Nei commenti intrisi di razzismo
strisciante, di fiero disprezzo, di cupa ostilità che sto incontrando sempre
più frequentemente quando si ha che fare con episodi i cui protagonisti sono –
o meglio sembrano – “altro” rispetto a noi, per cultura, religione, colore
della pelle, mi imbatto nell’uso sempre più ostentato dei due pronomi personali
“noi” e “loro”. Come se si avvertisse l’esigenza di erigere subito una
barriera, un muro per separare noi, appunto, i buoni, i popoli civili, da loro,
gli altri, i cattivi, quelli che vogliono minare alla radice la nostra cultura
e la nostra civiltà. Una semplificazione banale e sostanzialmente sciocca che
non tiene conto della complessità del mondo in cui viviamo, ma che dà la misura
degli enormi pregiudizi di cui siamo vittime. Noi chi siamo? Loro chi sono? Noi
occidentali? E dove comincia e dove finisce l’occidente? Qualcuno è in grado di
disegnarne i confini in modo univoco? Noi bianchi? Ma quanto bianchi? Perché
forse non ci siamo accorti di quanto ci siamo imbastarditi negli ultimi due
secoli. Noi cattolici? O noi protestanti? O noi monoteisti, per poi magari scoprire
che anche l’Islam è monoteista. E poi ci sono occidentali neri. E europei
musulmani. Gli ebrei dove li vogliamo mettere? In fondo non più tardi di 70
anni fa qualcuno (bianco, cattolico ed europeo) ha pensato bene che andassero
sterminati. E gli zingari? Non sono forse europei, spesso cattolici e
sostanzialmente bianchi. Magari non troppo bianchi, ma neanche i calabresi sono
troppo bianchi. Vogliamo iscriverli alla categoria “loro”? E i figli di
immigrati del sud o dell’est del mondo da che parte della barricata li vogliamo
mettere: di qua o di là? Tipo, per fare un esempio, Steve Jobs, di origini
siriane l’avremmo messo di là? E El Shaarawy, l’attaccante della nazionale, di
origini egiziane? Vogliamo fare un’eccezione per quelli che hanno i soldi? Ci
rendiamo conto di quanto sia idiota questo grossolano tentativo di dividere il
mondo in categorie? I criminali, i ladri e i delinquenti non hanno una particolare
matrice genetica o religiosa e per quelli bisogna solo attrezzarsi con gli
ordinari strumenti della giustizia. Per ridurre l’escalation del terrorismo,
bisognerebbe, tanto per cominciare, smettere di praticarlo (il terrorismo),
perché quando ti metti a bombardare città e villaggi e a massacrare popolazioni
civili inermi, donne e bambini compresi, puoi anche chiamarla “esportazione di
democrazia”, ma potrebbe essere percepita come terrorismo (del resto chi la
subisce è, per l’appunto, terrorizzato) e chi la subisce potrebbe non prenderla
troppo bene (nel senso che magari, almeno un po’, si incazza). Poi ognuno il
terrorismo lo fa come può, qualcuno con gli F35, qualcun altro si arrangia alla
bell’e meglio. Bisognerebbe imparare a riconoscere l’orrore sempre e comunque. Nient’altro.
Chi pensa che esista un “noi” e un “loro” farebbe bene a mettere un asterisco
in apice che rimandi alla specificazione “tranne Tullio”: lasciatemi fuori dai vostri
recinti, grazie.
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