2 dicembre 2010

Una doverosa replica alla lettera dell'addetto stampa del comune di Labico



Il nostro comunicato di critica all'addetto stampa del comune di Labico ha provocato una reazione tanto scomposta quanto inattesa. Lascio il mio giudizio ad una lettera di risposta che - visti i toni della sua lettera - ritengo superfluo inviare al sito.


Caro Daniele,


mi ha molto stupito il livore della tua lettera. Replicare ad una – più che legittima – critica sul tuo modus operandi con toni così rancorosi ha l’aria di essere un chiaro sintomo di quanto abbiamo colpito nel segno e, probabilmente, nel tuo subconscio sai quanto siano fondate le nostre critiche.
Ti assicuro che io - pur avendo nei miei rapporti personali, lavorativi e politici un approccio un po’ diverso - cerco, empaticamente, di comprendere il tuo stato d’animo. Non deve essere facile svolgere il ruolo di ufficio stampa per la compagine che amministra il paese. Non deve essere agevole dare un senso compiuto alle parole che vengono proferite dai nostri amministratori. Non deve essere semplice far convivere il ruolo del giornalista – che dovrebbe essere corretto e imparziale – e quello di portavoce, la cui funzione è completamente diversa. Se uno ha un briciolo non dico di “etica” professionale” e nemmeno di coscienza, ma più banalmente di amor proprio probabilmente proverà il disagio che hai provato tu in questo ultimo anno. Un anno durante il quale – e inizio a replicare alla tua risentita lettera – in più di una circostanza abbiamo espresso perplessità sul cambiamento del tuo comportamento nella gestione dei periodici da te curati. In sostanza si cominciava ad avere la sensazione che, con i 360 euro al mese per l’attività di ufficio stampa, i nostri amministratori pretendessero di aver comprato anche la tua autonomia professionale.
Mi scuso per averti indicato col ruolo sbagliato, ma non mi sembra un errore così grave, vista la gestione familiare del prodotto editoriale. Inutilmente offensiva poi l’affermazione secondo la quale sarebbe inutile spiegarci la differenza tra i due ruoli, perché “neanche la capiremmo”. Ma ognuno ha il suo stile ed ognuno è libero di esprimersi come meglio crede.
Tu ci chiedi “Perché non l’abbiamo fatto prima?”. Semplice: perché “prima” non potevamo sapere che avresti mutato il tuo comportamento. “Non era meglio mettere tutto in chiaro sin dall’inizio?”. Facile: se l’avessimo saputo.
Il seguito della tua lettera è disarmante. Parli di “raccomandarsi” per essere inseriti nel tuo sito e annunci che approfitterai del tuo piccolo “potere” per filtrare i nostri comunicati. La frase termina con un minaccioso “chi vuole capire capisca”. Ma, anche lì, è sempre questione di stile.
Provo a ritornare sulle ragioni della nostra critica, anche se vedo che fatichi ad accettare le nostre argomentazioni. Giornalisticamente la notizia era la nostra protesta e - a mio modesto avviso – meritava di essere inserita tal quale come post sul sito (come hanno fatto altre testate giornalistiche on line). La – comprensibile – replica di Giordani poteva essere inserita con un nuovo post. Ma non insisto, perché capisco che la tua esigenza è quella di dare diversa visibilità a chi ti paga, anche se – mi preme ricordartelo – tu sei pagato con i soldi di tutti noi.
Sulla domanda “come vi permettete…” e sull’affermazione “io sul mio sito faccio come mi pare” ti chiedo scusa, ma avevamo ingenuamente preso per buona la frase che scorre sulla homepage del “tuo” sito: “Tocca con mano l'informazione veramente libera mandaci un testo e lo vedrai pubblicato”. Adesso che ci hai spiegato che non è così, ne terremo conto e non faremo più affidamento sulla tua sbandierata “imparzialità”.
La parte terminale della tua lettera è una resa plateale ad ogni proposito di obiettività – parli di crisi dell’opposizione, senza tenere conto dello stato comatoso di una maggioranza incapace di gestire anche l’ordinaria amministrazione – e entri direttamente – e a gamba tesa – nell’agone politico, schierandoti senza tentennamenti a favore di coloro i quali ti hanno garantito un contratto di collaborazione con cui sembra non abbiano pagato solo le tue prestazioni professionali, ma anche la tua autonomia di giudizio e posso supporre che l’imminenza del rinnovo del contratto possa aumentare il bisogno di accreditarsi presso l’amministrazione.
Non so perché insista anche tu sulla questione del nostro bollettino di informazione politica. Sembra che l’unico afflato di legalità che promana dalla maggioranza a cui ti sei iscritto - facta concludentia - sia quello relativo alla legittimità o meno della nostra pubblicazione. Non ho voglia di ripetere quanto ho già detto e scritto in merito e le ragioni per cui, nonostante i vostri goffi tentativi, non riuscirete ad impedirne la diffusione. Se hai voglia, ne possiamo dibattere pubblicamente. I tuoi referenti politici di solito si sottraggono ai confronti, ma tu, da esperto di comunicazione, potresti agevolmente spiegarci come funziona la normativa sulla stampa in Italia e – con l’occasione – potresti anche farmi capire l’imperscrutabile differenza tra direttore editoriale e direttore responsabile. Chissà? magari ci arrivo. L’intimidazione finale è un vero capolavoro e forse hai ragione: non ci preoccupiamo troppo delle strategie, ma abbiamo il torto di cercare di essere coerenti con una proposta politica chiara, corretta e fatta nell’interesse dei cittadini. E’ sufficiente questo per farci rimanere sereni e orgogliosi della nostra dignità. Ti sembrerà poco, ma ti assicuro che è importante poter attraversare il corridoio e non sentire l’esigenza di allungare il passo di fronte allo specchio per evitare l’imbarazzo del proprio sguardo e, come puoi ben immaginare, non certo per ragioni estetiche.


 Il testo della lettera di Daniele Flavi

Cari amici del gruppo di Cambiare e Vivere Labico (voglio proprio vedere di persona quanti di loro mi confermeranno la sottoscrizione di questo documento che penso essere stato scritto in primis da Tullio Berlenghi) rispondo al Vostro pretestuoso attacco personale in modo altrettanto vigoroso. Allora prima di tutto voglio ringraziarvi per la pubblicità che indirettamente avete fatto con il vostro comunicato al mio sito che con tanta passione e dedizione ogni giorno porto avanti. Poi inizio subito per farvi, cosi come piace tanto a voi, una piccola precisazione, io sono il direttore responsabile e non il direttore editoriale, del sito che è regolarmente iscritto presso il tribunale di Frosinone, che invece è mio padre, non entro nel dettaglio della spiegazione della differenza tra i due ruoli tanto sono sicuro che voi “amanti della stampa libera”  neanche la capireste. Invec, entro nello specifico delle questioni da voi poste con delle domande; perché dopo mesi che ricopro in maniera molto chiara e lampante questo mio doppio ruolo solo oggi ve ne uscite con queste frasi irriguardose nei mie confronti come queste che riporto di seguito? “Troviamo davvero scorretto il modo di fare informazione del sito “Ecco La Notizia Quotidiana”. Probabilmente – si legge appunto nel loro comunicato – non è un caso che il direttore editoriale della testata giornalistica sia anche l’addetto stampa dell’amministrazione comunale. E’ evidente che questo conflitto di interesse (tra l’imparzialità e la correttezza dell’informazione e l’incarico retribuito dal Comune) renda disagevole il rispetto di quella deontologia professionale che dovrebbe essere alla base della professione di giornalista”. Mi chiedo perché non l’avete fatto prima? Non era meglio mettere tutto in chiaro sin dall’inizio? O era più conveniente chiamarmi di volta in volta per “raccomandarmi” di farvi uscire sul medesimo sito in questione i vostri comunicati (ricordate le telefonate nei tumultuosi giorni dell’incontro ASI di Colle Spina?). Io nel mio piccolo ho sempre dimostrato di essere molto trasparente decidendo sin da subito di pubblicare i vostri comunicati insieme a quelli della maggioranza (molte volte anche nello stesso pezzo), e viceversa, senza tagli e soprattutto commenti per permettere, cosi, al lettore di farsi un idea propria. Da oggi certamente, cambieranno molte cose e non sarà più cosi, diciamo che i vostri comunicati li farò diventare di volta in volta dei veri e propri pezzi giornalistici e chi vuole capire capisca pure. Inoltre, come vi permettete di dirmi che avrei dovuto inserire prima il vostro testo? io sul mio sito faccio come mi pare e non debbo certo rendere conto a voi. Inoltre, mi accusate di aver messo in bocca al sindaco cose diverse da quelle dette in consiglio, e dove sta scritto che in un comunicato stampa si debbano scrivere le cose dette in consiglio? mica stiamo parlando di un pezzo di cronaca …ma forse la verità e che queste parole vi hanno colpito pesantemente, vi hanno stordito e quindi avete provato il contropiede disperato. La verità cari amici è una sola, purtroppo per voi, è che politicamente parlando “state proprio alla frutta” come si suol dire dalle parti di Roma. Quando si arriva ad attaccare l’addetto stampa del comune significa che non si hanno più argomenti da mettere sul piano della discussione. Voi che parlate tanto di scorrettezza della fazione politica a voi opposta siete i primi invece ad essere scorretti e quest’ultimo atto ne è una dimostrazione lampante. Di fronte alla gente vi presentate in un certo modo, ma poi la verità comunque esce fuori e oramai gran parte dei cittadini labicani questa cosa l’hanno capita. Siete i “soliti” rappresentanti della classica opposizione di centro-sinistra all’italiana capace solo di strillare in consiglio ma inesistente a livello decisionale e pragmatico. Inoltre, mi chiedo come fate voi a parlare di rispetto delle leggi quando Voi con la vostra “offensiva rivista” del tutto illegale siete i primi a non rispettarla (ma su questa cosa torneremo nei prossimi). Inoltre, in questa occasione avete dimostrato di non essere per nulla lungimiranti, sempre politicamente parlando, perché avete deciso di inimicarvi gli organi di informazione da me rappresentati proprio nel mentre si avvicina la campagna elettorale.  Auguri

1 commento:

  1. una risposta fin troppo chiara e tanto dettagliata negli argomenti che il soggetto malato della sindrome del cavaliere ( vedi allusione ai soliti rappresentanti di centro sinistra )potrebbe addirittura comprenderne il senso.
    ma cosa sto dicendo?
    per comprenderne il senso, non bisogna solo conoscere la lingua italiana,bisogna innanzitutto essere in possesso di un'onestà intellettuale che mai consentirebbe a chi la possiede di scrivere quanto abbiamo avuto il dispiacere di leggere.
    mi dispiace caro tullio, che le tue parole abbiano un indegno destinatario.
    un saluto.
    ilario

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