
“Nemmeno un muretto alto così”.
Con la mano aperta, parallela al suolo e protesa verso il basso, il mio
interlocutore indica l’ipotetica (e modesta) altezza del muro virtuale del
quale sarebbe stata preclusa la costruzione. L’imputato del processo alle
intenzioni (con rito abbreviato) nonché – presunto – giustiziere del cemento ero
io. Il mio interlocutore mi riferiva l’episodio con un sorriso divertito. La
tesi del sostenitore di Nello, in effetti, era la medesima, anche nella scelta
delle parole, dei propagandisti galliani nel 2007 (chissà, magari le
coincidenze potrebbero non finire qui). Una tesi rozza e affascinante, non
priva di una certa contraddittorietà, ma che merita un’attenta lettura, perché
il messaggio allusivo di quelle poche parole non può essere ignorato. Intanto
cerchiamo di capire in che modo questa tesi si può inserire in una proposta
politica e di governo del territorio. Sia che si proponga un modello di feroce
sviluppo urbanistico, sia che si punti a ridurre il consumo di territorio
l’affermazione non ha molto senso, a meno che non si intenda – implicitamente –
affermare che, in caso di vittoria del proprio referente (Giordani nel 2007,
Tulli nel 2012) ci sarebbe stata una certa indulgenza nei confronti di chi –
realizzando abusi edilizi – commette un illecito amministrativo, se non un
reato. Ovviamente non si troverà nessuno disposto a fare pubbliche
dichiarazioni di questo tenore (sarebbe a sua volta un reato), ma tra le
ospitali mura domestiche e sorseggiando un bel caffè, ci si può tranquillamente
lasciare andare ad affermazioni che, eventualmente, potrebbero sempre essere
oggetto di successive interpretazioni (“non l’ho mai detto” oppure “intendevo
dire un’altra cosa” o il classico “sono stato male interpretato”). So bene che un
certo tipo di promesse sono una merce di scambio per la ricerca del consenso
molto utilizzata, ma, certo, è un modo per dequalificare un progetto politico
che aveva – almeno all’inizio - ben altro respiro e ben altra caratura. Se
proviamo a scartare questa ipotesi, si può immaginare che il piazzista nelliano
intendesse far credere qualcosa di assolutamente falso, ossia che, un’eventuale
amministrazione guidata dal Charles Bronson dell’edilizia, avrebbe negato ai
cittadini i propri diritti. Infatti il combinato disposto di normativa, strumenti
pianificatori e regolamento edilizio, prevede diverse possibilità di interventi
edilizi da parte dei privati. L’importante è seguire le procedure previste e il
referente – incredibile! – non è né il sindaco né l’assessore all’urbanistica.
E’ il responsabile del dipartimento. Il quale non ha alcun potere
discrezionale, ma deve semplicemente verificare che gli interventi vengano
realizzati nel rispetto della legge. La terza ipotesi è che il messaggio intenda prefigurare la volontà (sottaciuta) di mutare sostanzialmente il progetto politico. In questo
caso sarebbe utile saperlo.
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