Paesaggio lucano |
Di solito evito di replicare agli
insulti. Il ricorso all’insulto imbarbarisce e mortifica ogni tentativo di
confronto politico e, rispondendo, si corre il serio rischio di ritrovarsi
sullo stesso piano dell’interlocutore. Cercherò, comunque, di esprimere alcune
considerazioni su quel poco di politico che emerge dal delirante “elogio
funebre” di quello che, in men che non si dica, è diventato un autorevole
esponente di Cambiare e Vivere Labico: Marco Aurelio Marcelli, il quale
dispensa giudizi sommari e penose ingiurie all’indirizzo del sottoscritto, pur
senza fare mai il mio nome.
Proviamo, al netto delle offese
personali, a dare una lettura politica dell’“elogio”. Intanto il documento reca
il simbolo di Cambiare e Vivere Labico ed è quindi – sul piano formale -
espressione del pensiero dell’intero gruppo. Non sono considerazioni personali.
E’ un vero e proprio documento politico, il cui contenuto non è mai stato
ufficialmente sconfessato da nessuno. Bisogna prenderne atto. Immagino che
Tulli, Paris, Giovannoli e gli altri esponenti della lista ne condividano il
“senso politico”. E la prima notizia interessante che colgo è che Cambiare e
Vivere Labico non è più una lista civica, ma una chiara lista partitica targata
PD e appoggiata da Sinistra, Ecologia e Libertà. Per correttezza, avrebbero
fatto bene ad avvisare anche il loro elettorato e, magari, anche qualche
candidato. Invece in tutto il materiale elettorale non si era vista traccia di
un solo simbolo di partito. Misteri della comunicazione politica.
Un’altra notizia di rilievo
riguarda l’idea che da quelle parti sembrano avere del lavoro. Il lavoro non
sembra più un diritto, come affermato dalla nostra Carta Costituzionale, ma una
concessione, a fronte della quale il lavoratore sembra non possa ambire ad avere
delle proprie idee, ma – per non rischiare di essere considerato un parassita
o, quanto meno, un ingrato – deve allinearsi alle scelte politiche del proprio
datore di lavoro. Ce n’è abbastanza per rivedere i severi giudizi su alcuni
influenti imprenditori locali, che non mi risulta abbiano preteso di
condizionare le scelte politiche dei propri dipendenti.
Biscia d'acqua nell'oasi WWF di Policoro |
Trovo poi abbastanza singolare
che Sinistra Ecologia e Libertà labicana - i cui autorevoli esponenti, oltre ad
avere approvato un devastante piano regolatore, avevano appoggiato la lista del
PDL nel 2007 – parli di tradimento. Come fa Marco Aurelio Marcelli, che per sua
scelta non mi rivolge neppure la parola, a sentirsi “tradito” da me? Il
tradimento ha senso in presenza di una qualche forma di rapporto. Ma non è che
Berlusconi o Galli possano mai accusare me di averli “traditi”. Tra me
Berlusconi, Galli e i Marcelli non c’è mai stato alcun tipo di rapporto, né
politico, né personale. E forse non è un caso che il giovane Marcelli, nel goffo
tentativo di offendermi, usi, in senso dispregiativo, lo stesso identico
termine utilizzato da Remo
Di Stefano (ossia l’esponente PDL a cui lui e i suoi
familiari avevano portato i voti nel 2007). E questo utilizzo dispregiativo di
un’attività lavorativa la dice lunga – se mai ce ne fosse bisogno – sul
rispetto che gente che si proclama di sinistra ha nei confronti dei lavoratori.
Io non sono un portaborse e usare in modo denigratorio questa parola non
offende certo me (io faccio un altro lavoro, se ne ha voglia, posso provare a
spiegarglielo, così come avevo fatto con Di Stefano cinque anni fa) ma chi quel
lavoro lo svolge. Ogni lavoro è dignitoso e merita rispetto. E se fossi stato
un netturbino, un necroforo o un cameriere? Sarebbe stato deplorevole svolgere
una mansione così umile ai suoi nobili occhi? Potrei considerarla una caduta di
stile, ma per farla è necessario averne avuto almeno un po’, di stile. Per il
momento il giovane portavoce di Cambiare e Vivere Labico ha dimostrato solo una
certa supponenza. Una ragione in più per essere convinto di aver fatto la
scelta giusta, antagonista al sistema di potere di Galli, sempre e comunque e
non a seconda delle stagioni politiche.
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