Eventi. Nella città tedesca si è svolto il quinto meeting europeo degli eletti Verdi negli enti locali. Per rilanciare con forza la condivisione di un progetto politico che non conosce confini.
Si capisce subito chi è abituato ad andare in bicicletta. Bici su un lato, mani sul manubrio, piede opposto sul pedale, lieve spinta col piede a terra per agevolare il mantenimento dell’equilibrio e rapido movimento della gamba per superare il sellino e permettere al piede di raggiungere l’altro pedale. Michael Cramer, classe 1949, ex parlamentare Verde europeo, ripete con grande disinvoltura un movimento che avrà fatto migliaia di volte. Fa un paio di pedalate e si volta indietro per accertarsi che il gruppo lo stia seguendo. Insieme a lui percorriamo un breve tratto di uno straordinario itinerario ciclabile lungo il simbolo per eccellenza della guerra fredda: il “muro”. Siamo a Berlino e non servono ulteriori specificazioni. La piacevole pedalata occupa la pausa dei lavori del quinto meeting europeo degli eletti verdi negli enti locali. I partecipanti arrivano da tutte le nazioni europee e, naturalmente, la rappresentanza più nutrita è quella tedesca. Si gioca in casa e qui i Verdi sono fortissimi. Solo poco giorni fa, a Brema, i Grunen hanno sorpassato il partito della Merkel, diventando la seconda forza politica. In effetti i Verdi godono di buona salute un po’ in tutta Europa (quasi tutta, ok) ed è forse l’unica forza politica a potersi mettere in rete contando sulla sostanziale condivisione di un progetto politico che supera senza difficoltà i confini nazionali. E questo rende molto proficuo lo scambio di esperienze tra amministratori locali che i Verdi stanno facendo da cinque anni a questa parte.
Tra i relatori anche diversi italiani. Monica Frassoni, che fa gli onori di casa e partecipa a tutto il meeting (compresa la pedalata lungo il muro), Gianluca Fioretti, sindaco di Monsano, amministratore “a cinque stelle” e presidente dell’associazione dei comuni virtuosi, Enrico Fontana, vicepresidente di Libera ed esperto di ecomafie. Fioretti ha portato il contributo della rete dei comuni virtuosi ad un workshop sulle politiche ambientali nelle piccole città, sottolineando l’importanza di fare tesoro delle “buone pratiche”, adottate con successo dagli altri comuni. Fontana è intervenuto nell’ultima sessione plenaria dell’incontro, dedicata al problema degli appalti pubblici ed al rischio della corruzione, citando le sconvolgenti cifre del giro d’affari che la criminalità organizzata è riuscita a creare nel settore delle illegalità ambientali, a cominciare dalla gestione dei rifiuti.
I lavori del meeting sono stati molto intensi e partecipati e hanno fotografato un partito Verde molto concreto, vitale e deciso ad impegnarsi per dare ai propri eletti una valida “formazione”, soprattutto quando vengono catapultati – magari per la prima volta – nelle assemblee degli enti locali. Una formazione che i Verdi italiani, con qualche rara eccezione, non sono mai riusciti a costruire. Troppe e troppo complesse sono le cause degli insuccessi verdi in Italia degli ultimi anni e la mancanza di una scuola verde per amministratori locali non sembra certo il male più grave. Probabilmente non è neppure un male, ma solo uno dei sintomi – purtroppo sottovalutato - che c’era qualcosa che non andava.
L’auspicio è che adesso si volti pagina e che, nel nascente nuovo soggetto politico, Ecologisti e civici, ci sia spazio e voglia di costruire una classe dirigente che sia anche competente e preparata. Le premesse ci sono. Speriamo che si riesca a tornare ai prossimi incontri con il mondo ecologista europeo – il prossimo già a settembre con la Green Summer University - forti di una recuperata credibilità.
Tullio Berlenghi