“Straordinario successo di Renzi”.
“Mattarella eletto con un larghissimo consenso”. Il tributo di inchini e
riverenze alla strategia del premier è talmente asfissiante da far passare in
secondo piano l’aspetto che si basi su dati assolutamente irreali. Intanto il “larghissimo
consenso” già sotto il profilo numerico è tutt'altro che ampio, visto che
Mattarella è al nono posto (su dodici) per percentuale di voti presi rispetto
ai suoi predecessori. Per dirla in termini calcistici, viaggia in zona
retrocessione. Ancora più interessante è il dato confrontato con l’effettivo
consenso dei partiti nel paese. Siamo certi che quel 66 per cento di consensi
dei grandi elettori corrisponda al consenso di cui dispongono i partiti che
hanno votato Mattarella. Proviamo a fare un confronto con le ultime intenzioni
di voto (che vanno sempre prese con le pinze, ma sono sicuramente utili per
avere un’idea, almeno a spanna, del quadro politico).
Il voto a Mattarella è arrivato
dai seguenti partiti: PD, Scelta Civica, Popolari per l’Italia, NCD, UDC, SEL.
I sondaggi più recenti stimano il PD al 36,8%, SEL al 4,2%, NCD al 2,6%, UDC
all’1,1%, Altri non pervenuti. Nel complesso i partiti che hanno votato
ufficialmente Mattarella (tralasciamo i franchi soccorritori di Forza Italia)
ottengono un risultato di gran lunga inferiore al 50 per cento. Per carità, le
regole sono queste, Mattarella è il nuovo Capo dello Stato (tra l’altro
decisamente apprezzabile il suo discorso di insediamento e non si può che
sperare che eserciterà il suo ruolo in coerenza con le parole pronunciate) e
Renzi è stato un abilissimo tessitore, ma almeno sui numeri eviterei l’uso di formule
troppo enfatiche, che suonano false e servili.
Buon lavoro al Presidente della Repubblica.
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