Ho letto il paragrafo del sussidiario che è oggetto delle feroci
polemiche di questi giorni e davvero faccio fatica a cogliere la gravità della
questione. Probabilmente è un mio limite e per questo ho deciso di fare una
vera e propria “analisi del testo”, proprio come a scuola. Ecco il risultato:
“E’ aumentata la presenza di stranieri
provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nordafrica”.
E lì’ basta andarsi a guardare il dato sul sito dell’ISTAT, oppure, se
non ci si vuole perdere troppo tempo, anche su wikipedia (che usa i dati
ISTAT): gli stranieri sono passati da 1,3 milioni del 2002 a 5 milioni nel
2017. Con un supplemento di indagine si possono anche vedere i continenti di
provenienza, ma basta considerare che sono stati indicati i due più popolosi (Asia
e Africa) per capire, così a occhio, che dovrebbe averci preso. O qualcuno
pensa che ne arrivino di più dall’Oceania?
“Molti” – non tutti quindi e nemmeno la maggior parte – significa che una
quantità significativa di persone viene portata nei centri di assistenza. Mi
sembra una ricostruzione abbastanza attendibile.
“e
sono clandestini”
Qui l’uso della congiunzione potrebbe forse creare qualche confusione,
ma il fatto che “molti” immigrati (presumibilmente non tutti quelli che vengono
portati nei centri di assistenza) siano clandestini è un altro dato di fatto.
Non è cattivo chi l’ha scritto, che – tra l’altro – ha pensato bene di chiarire
il concetto con l’aggiunta della seguente frase: “, cioè la loro permanenza in
Italia non è autorizzata dalla legge”.
In sostanza, mica l’ha deciso l’autore del testo che molti immigrati
siano clandestini. L’ha deciso il nostro legislatore facendo delle leggi di
merda. Ma l’introduzione del reato di immigrazione clandestina – se non erro –
è stata fatta per la prima volta dalla Bossi-Fini nel 2002, ossia 15 anni fa.
In questi 15 anni i vari governi che si sono succeduti cosa hanno fatto per
cambiare le cose? Nulla mi pare. E quale forza politica metterà nel proprio
programma la cancellazione di questa norma priva di umanità?
“Nelle
nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie:”
Non fa una grinza
“non
trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose”.
Anche qui non siamo molto distanti dalla realtà.
“Perciò
la loro integrazione è difficile:”
Tanto facile non mi sembra
“per
motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia
per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti”
Non c’è scritto “sono una minaccia”, c’è scritto che (talvolta) i
cittadini li considerano una minaccia. Anche in questa circostanza il concetto
si sarebbe potuto esprimere in modo più chiaro, ma il senso non mi pare in
discussione e i fenomeni di intolleranza sono drammaticamente veri.
Il problema non è il sussidiario, ma la realtà che il sussidiario ha
cercato – forse un po’ superficialmente – di descrivere.Non mi unirò alla battaglia per cambiare le
parole del sussidiario: penso
sia più importante cambiare queste di parole: “Lo straniero che fa ingresso
ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle
disposizioni del presente testo unico nonché di quelle di cui all'articolo 1
della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito…”. Quella violazione è un reato e
il suo autore è un “clandestino” da punire. Non è un sussidiario, è una legge dello
Stato.
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