
Terminato l’appello ha iniziato a
farfugliare alcune frasi sconclusionate il cui senso si potrebbe sintetizzare
così: purtroppo a causa di eventi imprevedibili e del tutto indipendenti da noi
(i più avranno pensato che un meteorite si deve essere abbattuto sul paese) ci
ritroviamo con un debito pazzesco (ma non dice quanto), ma per fortuna io, che
sono il miglior sindaco che si possa immaginare, ho già trovato una bella
soluzione. Utilizziamo l’articolo 243-bis del testo unico degli enti locali e
il problema svanisce come neve al sole. Sorvolando sugli effetti che può
causare la neve, anche in modica quantità, merita di essere ricordato
l’intervento di supporto di Scaccia, l’assessore al bilancio perfetto per
questa maggioranza, il quale ha spiegato ad una platea basita che la scelta era
stata fatta nel pieno interesse dei cittadini.
Nel senso che non pagheranno i cittadini il danno causato da altri
(ossia da loro)? No, nel senso che il qu… antum ce lo metteranno i cittadini in
comode fette, o meglio rate.
Tutto questo purtroppo non è
stato registrato, perché – sempre per colpa di un destino cinico e baro – il
costoso impianto di registrazione/amplificazione acquistato poco tempo fa (coi
soldi pubblici) non funziona e non sono nemmeno in grado di fare una
banalissima registrazione su un qualunque altro supporto. Non parliamo poi –
sia mai – di eventuali riprese video che metterebbero in evidenza la distonia
tra le affermazioni (fasulle) e le espressioni dei volti (pur essendo attori
consumati, la qualità della recitazione è tale da non essere credibili neppure
per un bambino). E così, zitti zitti, quatti quatti, i nostri bravi – nel senso
manzoniano del termine – amministratori hanno approvato il “ricorso alla procedura di riequilibrio
finanziario pluriennale”, termine con il quale il legislatore ha voluto
occultare il senso vero di una norma che illustri giuristi hanno definito una
“contraddizione ideologica e in termini” e che, nei fatti, sembra essere stata
costruita su misura per salvare qualche amministrazione comunale in difficoltà.
La norma, però, non solo presenta molti difetti strutturali ab origine, ma è anche stata modificata
e corretta durante l’esame parlamentare al punto da renderla uno strumento
molto pericoloso. Pochi giorni dopo la sua approvazione il Sole 24 ore, in un
articolo felicemente intitolato “Il pre-dissesto e i rischi della politica
irresponsabile” metteva in guardia dalle possibili conseguenze di una scelta
troppo disinvolta di questo strumento e, evidentemente ben conoscendo la classe
politica italiana, profetizzava: “Saranno molti gli amministratori che,
abbagliati dal miraggio di vedere risolti i problemi dei loro enti e ritenendo
il predissesto dotato di qualità salvifiche, agiranno con superficialità,
trascurando le responsabilità cui è facile andare incontro”. Sembra quasi che
gli autori dell’articolo avessero esattamente in testa i nostri azzeccarbugli
locali. Già si immaginavano Galli e Scaccia riuniti insieme ai loro più fidi
consiglieri tirare fuori dal cilindro la soluzione ottimale grazie alla quale
continuare allegramente – per altri dieci anni! – a fingere non solo di non
avere alcuna responsabilità per i problemi, ma finanche della loro inesistenza.
E magari anche andare a raccontare in giro – come hanno provato a fare in
consiglio comunale – che va tutto bene, che loro sono tanto coscienziosi e che
se il paese è allo sfascio la colpa è dei marziani e dell’opposizione.
Ovviamente dalle spiegazioni
(chiamiamole così) balbettate da Galli e Scaccia si è capito ben poco del famigerato
piano di rientro e la sensazione è che ne sappiano meno di quello che hanno
fatto capire. Si intuisce che stanno andando avanti con lo stile amministrativo
che da sempre li caratterizza: vanno a tentoni, sperando di imbroccarne
qualcuna (purtroppo per noi non succede spesso). Dal dibattito (anche qui
usiamo con generosità i termini di cui ci dota la lingua italiana) sul punto
sono emerse solo un paio di cose: la prima è che il debito ammonta ad oltre 5
milioni di euro (alla faccia…); la seconda è che, visto che si è trovato il
coniglio nel cilindro, nel conto finale si è infilato un po’ di tutto, compresa
una non meglio identificata somma relativa alla gestione 2005, quando in giunta
con Galli sedeva Nello Tulli. Ora bisognerà capire a chi bisognerà imputare
quest’altro buco di bilancio: all’allora sindaco, come sembra sostenere Tulli,
all’allora assessore, come sembra far capire Galli, o al responsabile tecnico,
come spesso avviene quando inizia a girare la ruota delle responsabilità e non
si sa mai dove si va a fermare? L’unica, granitica, certezza riguarda il
destinatario del conto finale. E’ sempre lui, il cittadino labicano, al quale
però, l’amministrazione ha tenuto a formulare “i più sentiti auguri di un
sereno Natale ed un felice anno nuovo” (e per la spending review ha preferito affiggere
questi manifesti e non quelli di convocazione del consiglio comunale). Del
resto, come si fa a non essere sereni e felici con un’amministrazione così?