Ieri ho superato la ritrosia –
causata dal loro evidente effetto allergizzante – ai talk show televisivi e mi
sono visto la puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi. Avevo la sensazione
che la mossa di Berlusconi – che aveva sempre cercato di evitare o aggirare
“veri” confronti televisivi – fosse quella della disperazione della squadra di
calcio che, non avendo ormai nulla da perdere, manda tutti in attacco, portiere
compreso. Difficile ribaltare il risultato e più probabile un passivo ancora
più severo. Ed era quello che mi aspettavo, considerato anche l’evidente
nervosismo dell’ex premier nelle precedenti apparizioni in tv. Quello è stato
un mio errore di valutazione. Il nervosismo di Silvio nei vari incontri televisivi
mi era sembrato un segnale di difficoltà piuttosto evidente. Invece no.
Berlusconi era soprattutto infastidito dalla mancanza di cortigianeria di
alcuni suoi interlocutori. E, in effetti, è stato sorprendente vedere gente
come Bruno Vespa ricordarsi improvvisamente di essere un giornalista e
formulare qualche domanda. Insomma la sensazione che, in fondo, gli anni di
Berlusconismo che Montanelli aveva dichiarato necessari per la produzione degli
anticorpi, sembravano iniziare a fare effetto: qualcosa stava finalmente
cambiando. Anzi, temevo che la partita di ieri sarebbe diventata fin troppo facile
e non credo che mi sarebbe piaciuto che Santoro e Travaglio infierissero su un
Berlusconi ormai al tappeto.
Invece Berlusconi ha messo in
pratica le sue doti migliori, quelle dell’affabulatore e del piazzista. Capace
di reinterpretare a modo suo economia e diritto costituzionale, ma con
quell’aria di chi la sa lunga che riesce a convincere molti. Anche nel 1994
diceva un sacco di stupidaggini e io pensavo – ingenuamente – che in pochi
avrebbero potuto dare credito ad un simile venditore di fumo. Invece mi
sbagliavo, e di grosso. L’arte imbonitoria di Berlusconi era (ed è) imbattibile.
Lui era (ed è) abilissimo nel dire ciò che le persone vogliono sentirsi dire.
Ovviamente le cose sono cambiate molto e ad alcuni suoi cavalli di battaglia
(la novità, il non essere “politico” e anche in parte l’anticomunismo) sono un
po’ triti, ma nel suo repertorio ha ancora armi formidabili, che magari non
faranno breccia in molti, ma, per come riesce a proporle, intercetteranno
probabilmente ancora consensi. Pensiamo alla patacca dell’IMU. Chi si va a rileggere atti parlamentari e di
governo per capire come stanno realmente le cose? Dal punto di vista pratico
(che è quello che guardano in molti) l’ICI è stata levata dal Governo
Berlusconi (ci ha vinto la campagna elettorale) e l’IMU è stata introdotta dal
governo complottista Monti. Per quanto Travaglio sia stato bravissimo a
snocciolare date e dati sulla schizofrenia di Berlusconi, non sembra riuscito a
modificare un fatto incontrovertibile: Berlusconi vince le elezioni e – come
promesso – abolisce l’ICI; Monti (senza essere eletto) scippa il Governo a
Berlusconi e mette l’IMU. Fine delle trasmissioni. Il resto diventa
irrilevante, questioni di lana caprina. Arrivano i distinguo, le note a
margine, le glosse… “sì, ma voi l’avete votata”, “le dichiarazioni del febbraio
2012” e
via dicendo… Berlusconi ostenta il suo eterno sorriso e costruisce abili gag
con Santoro. Riesce persino ad essere simpatico nell’arena a lui più ostile.
Qualche volta la “butta in caciara”. Come per la telefonata al summit
internazionale, con l’imbarazzo della Merkel. Si sono persi 20 minuti di
trasmissione per qualcosa di rilevanza politica davvero modesta. Le qualità di
un primo ministro non si possono giudicare da un’evitabile scortesia
istituzionale. Lui è stato abilissimo a raccontare che stava parlando con
Erdogan per risolvere intricate questioni nell’interesse dell’Unione Europea.
Puzzava di balla lontano un miglio, ma chi poteva smentirlo?
Dal suo punto di vista è stato
sicuramente un successo. Non credo gli basterà a recuperare un distacco che
sembra incolmabile, ma nel prossimo Parlamento avrà il suo peso. E, considerati
i non troppo entusiasmanti precedenti, dubito che neppure la prossima
maggioranza alternativa a Berlusconi avrà la forza e il coraggio di rimediare
ai danni che quest’uomo ha fatto al nostro paese. Dal conflitto di interessi al
falso in bilancio, dalla legge sulla tv alla giustizia, dalle norme ambientali
alle grandi opere, dalla scuola pubblica alla sanità e alla tutela dei
lavoratori. Tutte cose di cui ieri, chissà perché, non si è minimamente
parlato.
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