Pubblico l'ottimo articolo di Eleonora che ricostruisce in modo impeccabile cinque anni di politica labicana e spiega le ragioni di una scelta difficile, ma inevitabile.

Nel 2007 ero una ragazzina. Si può dire? Sì, perché a 24 anni si è
ancora ragazzini. Benedetto
Paris mi coinvolse nella politica labicana - che da sempre
guardavo con interesse ma a una certa distanza - chiedendomi di “lavorare” per
la candidatura di Tullio Berlenghi. E chi
è? Mi e gli dissi. Accettai. E ne fui felice. Da subito. Ed è nata, così,
per me, Vivere Labico. Un progetto nuovo, fresco e giovane. Rischioso, per il
cambiamento che prospettava nei contenuti e per la scelta del candidato
sindaco, di fatto sconosciuto, ma forse proprio per questo la persona che
meglio poteva rappresentare la nostra idea (mia, ma prima ancora di Benedetto Paris , Sergio Ginnetti , Angelo Saulini , Maurizio Picchio e
altri….): sganciarsi dalle vecchie
dinamiche della politica labicana, a cominciare dalle persone, e dare vita a
qualcosa di alternativo, sin dalle sue fondamenta. Una vera sfida per un
paese ormai immobilizzato da 15 anni in una stessa amministrazione,
rappresentata da Alfredo Galli e co.. Bello,
mi piace. Si va avanti per qualche mese, poi, a poche settimane dalle
elezioni (aprile 2007), sono iniziate le trattative per fondere Vivere Labico
con un altro progetto (Cambiare
Labico – Maurizio
Spezzano , Armando
Zelli ) e con altri “indipendenti” (Nello Tulli , Danilo Giovannoli )
votati alla causa di “mandare a casa” Galli. Ho espresso con forza le mie
perplessità, i miei dubbi, i rischi che potevamo correre. Ma non ero in grado
di imporre alcuna decisione. E la maggioranza del mio gruppo scelse di
accordarsi… e nacque Cambiare e Vivere Labico.
Con Tullio
Berlenghi candidato sindaco e un programma condiviso che
aveva come base una radicale idea di cambiamento per Labico.
È bene ricordare che al tavolo di quella trattativa sedevano anche i
fratelli Marcelli, Attilio ed Agostino (da poco “cacciati” dai DS di Labico),
che poi decisero di lasciare la partita, anche, ma non solo, per una
incompatibilità con il candidato sindaco, per appoggiare (pubblicamente) la
candidatura dell’attuale sindaco, Andrea Giordani. Con unanime soddisfazione di
tutto il neo gruppo Cambiare e Vivere Labico.
Da quel momento è iniziata una
bellissima campagna elettorale. Non facile, visto che l’accordo – tra anime
anche molto diverse - era fresco, ma bella, appassionante, viva. Giornali,
manifestazioni, iniziative, volantinaggi, comizi. Poi le elezioni, la
prevedibile (anche se comunque dolorosa) sconfitta e l’inizio del lavoro vero
per Labico.
Non era detto che si riuscisse a
costruire un’opposizione così forte ed
unita. In grado di portare avanti le battaglie che, sin dalla nascita del
progetto, ci eravamo prefissati. E invece è stato sorprendente – ed in parte
emozionante per chi, come me, ha vissuto da vicino molti consigli comunali - scoprire
di essere in grado di dare grande filo da torcere a questa maggioranza. Tre
anni duri. Consigli comunali interminabili, interrogazioni, mozioni, comunicati
stampa, esposti, denunce, botte e risposte durissime con la maggioranza. Tutto
mosso da un grande entusiasmo. Tullio – determinato, capace, competente,
come ha, sin da subito, dimostrato di essere, ma soprattutto libero nell’azione
poiché sganciato da qualsiasi logica di famiglia, rapporto o pregiudizio
labicano (nel senso peggiore di questo termine) - alla guida del gruppo e gli
altri quattro consiglieri, ognuno con le proprie peculiarità, a seguire ed
arricchire il progetto. Un progetto che stava finalmente entrando a far
parte di Labico, che stava crescendo, che si stava consolidando, che
abbandonava la strada dell’assoluta novità per divenire una realtà riconosciuta
da molti, moltissimi cittadini labicani.
La battaglia più importante è
stata certamente quella sulla politica
urbanistica e sulla gestione del territorio labicano. In particolare, sulla
scandalosa variante al piano regolatore – approvata a gennaio 2007.
È bene ricordare che, pur trovandosi allora (gennaio 2007) nella
posizione di consiglieri di opposizione, nello specifico Agostino Marcelli
(presidente della commissione per il PRG), furono, in qualche modo, gli
estensori di questa variante. Alla quale, allora, solo Armando Zelli , anche lui
consigliere di minoranza, e Nello
Tulli , appena fuoriuscito dalla maggioranza, si opposero.
Tutto bello, dunque. Poi nel
2010, il vento inizia a cambiare. La percezione che si vogliano modificare
degli assetti nella squadra di opposizione (per
me una vera assurdità) diventa una certezza. Nel maggio 2010, Tullio Berlenghi scrive
una lettera al gruppo in cui esterna le sue perplessità e chiede trasparenza
nelle decisioni interne al gruppo, avendo percepito nettamente che la sua
figura non è più quella scelta da una parte del gruppo per continuare a
rappresentarlo nelle elezioni del 2012. Praticamente:
se non vi vado più bene ditemelo chiaramente, ditemi chi volete al mio posto e
perché ed iniziamo a lavorare in quest’altra ottica. Da allora qualcosa si
è incrinato. La richiesta di trasparenza non è stata soddisfatta e, anzi, il
clima è diventato sempre più teso. La figura di Nello Tulli come nuovo
leader della colazione iniziava a prendere piede, senza mai essere affermata chiaramente.
Non ho mai trovato una spiegazione logica
a questa scelta per un motivo forse banale: se la nostra idea di cambiamento
nasceva anche da un cambiamento di volti e nomi della politica labicana perché
scegliere quale nostro rappresentate primario chi, di quella politica, in un
modo o nell’altro, fa parte dal 40 anni? Questione di numeri, pare. Non
starò qui a ripetervi ciò che per settimane e mesi ho ascoltato come
spiegazione del cambiamento di rotta dai miei “compagni”, mi limito a dire:
questione di numeri.
Il dialogo interno si interrompe.
La tensione contamina, a lungo andare, ogni cosa… rapporti politici, rapporti
personali. Fino ad arrivare alla – disastrosa,
secondo me – decisione di fare delle primarie per far scegliere al popolo
il nostro candidato sindaco. Una
colossale idiozia. Il candidato sindaco – naturale – lo avevamo già. Tullio
Berlenghi. Che in questi anni ha smesso di essere sconosciuto e soprattutto ha
dimostrato – ai cittadini per primi – di essere il vero “osso duro” per questa maggioranza
scellerata.
Le primarie del 18 dicembre 2011
hanno però dato un altro responso. Per soli 70 voti, Nello Tulli sarà il nuovo
candidato sindaco di Cambiare e Vivere Labico. Confesso di fare molta fatica ad
accettare l’idea. Per le motivazione scritte sopra. Tuttavia non importa.
Accetto il risultato – straordinario ed imprevedibile il numero dei votanti,
che ringrazio tutti (quasi tutti) - e vado avanti. In fondo, mi dico, 70 voti sono pochi ed entrambi i candidati/gruppi di
sostegno, avranno capito che c’è una sostanziale parità. Quantomeno un pari
peso decisionale. Ma si capisce subito che così non è.
È bene ricordare che, a ridosso delle primarie, si è concretizzato un
riavvicinamento dei fratelli Marcelli e del loro erede, Marco Aurelio Marcelli,
al gruppo Cambiare e Vivere Labico. Un riavvicinamento, nella mia ottica,
impossibile anche solo da immaginare. Padre, madre, figlio, zio, poco importa. “I
Marcelli” rappresentano, con il loro modo di fare politica, tutto quello che il
mio progetto non può rappresentare. Non ho niente contro di loro come persone,
perché non abbiamo sostanzialmente un rapporto personale, ma ho molto contro di
loro come “politici”. E che nella mia eventuale lista ci sia uno di loro due o
il figlio o il nonno, poco importa. Non è concepibile. Se hanno avuto un
ripensamento rispetto al 2007, ben venga. Facciano un’altrettanto pubblica
campagna elettorale per Cambiare e Vivere Labico e poi il resto verrà da sé. Per
spiegare meglio questo nodo (l’unico vero nodo) è bene ricordare che – e questa
non può certo essere una colpa – i fratelli Marcelli si occupano di
progettazione edilizia e, vuoi o non vuoi, da un piano regolatore, di qualunque
colore esso sia, tendono a trarre dei benefici per il proprio lavoro. È
evidente che neanche questa è una colpa, ma un dato di fatto, in buona parte
incompatibile con il progetto Cambiare e Vivere Labico: una politica
urbanistica che vada nel solo interesse del cittadino, del suo benessere
e della tutela dell’ambiente labicano. Ovviamente non tutti coloro che si
occupano di edilizia sono uguali e non farò di tutta l’erba un fascio, ma chi
contribuisce allo scempio rappresentato in alcuni punti dell’ultima variante al
prg labicano – che prevede, a regime, altri 400mila
metri cubi di cemento da spalmare sul territorio – qualche problema di
incompatibilità con il mio progetto ce l’ha. Su Marco Aurelio non ho
particolari motivazioni da addurre per la sua non candidabilità (a parte
qualche critica alle sue poco razionali esternazioni), ma so che in questi
cinque anni non è stato presente nelle nostre battaglie come un giovane che ci
crede avrebbe potuto fare (e come in molti hanno fatto). Quindi non vedo una
particolare motivazione neanche per la sua candidabilità se non quella – per
chi lo vuole per forza in lista – di essere il figlio di Attilio Marcelli.
Il clima che si crea subito dopo
le primarie non è armonioso. Il candidato sindaco diviene improvvisamente colui
che decide (le sue decisioni sono superiori a quelle dell’assemblea) e che
decide che il nome di Marco Aurelio Marcelli nella lista della coalizione da
lui guidata è imprescindibile. Punto.
C’è qualcosa che non mi torna. E
soprattutto c’è qualcosa che non mi piace. A parte nei “nuovi” nomi anche e
soprattutto nel modo di gestire le cose. Troppi sotterfugi, troppe assurde
strategie, troppi compromessi a cui scendere, troppe promesse, troppe
chiacchiere. E per cosa? Vincere a tutti i costi contro Galli, racimolando voti
ovunque. Ok, anche io voglio vincere contro Galli, o meglio contro il modo di
fare politica rappresentato da Galli, ma a quale prezzo? Compromettere la
credibilità di quanto sono andata raccontando ai cittadini labicani negli
ultimi 5 anni? Compromettendo il mio progetto? Quello in cui ho creduto
dall’inizio e che volevo mantenere tale, inasprendolo, se necessario, per
rimarcare di più e meglio la sua diversità dall’attuale maggioranza, e non
certo appiattendolo con qualcosa che di radicale non ha più nulla?
Mi sento spaesata. Amareggiata.
Delusa. Sconcertata dal fatto di dovermi trovare, nonostante il duro lavoro,
praticamente al punto di partenza. Digerire, capire, accettare, ingoiare, turarsi il naso (espressione che troppe
volte ho sentito nelle ultime settimane). Non lo avevamo superato già questo
passaggio? Io credevo di dover fare una
campagna elettorale grintosa ed energica. A testa alta e fiera di rappresentare
l’alternativa – VERA – a questa maggioranza scellerata. Invece, forse
troppo tardi, mi sono accorta che chi mi circonda – non tutti ovviamente, ma
molti (Nello Tulli ,
Danilo Giovannoli ,
Benedetto Paris ,
Angelo Saulini ,
Sergio Ginnetti ,
Maurizio Picchio …..)
– hanno altro in testa. Anzi, in molti trovano sciocche le mie idee ed inutili
i miei ideali. Però, gli ideali, quando ci sono, vanno al di là delle poltrone
(quella di vicesindaco e assessore all’urbanistica “concesse” a Maurizio e Tullio dal
neo candidato sindaco) ed io, e noi, siamo ancora disposti a credere che
qualcosa di diverso per Labico sia possibile. Senza contaminazioni troppo
contaminate. Senza appiattire il nostro ideale. E – nonostante questo scritto
sia comunque incompleto e manchino ancora molte cose da dire - mi accorgo che è
solo una la ragione del mio NO a questa Cambiare e Vivere Labico: io, come nel
2007, continuo ad essere convinta che bisogna cambiarlo davvero, Labico, per
poterlo vivere come sogniamo. Qualcun altro, evidentemente, ha cambiato idea.
Che bello questo articolo...
RispondiEliminaGrazie! :)
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