questa pubblicazione sembra ricalcare il sistema comunicativo del
celebre romanzo 1984, nel quale c’erano gli addetti alla cancellazione della
memoria collettiva per evitare che i cittadini potessero notare le
contraddizioni e gli errori dei governanti. Peccato che non basti rimuovere
pagine dal sito del comune e siamo in grado di recuperare qualche cimelio
(molto istruttivo) del passato.
2. Conti
del comune. Tra il sindaco e il vicesindaco fanno a gara per confondere le
idee. Si mescolano fatti veri (la riduzione dei trasferimenti da parte dei
governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi è un dato effettivo) con ricostruzioni
molto fantasiose di ben poco edificanti vicende (come la questione dei
depuratori, per la quale la responsabilità amministrativa e politica di Galli
& C. è lampante ed è sufficiente leggere le carte per rendersene conto) con
vere e proprie sciocchezze, come l’ineluttabilità dell’aumento delle tasse. Non
è vero che “tutti i comuni d’Italia di dimensioni simili a Labico” abbiano
aumentato le tasse. Alcuni comuni hanno aumentato le tasse. Altri hanno
eliminato alcune spese. Altri hanno ridotto alcuni servizi. Il comune di Labico
è uno dei pochi, se non l’unico, ad essere riuscito a: aumentare le tasse
(quasi fino al massimo consentito dalla legge); aumentare in modo considerevole
il costo dei servizi a domanda individuale; non eliminare gli sprechi; ridurre
i servizi. Un capolavoro.
3. L’urbanistica.
E’ il principale fallimento di questa amministrazione. L’espansione edilizia di
questo comune è frutto di una cattiva programmazione urbanistica accompagnato
da una pessima attuazione degli strumenti di piano, dal generoso ricorso a
meccanismi di deroga (di cui ha usufruito anche il sindaco per edificare in
zona agricola) e da una certa accondiscendenza nei confronti degli abusi
edilizi. Per non farsi mancare niente è stata progettata una nuova variante
urbanistica di stampo squisitamente elettorale con la quale si è prevista
l’edificabilità disordinata ed irrazionale di una porzione enorme del
territorio. La prima ipotesi di quella variante era stata presentata nel 2004
come il frutto della condivisione del lavoro della maggioranza e della
minoranza dell’epoca. Noi l’avevamo giudicata irricevibile e l’abbiamo
contestata prima fuori dal consiglio comunale e poi – durante la fase
dell’esame delle osservazioni – in consiglio comunale. Ora è ferma su un
binario morto della Regione Lazio ed è stato già annunciato un nuovo incarico
ad un professionista e l’adozione di misure per risolvere tutte le criticità
rilevate. Tradotto dal politichese vuol dire che si aprirà un nuovo mercato
delle vacche, con la devastazione del territorio usata come merce di scambio
per il consenso elettorale. Nel frattempo proprio questa scellerata politica
urbanistica – che ha favorito la speculazione edilizia - ha ridotto drasticamente
il valore degli immobili situati nel comune di Labico (basta guardare la borsa
immobiliare per rendersene conto), impoverendo i suoi abitanti che, con molti
sacrifici, avevano investito i propri risparmi sulla casa.
4. Opere
pubbliche. Se andiamo a ripescare i vecchi bugiardini troviamo alcune opere che
ancora adesso campeggiano in bella evidenza sul programma attuale. Prima tra
tutte la ristrutturazione del palazzo Ex Eca, che ancora deve vedere la luce
(la colpa, ovviamente, è delle lungaggini burocratiche). Poi c’è una serie di
opere, delle quali non è chiaro il motivo di vanto, visto che si parla di
infrastrutture minime per un paese civile: illuminazione pubblica, marciapiedi,
impianti fognari, plessi scolastici adeguati al numero di residenti. Alcune di
queste opere – dette appunto di urbanizzazione primaria – avrebbero dovuto
farle “prima” della costruzione e della vendita delle case (in realtà i costruttori,
amici e parenti degli amministratori, hanno potuto aggirare allegramente la
normativa vendendo case prive dei requisiti minimi di decenza) e invece la loro
tardiva realizzazione sembra quasi un’opera meritoria. Per quanto riguarda il
marciapiede di via Casilina, il vero scandalo è che i lavori siano ancora in
corso dopo ben sei anni. Anche sulle scuole ci sarebbe molto da dire. Sono anni
che le strutture scolastiche sono insufficienti e non sono rispettati gli
standard di legge sul rapporto tra superficie delle aule e numero di studenti.
Per non parlare degli spazi dedicati al miglioramento dell’attività didattica,
talvolta sacrificati per creare le classi necessarie.
5. Ambiente.
Per la prima volta nella storia di questo comune c’è un assessorato che si
occupa di ambiente, tema finora considerato marginale dai nostri
amministratori. Non sarà facile sanare i danni degli ultimi anni, ma staremo a
vedere. Nel frattempo, a sei anni dall’inizio della raccolta differenziata,
viene fornito un primo vago dato sui risultati (tra l’altro non è vero che sia
stato raggiunto un “obiettivo europeo”, casomai siamo, nonostante i progressi,
ancora in violazione della normativa vigente che prevede il raggiungimento del
65 per cento entro il 2012, ossia due anni fa). Peccato che siano anni che
chiediamo inutilmente di fornire un quadro completo dei dati sulla gestione dei
rifiuti. Le amministrazioni comunali serie ed efficienti pubblicano
periodicamente tutti i dati sul proprio sito internet. Il Comune di Labico,
sulla cui serietà ed efficienza preferisco non esprimermi, non ha mai
pubblicato un solo dato negli ultimi sei anni. Speriamo che con il nuovo
assessore (cui, con l’occasione, formuliamo gli auguri di buon lavoro) qualcosa
cambi.
6. I
grandi successi di Galli. Per un’incomprensibile distrazione nel bugiardino non
sono riportati alcuni straordinari risultati ottenuti dall’amministrazione
Galli. Ci sembra doveroso colmare questa lacuna con un breve – e purtroppo
incompleto - riepilogo: 1) Città dell’arte. Nel 2005 veniva sbandierato lo
straordinario ritrovamento di un’opera attribuita a nientepopodimeno che
Gustave Eiffel. Subito pronta una bella speculazione edilizia per trasformare
un’estesa area agricola in terreni edificabili. Poi non ne abbiamo saputo più
nulla. 2) Biblioteca. Con andamento ciclico assistiamo a: corposi investimenti
pubblici, annunci entusiasti, inaugurazione in pompa magna (preferibilmente
poco prima delle elezioni) fino alla silenziosa sospensione del servizio. In
questo momento Labico, paese di oltre seimila abitanti non ha una biblioteca.
3) Pista ciclabile. Un velo pietoso su 200mila euro buttati per una striscia
d’asfalto senza capo né coda, mai ultimata. 4) Area di sviluppo industriale.
Fanfare e grancasse per annunciare la realizzazione dell’area industriale e
logistica che sarebbe dovuta sorgere presso Colle Spina e ritirata in gran
fretta (buttando via, anche lì, qualche decina di migliaia di euro). 5) Centro
giovanile. Qualcuno si ricorda l’enfasi con cui veniva annunciata la creazione
del luogo di incontro per i nostri ragazzi? Ebbene, il luogo è scomparso. 6)
Albergo diffuso a Labico. Anche in questo caso l’annuncio in grande stile in
sala consiliare di una straordinaria opportunità economica per il Paese è
svanito nel nulla. 7) Centro vaccinale. Il centro vaccinale è stato chiuso e a
Labico, paese di oltre seimila abitanti (tra l’altro quello con l’età media più
bassa nel Lazio), manca un centro vaccinale. A quanto pare il problema sembra
non interessare gli amministratori.
7. Sulla
questione depuratori abbiamo già detto e scritto abbastanza, ma visto che la
ferita brucia e il sindaco continua a ripetere come un mantra di non avere
alcuna responsabilità, ma che si è trattato di una sorta di sfortunata ed
imprevedibile fatalità. Chi poteva mai immaginare, in effetti, che triplicando
(e, col nuovo piano regolatore, sestuplicando) la popolazione labicana sarebbe
stato necessario l’adeguamento degli impianti di depurazione (già non proprio
impeccabili)? Chi poteva anche lontanamente sospettare che la continua,
inesorabile cementificazione del territorio e l’alterazione del normale
deflusso delle acque avrebbe potuto azzerare la portata di un invaso al punto
da modificarne la classificazione? Chi avrebbe mai pensato di attivare delle
serie verifiche sulla gestione degli impianti di depurazione, per accertare che
tutto venisse svolto in modo corretto e rispettoso della normativa vigente? Chi
mai si sarebbe sognato di rispondere ai continui e numerosi quesiti
dell’opposizione sulla situazione degli impianti fognari e di depurazione, la
cui malfunzionalità era evidente anche per i non addetti ai lavori? Chi avrebbe
mai potuto prevedere che qualche organo di polizia giudiziaria un po’ troppo
zelante sarebbe andato a fare dei controlli e a verificare una situazione
disastrosa, con numerose violazioni amministrative e penali, al punto da
rendere necessario il sequestro degli impianti? La risposta è semplice: qualche
amministratore onesto, giudizioso e competente. Certamente non i nostri
amministratori, bravi con le chiacchiere e le fanfare, un po’ meno con i fatti.
Buon 2015 a tutti i labicani.
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