In un mio post sulle “giunte a geometria variabile" criticavo l’assoluta mancanza di trasparenza di
un’amministrazione in cui un assessore si dimette senza che nessuno lo venga a
sapere. Poco dopo la pubblicazione ho ricevuto risposta proprio
dall’interessato, il dimissionario Mirko Ulsi, che ha tenuto a precisare che “la
lettera di dimissioni è stata presentata da me negli uffici preposti e messi al
corrente di tutto chi di dovere”. La visione della democrazia sembra la stessa
di Alfredo Galli. L’unico referente è il “sindaco-padrone” e Mirko Ulsi non si è
sentito in dovere di comunicare ai cittadini la sua scelta e le sue ragioni.
Spero che Mirko sia in buona fede - e forse per questo ha comunque preferito
dimettersi - ma vorrei che fosse chiaro che in questo caso, oltre alla dignità
politica di una persona e al rispetto della cittadinanza, sono in gioco
questioni assai delicate. Se Alfredo Galli torna a gestire in prima persona
anche formalmente (di fatto è sempre stato così) una materia importante e
delicata come l’urbanistica, si evidenzia ancora di più il macroscopico e
scandaloso conflitto di interessi che, per compiacere costruttori e speculatori,
sta sistematicamente trasfigurando Labico. Del resto, ormai, non deve essere
facile, neppure per Galli, trovare qualcuno sufficientemente ingenuo da prendere
una finta delega su una materia nella quale le decisioni si prendono
altrove.
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